Diritti

Non solo Carlo: chi sono gli altri monarchi nel mondo?

Oltre al sovrano britannico ne esistono altri 28, dal sud-est asiatico al Medio Oriente, passando per l’Africa e l’Europa. L’unica regina è Margherita II di Danimarca
Margherita II di Danimarca
Margherita II di Danimarca Credit: BO AMSTRUP / AFP
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
9 maggio 2023 Aggiornato alle 19:00

Re Carlo III, figlio della regina Elisabetta II, scomparsa l’8 settembre 2022 all’età di 96 anni, è stato incoronato nell’Abbazia di Westminster lo scorso sabato 6 maggio.

Sul capo del nuovo sovrano del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri 14 reami del Commonwealth è stata posta la corona di Sant’Edoardo, uno dei più preziosi gioielli reali britannici. Ma la ricchezza di Carlo III, stimata in più di 1,8 miliardi di sterline dalla recente inchiesta del Guardian, è ampiamente superata da quella di altri sovrani sparsi per il mondo, alcuni con poteri molto diversi rispetto alla famiglia reale britannica. Si tratta di altri 28 tra re, regine, co-principi, sultani, granduchi ed emiri in Europa, Africa, Medio Oriente e sud-est asiatico.

Tra loro, 17 sono re, mentre dopo la morte di Elisabetta II l’unica regina rimasta è Margherita II di Danimarca, classe 1940. I suoi omologhi sono, oltre a re Carlo III: Hamad bin Isa Al Khalifa del Bahrein, uno Stato insulare dell’Asia occidentale; re Filippo in Belgio; Norodom Sihamoni, che regna in Cambogia, nella penisola indocinese meridionale del sud-est asiatico; Mswati III in Eswatini, ex Swaziland, in Africa meridionale; Abdullah II di Giordania, in Asia occidentale; Letsie III in Lesoto, il Paese in cui sorgono le montagne più alte dell’Africa meridionale; re Mohammed VI in Marocco; Guglielmo Alessandro d’Olanda; Herald V di Norvegia; re Salman, in Arabia Saudita; Filippo VI, in Spagna; Carlo XVI Gustavo di Svezia; Vajiralongkorn, che regna in Thailandia; Tupou VI, dell’arcipelago polinesiano di Tonga. Poi c’è il Druk Gylalpo del Bhutan, Jigme Khesar Namgyel Wangchuck; lo Yang di-Pertuan Agong della Malaysia, nel sud-est asiatico, Abdullah.

Oltre ai re, esistono 2 co-principi, che regnano nel micro-Stato di Andorra: il presidente della Francia, Emmanuel Macron, e il vescovo della diocesi spagnola di Urgell, Joan-Enric Vives i Sicília. Si tratta di 2 figure che non provengono dalla nobiltà: i presidenti francesi, che sono tra i pochi leader democraticamente eletti che prestano servizio in veste reale in un altro Paese, vengono considerati i legittimi successori dei re francesi.

Anche Liechtenstein e Monaco hanno principi, rispettivamente Hans-Adam II e Alberto II; il Lussemburgo ha il granduca Henri. In Giappone, invece, c’è l’imperatore Naruhito, mentre Brunei e Oman hanno dei sultani (Hassanal Bolkiah e Haitham bin Tariq). In Qatar e Kuwait ci sono gli emiri Tamim bin Hamad Al Thani e Nawaf Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah. Gli Emirati Arabi Uniti, invece, hanno un presidente, sebbene sia un monarca: Mohamed bin Zayed Al Nahyan. Lo spiega l’analisi del Washington Post.

Il più anziano (il primato, fino a 8 mesi fa, lo aveva Elisabetta II) è il re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdul Aziz, 87 anni. Il più giovane tra i monarchi è il 42enne Tamim bin Hamad al-Thani, emiro del Qatar.

Per quanto riguarda la ricchezza, come dicevamo, qualcuno supera di gran lunga quella del sovrano britannico: poiché i monarchi preferiscono tenere private le proprie finanze, è difficile fare una stima esatta ma, secondo il Washington Post, questi leader avrebbero un valore ben superiore ai 10 miliardi di dollari.

Anche il loro potere varia parecchio: ci sono coloro che hanno un controllo completo, quelli che ne hanno una parte e lo condividono con un organo eletto (che in alcuni casi ha poca influenza, in altri ha un potere quasi totale), e chi ne ha poco o nessuno. In quest’ultimo caso, il monarca svolge un ruolo prevalentemente cerimoniale.

È il caso della maggior parte delle corone europee: i sovrani sono figure piuttosto popolari nei loro Paesi. Pensiamo alla famiglia reale britannica, oppure a re Filippo, sovrano belga dal 2013: non viene chiamato “re del Belgio”, ma “re dei belgi”. Nel principato di Liechtenstein, il principe Hans-Adam II, in carica dal 1989, condivide il potere statale con il popolo, e i sovrani si impegnano a promuovere sostenibilità, cultura e scienza.

Laddove stanno perdendo consensi, soprattutto tra i giovani, diverse monarchie hanno adottato misure per ridimensionarsi e modernizzarsi. Lo ha fatto il re svedese, Carlo XVI Gustavo, privando 5 dei suoi nipoti dei loro titoli e doveri reali. Non hanno perso la loro linea al trono, ma non ottengono più benefici dai contribuenti come reali che lavorano. E l’anno scorso è toccato a 4 degli 8 nipoti della regina Margherita di Danimarca.

In Medio Oriente, invece, si trovano la maggior parte delle monarchie più recenti e autocratiche del mondo. Molte affondano le proprie radici nel colonialismo britannico: il primo re di Giordania, Abdullah I, salì al potere sotto il mandato britannico nel 1921. Oggi al trono c’è il quinto re di Giordania, Abdullah II bin Al Hussein. In Qatar la famiglia al-Thani aumentò il suo potere mentre l’area era un protettorato britannico, cosa accaduta anche con la famiglia al-Saud in Arabia Saudita. La scoperta di petrolio e gas naturale nel Golfo, spiega il Wp, ha facilitato la modernizzazione, facendo nascere metropoli come Dubai e Doha.

Ma, nonostante i rinnovamenti, questi monarchi governano con il pugno di ferro. Basti pensare al principe ereditario Mohammed bin Salman, sovrano de facto dell’Arabia Saudita dal 2017: con il suo regno e quello del padre re Salman le esecuzioni sono aumentate dell’82% dal 2015. Ma il controllo degli Stati del Golfo sulle forniture energetiche globali consente loro di continuare a svolgere ruoli di primo piano nella geopolitica.

In Africa le monarchie sono 3: in Marocco, in Lesotho e in Eswatini, precedentemente noto come Swaziland. Qui regna Mswati III, un “despota autocratico” incoronato nel 1986, all’età di 18 anni. Non molto distante, nel bel mezzo del Sudafrica, il re Letsie III del Lesotho ha, al contrario, pochi poteri esecutivi o legislativi.

Nel Sud-Est asiatico c’è una monarchia che si allinea in parte a quelle europee: si tratta della Thailandia, in cui regna l’eccentrico Vajiralongkorn. Organizzò un funerale di 4 giorni al suo barboncino Foo Foo, quando morì. Nonostante i suoi poteri siano limitati, insultare la monarchia è illegale nel Paese e la giunta al potere usa questa legge per reprimere il dissenso.

In Brunei, Hassanal Bolkiah è uno dei leader nazionali più potenti del mondo. È un monarca assoluto, controlla i media statali, è un miliardario ed è il primo ministro autoproclamato del Paese. Oggi è il monarca regnante più longevo del mondo: è in carica dal 1967, quando aveva 21 anni. Solo una persona l’ha battuto, la sovrana del Paese che, nel 1962, contribuì a reprimere una ribellione armata contro la monarchia del Brunei: Elisabetta II. È suo il record di 70 anni di regno.

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