Diritti

Men vs Bear: perché le donne scelgono l’orso

Su TikTok, un trend che riguarda uomini e orsi è diventato virale grazie alle risposte delle donne che, davanti alla domanda su chi preferirebbero incontrare sole in un bosco, non scelgono gli uomini. Perché?
Credit: Geoff Brooks 

Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
6 maggio 2024 Aggiornato alle 11:00

“Preferiresti trovarti in un bosco da sola con un uomo o con un orso?”. Questa domanda è diventata virale dopo che la risposta della maggior parte delle donne (che hanno scelto l’orso) ha scatenato la furia dei commentatori (maschi), incapaci di accettare di essere rifiutati (strano) anche in uno scenario ipotetico.

Ad avviare la conversazione è stato l’account Screenshot HQ, che ha chiesto a sette donne se preferirebbero incontrare un uomo che non conoscono o un orso nella foresta. Solo una ha scelto un uomo. Da TikTok, il dibattito è diventato virale su tutti gli altri social, dove i risultati delle interviste hanno trovato conferma. La maggior parte delle donne che ha risposto o commentato non ha dubbi: preferiamo l’orso.

Meno d’accordo si sono dimostrati – prevedibilmente – gli uomini (#notallmen, ça va sans dire) che, offesi dall’ipotetico rifiuto e dal fatto che le donne preferirebbero affrontare un animale alto 3 metri e pesa 5 quintali dai canini aguzzi piuttosto che ritrovarsi sole con uno di loro, hanno sfoderato il solito arsenale: offese, aggressioni verbali, mansplaining, misoginia, immagini di orsi assassini e donne mutilate e meme dai vari livelli di violenza. (Dagli orsi, invece, nessun commento). Dimostrando, come se ce ne fosse bisogno, il motivo che ha portato le donne a scegliere il minore dei mali.

“Preferirei l’orso, perché così la cosa peggiore che può capitarmi è morire”, è uno dei commenti che, in forme diverse, è stato più condiviso. Dati alla mano, non si può che dar loro ragione.

Entriamo nei dettagli. Innanzi tutto, le possibilità di essere uccise da un orso sono nettamente minori a quelle di essere uccise da un uomo. Nell’ultimo anno, i femminicidi sono stati 120, 64 dei quali commessi da partner o ex partner, solo nel nostro Paese. Nello stesso periodo, le donne che in Italia sono state uccise da un orso sono state… zero.

Se allarghiamo lo sguardo a livello globale, i numeri delle donne uccise perché donne fanno impallidire: quasi 89.000 nel 2022. Il numero di vittime (maschili e femminili) degli orsi a livello annuale? Una trentina, in media.

Con solo 664 attacchi in tutto il mondo in 15 anni (pochissimi dei quali mortali, mediamente 1 all’anno negli Usa), le statistiche sono decisamente favorevoli per gli orsi, che si dimostrano molto meno letali degli uomini. Questi animali, infatti, tendono a stare lontani dagli umani perché ci percepiscono come un pericolo e nella maggior parte dei casi attaccano per proteggere i loro cuccioli quando minacciati.

E questo riguarda solo la possibilità di essere uccise, che sappiamo bene essere l’ultima e più drammatica forma che assume la violenza di genere, che si manifesta ogni giorno in una moltitudine di forme.

Secondo i dati dell’Oms, 1 donna su 3 in tutto il mondo ha subito almeno una forma di violenza nel corso della propria vita (questo significa che alcune ne hanno subite – a volte molte – più di una).

Stupri, molestie, catcalling, controllo, sessismo, discriminazioni, diffusione non consensuale di immagini intime, violenza psicologica, fisica, sessuale, economica, digitale, minacce: le sfumature della violenza di genere sono tante, troppe. Hanno tutte una cosa in comune: nessuna può essere commessa da un orso-. Tutte sono state commesse, e vengono commesse ogni giorno, da uomini.

“Sai, preferirei che fosse un orso perché se l’orso mi attacca, e riesco a uscire dal bosco, tutti mi crederanno e avranno compassione per me”, ha raccontato un’utente su TikTok parlando della risposta della sorella. “Ma se un uomo mi attacca e io ce la faccio a fuggire, passerò tutta la mia vita cercando di convincere la gente a credermi e ad avere simpatia per me”.

E ha ragione. Chi metterebbe in dubbio il racconto di una donna che dicesse di essere sfuggita dall’attacco di una bestia? E chi, di fronte al cadavere mutilato di una donna uccisa da un orso, chiederebbe com’era vestita, se aveva bevuto, cosa ha fatto per provocarlo? Si chiederebbe – e si otterrebbe – non giustizia, ma vendetta.

Non dimentichiamo, infatti, che anche a parità di “colpevolezza” il destino di orsi e uomini non è lo stesso. Lo abbiamo visto fin troppo bene la scorsa estate: se gli orsi sono un pericolo per gli umani si propone legge del taglione, di togliere loro la vita come se questa fosse “giustizia” o rendesse il (nostro) mondo più sicuro. Invece, sappiamo bene cosa accade troppe volte di fronte alla violenza maschile contro le donne: minimizzazione, normalizzazione, giustificazione. Si dice alle donne “denunciate” e poi le si rende vittime due volte, della vittimizzazione secondaria e della violenza istituzionale e giudiziaria che troppo spesso abitano i nostri luoghi di giustizia.

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