Culture

Guerra Ucraina: 341 siti culturali danneggiati

Secondo l’Unesco, nei prossimi 10 anni serviranno circa 8,5 milioni di euro per la ricostruzione artistica del Paese. Le zone più colpite: Donetsk, Charkiv e Odessa
La chiesa distrutta della Santa Madre nel villaggio di Bohorodychne nella regione di Donetsk
La chiesa distrutta della Santa Madre nel villaggio di Bohorodychne nella regione di Donetsk Credit: Lev Radin/Pacific Press via ZUMA Press Wire
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
21 febbraio 2024 Aggiornato alle 17:00

La guerra russa in Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, non ha mietuto solo un numero impressionante di vittime civili ma ha spazzato via anche una parte cospicua del patrimonio culturale del Paese.

Nello specifico, l’Unesco ha reso noto che sarebbero 341 i siti danneggiati nel Paese dall’inizio del conflitto: 126 religiosi, 150 edifici di interesse storico e/o artistico, 31 musei, 19 monumenti, 14 biblioteche, 1 archivio. Oltre un centinaio in più rispetto alle stime fatte sempre dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura nell’aprile del 2023, che parlavano di 248 monumenti danneggiati.

In poco meno di un anno, anche la perdita culturale stimata è aumentata, passando da 2,4 miliardi di euro ai 3,3 miliardi di oggi. Un danno enorme, che con ogni probabilità è addirittura più vasto dato che, come affermato da Chiara Dezzi Bardeschi, che dirige l’ufficio dell’agenzia delle Nazioni Unite a Kyiv, «non tutto è decifrabile o quantificabile».

Per quanto riguarda i siti distrutti dai raid, per arrivare a una stima dei danni il più possibile precisa, l’Unesco ha usato immagini satellitari integrate. Ma non sono solo i bombardamenti i responsabili della progressiva sparizione del patrimonio culturale ucraino. Dall’inizio della guerra, infatti, sono stati molti anche i furti ai musei semi distrutti o abbandonati. Un centro specializzato allestito a Leopoli, collaborando con gli archivi fotografici del Getty Institute di Los Angeles e dello Smithsonian Institution di Washington, sta cercando di capire cosa sia stato trafugato e cosa no ma i risultati fino a ora sono stati scarsi perché nella maggior parte dei musei gli inventari sono parziali e a volte non digitalizzati, e questo certo non facilita le operazioni.

Secondo l’Unesco nei prossimi 10 anni l’Ucraina avrà bisogno di circa 8,5 milioni di euro per ricostruire i propri siti culturali. I visitatori che un tempo sceglievano l’Ucraina per i propri viaggi lo facevano in parte per soggiorni marittimi sulle spiagge di Odessa, ma anche per visitare i Patrimoni dell’Umanità presenti su tutto il territorio nazionale. 7 quelli riconosciuti dall’Unesco: la Cattedrale di Santa Sofia a Kyiv, il centro storico di Leopoli, l’arco geodetico di Struve, le antiche faggete primordiali dei Carpazi, la residenza dei metropoliti bucovini e dalmati, l’antica città di Cherson e le Tserkvas in legno della regione dei Carpazi.

Alcuni di questi figurano tra i siti dispersi. Le zone maggiormente colpite sono infatti quella di Donetsk con 87 siti danneggiati; Charkiv con 56; Odessa 49; Kyiv, con 39; Lugansk, 34; Černihiv con 21; Zaporizhzhya, 13; Sumy e Cherson con 12; Mykolaiv, 8; Leopoli, 3; Vinnytsya e Dnipropetrovs’k 2.

Oltre ai Patrimoni dell’Umanità, un monumento molto noto, e simbolo dello scempio culturale che sta subendo l’Ucraina, è la Cattedrale della Trasfigurazione del XVIII secolo, la principale chiesa ortodossa di Odessa, semi distrutta da un raid missilistico russo nel luglio 2023 insieme a tutto il centro storico della città, un’area che a gennaio 2023 è stata inserita nella lista del patrimonio culturale mondiale a rischio estinzione.

Nel 2022, l’Unesco aveva restaurato il tetto del Museo delle Belle Arti di Odessa, ma dopo i bombardamenti del 5 novembre 2023 ha dovuto ricominciare tutto da capo. «Durante il primo intervento sono state messe in sicurezza le finestre storiche del palazzo, attenderemo la fine della guerra prima di reinstallarle», spiega Chiara Dezzi Bardeschi.

Il restauro della Cattedrale, invece, inizierà presto e vi prenderà parte anche l’Italia, che ha siglato un accordo proprio con l’Unesco per un contributo finanziario di 500.000 euro, nato su iniziativa della Triennale di Milano e del Museo MAXXi di arte contemporanea di Roma, per realizzare una prima copertura del tetto. «Per la prima volta nella nostra storia interverremo durante una guerra attiva anziché dopo il conflitto» ha spiegato Krista Pikkat, direttrice della Cultura e delle emergenze dell’Unesco.

Quella italiana non è l’unica donazione ricevuta dall’Ucraina a scopo culturale. In due anni sono stati mobilitati dagli Stati membri dell’Unione europea 66 milioni di euro per proteggere i monumenti, migliorare i sistemi antincendio, realizzare rifugi sicuri per le opere d’arte, digitalizzare gli archivi, formare specialisti, sostenere gli artisti e coordinare la lotta contro il traffico illegale dei beni culturali.

L’arte di un Paese ne costituisce parte dalla sua stessa essenza identitaria e anche per questo secondo l’Unesco la distruzione intenzionale di siti del patrimonio culturale può costituire un crimine di guerra.

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