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L’isola di Djerba diventa patrimonio Unesco

Si aggiunge alla lista un’altra parte di Tunisia. Sono 8, in totale, i siti del Paese che rientrano in questa categoria per il loro elevato valore socio-culturale e naturalistico
Credit: Lonely Planet
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27 settembre 2023 Aggiornato alle 09:00

Sono presenti nel mondo numerosi luoghi ai quali, con il tempo, è stata riconosciuta una loro valenza essenziale da un punto di vista culturale, naturale e storico anche nei riguardi di tutta la collettività, quindi bambini, donne, uomini (cittadini e non).

Il primo vero passo considerevole venne fatto a partire dagli anni ‘60 quando l’United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (Unesco) avviò una campagna al fine di tutelare la Valle dei Templi in Egitto.

Da questo momento, si sviluppò una forte consapevolezza di garantire un valore universale ai patrimoni culturali e naturali presenti nei vari territori europei e non solo.

Venne adottata, infatti, la World Heritage Convention nel 1972 a seguito della quale sono stati riconosciuti in totale 1.197 siti presenti in 168 Paesi del mondo.

A queste aree, si è aggiunta proprio di recente Djerba, un’isola al largo della Tunisia celebre per le spiagge e le città immerse nel deserto crocevia di numerose culture.

La scelta si è conclusa definitivamente nel corso della 45esima seduta del Comitato per I Patrimoni mondiali a Riad e il risultato raggiunto è stato sentito in maniera del tutto positiva e ha visto una forte collaborazione e un sentito impegno da parte di svariati stakeholders.

Il Ministero della Cultura di Tunisi, difatti, evidenzia “gli sforzi congiunti tra i vari Ministeri, alcune parti e la società civile” e definisce Djerba come “paesaggio culturale, testimonianza di una modalità di occupazione di un territorio insulare”.

Un traguardo notevole e un altro tassello che si aggiunge alla lista, ovvero agli 8 siti tunisini (7 culturali e 1 naturale) già considerati all’interno dei vai patrimoni mondiali.

La prima riconoscenza nei confronti della Tunisia come Paese di grande culto è stato il Parco Nazionale Ichkeul, incluso nell’elencazione sopra citata nel 1980, ospitando il lago d’acqua dolce più esteso di una catena che molto tempo addietro si espandeva attraverso il Nord Africa.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite Unesco ha riconosciuto altresì all’interno della Tunisia anche la Medina di Tunisi, Cartagine, l’Anfiteatro Romano di El Jem, Kerkouane, la Medina di Sousse, la Medina di Kairouan e Dougga come luoghi in cui si sono verificati incessanti match di numerose civiltà, intese e scambi di influenze socioculturali.

Non a caso, secondo i dati dell’Agenzia Ita, nel 2022 la Tunisia è stata visitata da 392.871 turisti registrando un incremento del 139,8% rispetto all’anno precedente.

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