Diritti

Chi è Boris Nadezhdin, il candidato alle presidenziali russe che vuole la pace in Ucraina?

Ha 60 anni, è un consigliere comunale e a novembre ha annunciato la sua partecipazione alle elezioni 2024 per il partito di centrodestra Iniziativa Civica. Sta raccogliendo le 100.000 firme necessarie per sfidare Putin
Boris Nadezhdin, il candidato del partito <i>Iniziativa Civica&nbsp;</i>alle elezioni presidenziali 2024 in Russia.
Boris Nadezhdin, il candidato del partito Iniziativa Civica alle elezioni presidenziali 2024 in Russia. Credit: EPA/YURI KOCHETKOV
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
23 gennaio 2024 Aggiornato alle 20:00

“Putin vede il mondo dal passato e trascina la Russia nel passato. La Russia ha bisogno di un futuro: il futuro di un Paese che sarà ammirato e nel quale le persone libere e istruite vorranno tornare o trasferirsi”.

Il manifesto di Boris Nadezhdin non lascia spazio a interpretazioni: uno dei punti chiave della sua candidatura alle elezioni presidenziali che si terranno in Russia dal 15 al 17 marzo 2024 è la sua opposizione all’attuale leader del Cremlino, Vladimir Putin.

Nadezhdin, che rappresenta il partito di centrodestra Iniziativa Civica, senza seggi in Parlamento, sta cercando di raccogliere entro la fine di gennaio le 100.000 firme necessarie per permettergli di opporsi a Putin: lunedì 22 gennaio, riporta il Moscow Times, migliaia di russi si sono messi in fila a Mosca e in tutto il Paese per lasciare la propria firma a sostegno di Nadezhdin, che ha annunciato la sua candidatura a novembre 2023.

Nella sua biografia Nadezhdin, 60 anni, si definisce un fisico, un imprenditore e un politico: si è laureato in fisica e matematica all’Istituto di fisica e tecnologia di Mosca, e prima di entrare a contatto con la politica è stato ingegnere e ricercatore presso il Centro scientifico dell’Unione per lo studio delle proprietà della superficie del vuoto.

Nel 1990 è deputato del Consiglio comunale di Dolgoprudny, una cittadina della Russia europea centrale, a 20 km a nord della capitale, “dopodiché ha iniziato a legiferare ed è diventato deputato della Duma di Stato. Oggi Boris è deputato del Consiglio comunale di Dolgoprudny e padre di molti figli, tutti residenti in Russia”, recita il sito Nadezhdin 2024.

L’avvio di quella che il Cremlino ha definito “operazione militare speciale” in Ucraina è stato, secondo Nadezhdin, «un grosso errore»: lo ha ribadito durante una delle proteste organizzate dalle donne dei riservisti mobilitati da Putin per l’invasione avviata il 24 febbraio 2022.

«Putin era molto popolare in Russia perché dopo gli anni ‘90 portò stabilità e sicurezza», ha dichiarato a un giornalista della Bbc. «Stabilità e sicurezza sono state la ragione principale per sostenere Putin. Ora sempre più persone hanno già capito che stabilità e sicurezza sono finite».

Un sostenitore in fila a Mosca di fronte al quartier generale di Nadezhdin ha spiegato al Moscow Times che «il candidato ha promesso di porre fine alla guerra se eletto», e «questo è già un motivo molto forte per sostenerlo. La propaganda statale afferma che tutti sono contenti dell’attuale situazione in Russia, ma guarda quante persone ci sono qui».

L’uomo ha parlato in anonimato dato il rischio di persecuzione per le dichiarazioni contro la guerra. Poco dopo l’avvio dell’invasione in Ucraina, quasi due anni fa, la Russia ha approvato delle leggi che hanno introdotto dure pene detentive per chi “scredita” le forze armate o diffonde deliberatamente informazioni false su di loro.

Secondo il Moscow Times lunedì Nadezhdin ha raccolto più di 80.000 firme. Ha anche ottenuto il sostegno di Alexei Navalny, l’oppositore politico attualmente in carcere in una remota località artica, e dell’ex giornalista televisiva Ekaterina Duntsova, che a dicembre aveva annunciato la sua candidatura, rifiutata però dalla commissione elettorale russa: la donna non potrà partecipare alle prossime elezioni.

Non è ancora chiaro se Nadezhdin riuscirà a raggiungere le 100.000 firme necessarie e fino a che punto gli sarà permesso di continuare a criticare la guerra avviata da Putin e il suo Governo: “Per quasi 25 anni Putin ha costantemente distrutto le istituzioni chiave dello Stato moderno: un Parlamento indipendente, una Corte indipendente, il federalismo, l’autogoverno locale, la libertà di parola, elezioni eque, una vera concorrenza nell’economia e nella politica”, recita il suo manifesto. E continua: “Mi presento alle elezioni perché sono sicuro che oggi è mio dovere nei confronti del mio Paese, dei miei antenati e dei miei discendenti. […] Non mi perdonerò se non farò un tentativo per fermarlo”.

Leggi anche