Ambiente

Il viaggio di Legambiente nei cantieri della transizione ecologica è partito dal Piemonte

La cartiera Pirinoli di Roccavione è la prima tappa della campagna nazionale promossa dall’associazione ambientalista. Gestita da una cooperativa, racconta la sinergia tra ambiente ed economia
Credit: Francesco Doglio  

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25 aprile 2024 Aggiornato alle 15:00

La carta raccolta attraverso la differenziata viene suddivisa in due grossi gruppi: bianca e non bianca. Da lì origina il processo successivo, che trasformerà cartacce e cartoni usati in fogli di cartoncino patinato.

È questo il lavoro della cartiera Pirinoli di Roccavione (Cn), eccellenza piemontese e italiana nel campo del riciclo con più di 150 anni di storia. Da lì, al cospetto delle Alpi, è partita la campagna nazionale I cantieri della transizione ecologica di Legambiente, che l’11 aprile ha preso il via con un tour all’interno dello stabilimento. La guida è stata Silvano Carletto, appassionato presidente del cda della cartiera, oggi una cooperativa di dipendenti (76 associati sui 96 totali) che nel 2015 ha riaperto l’impianto fallito l’anno prima dopo un difficile periodo di crisi aziendali e cambi di proprietà.

Il lavoro di Legambiente, alla 18a tappa nel viaggio attraverso gli esempi virtuosi di transizione ecologica (la prima del 2024), è anche quello di mostrare come questo genere di attività non solo siano un toccasana per l’ambiente, ma abbiano anche importanti risvolti sul piano economico e occupazionale. Oggi la cartiera fattura 45 milioni l’anno, quasi come in passato (prima si attestava sui 50 milioni). «Il paese ha un rapporto stretto con la Pirinoli – dice la sindaca di Roccavione, Germana Avena – e l’introduzione della raccolta porta a porta nel 1996 ha avuto un effetto considerevole». Molto, infatti, dipende dalla qualità della raccolta differenziata, dove i rifiuti vengono filtrati e suddivisi per tipologia, facilitando il lavoro di riprocessamento. «In venti minuti, dall’inizio alla fine del percorso, passiamo dalle balle di carta alle bobine di cartoncino da 10 km ciascuna. Il nostro mercato è al 50% in Italia e al 50% all’estero», commenta Silvano Carletto.

«Questa realtà è strategica per gli obiettivi della campagna – aggiunge Giorgio Zampetti, direttore nazionale di Legambiente – perché vogliamo raccontare come i temi ambientali siano in sinergia con l’economia e l’occupazione». Motivo per cui, con Legacoop Piemonte, Legambiente Piemonte, Legambiente Valle d’Aosta e Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) l’idea è promuovere l’apertura di questo genere di realtà al pubblico. Anche in concomitanza con la Paper Week. «Sarebbe bello – sottolinea Carlo Montalbetti, direttore generale Comieco – che arrivasse un segnale verso Confindustria: aprite gli impianti. Sensibilizzare le persone significa fare bene la raccolta differenziata, che di per sé evita la produzione di CO2 per una quantità pari a 15 giorni di traffico veicolare in Italia».

Il nostro Paese, peraltro, ha già raggiunto l’obiettivo europeo dell’85% di riciclo di carta e cartone fissato entro il 2030. Almeno su questo, l’Italia è all’avanguardia.

Su 10.000 tonnellate di carta raccolta, tuttavia, alla fine del processo restano comunque 500 tonnellate di rifiuti non riciclabili che purtroppo finiscono in discarica, tema su cui Carletto intende lavorare. L’intero processo serve a eliminare la maggior parte delle sostanze non cartacee, come vetro (gettato nella raccolta carta per sbaglio), ma anche sabbia e plastica. Addirittura, negli anni, una volta è stata trovata una vecchia pistola e un’altra volta una bomba a mano, per fortuna senza conseguenze. La carta, comunque, viene sminuzzata, impastata con acqua e filtrata, per poi essere stesa, pressata, essiccata e ricomposta in quattro differenti strati, di cui il primo bianco. Poi, alla fine, vengono applicati altri tre strati di patina di carbonato di calcio (polvere di marmo in arrivo da Carrara) e caolino, affinché la superficie diventi stampabile.

La produzione della cartiera Pirinoli si utilizza soprattutto per il packaging dei prodotti. È importante, in tutto questo, il grosso investimento fatto negli ultimi anni, fra un impianto di depurazione dell’acqua in grado di soddisfare una cittadina di 25.000 abitanti, e un impianto a gas e vapore (7 milioni nel 2019) abbinato a nuove presse (6 milioni ad agosto 2023) per ridurre il fabbisogno energetico. «Siamo da sempre immersi nel riciclo – conclude Carletto – e abbiamo anche recuperato un’azienda fallita».

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