Bambini

Cina, epidemia di polmonite tra i bambini: cosa sappiamo finora

La Commissione nazionale per la salute ha rilevato un aumento delle malattie respiratorie tra i più piccoli; l’Oms ha chiesto chiarimenti. Per le autorità cinesi, i malanni sono causati da più agenti patogeni conosciuti
Credit: EPA/MARK R. CRISTINO 
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
28 novembre 2023 Aggiornato alle 08:00

Era il dicembre 2019 e stavano pian piano arrivando notizie di un misterioso virus che stava colpendo i cittadini di Wuhan. La Cina aveva smentito, parlando di notizie false. Tutto, però, non andava bene e quanto la situazione fosse grave lo avrebbe scoperto tutto il mondo in pochissimi mesi.

Sono passati 4 anni, dicembre è alle porte e dalla Cina arrivano nuove, e inquietanti, notizie: l’aumento dei casi e di ospedalizzazioni legate a malattie respiratorie simili alla polmonite tra i bambini nelle zone settentrionali del Paese. Si è alzato, prevedibilmente, il livello di allarme e la paura di una nuova pandemia. La domanda è sempre la stessa: dobbiamo preoccuparci? Ecco cosa sappiamo finora.

A metà novembre la Commissione nazionale per la salute cinese aveva rilevato un aumento dell’incidenza delle malattie respiratorie, in particolare tra i bambini, e avevano iniziato a circolare notizie di ospedali sovraccarichi per il numero dei ricoveri legati a queste patologie.

Il 22 novembre ProMed, il sistema di sorveglianza delle malattie emergenti dell’International Society for Infectious Diseases (Isid), che alla fine del 2019 aveva lanciato il primo allarme sul quello che poi sarebbe stato ribattezzato Sars-CoV-2, ha emanato una nota relativa a casi di “polmonite non diagnosticata” nei bambini, che presentavano febbre alta e noduli nei polmoni ma non tosse o altri sintomi. Nella nota si leggeva “con lo scoppio della polmonite in Cina, gli ospedali pediatrici di Pechino, Liaoning e altri luoghi sono stati sopraffatti da bambini malati, e le scuole e le classi sono sull’orlo della sospensione”. I genitori si sono chiesti se le autorità stessero nascondendo l’epidemia.

Il documento parlava di ospedali sovraffollati e tantissimi ricoveri. “Alcune lezioni scolastiche sono state addirittura cancellate del tutto - si legge - non solo tutti gli studenti sono malati, ma anche gli insegnanti sono infettati dalla polmonite”.

Il 22 novembre, l’Oms ha chiesto chiarimenti in merito alla situazione. In risposta, le autorità sanitarie cinesi hanno dichiarato che l’epidemia è dovuta alla sovrapposizione di una serie di agenti patogeni respiratori già conosciuti (come micoplasma pneumoniae, RSV, adenovirus e influenza) e che non è stato rilevato alcun nuovo agente patogeno.

Sebbene il livello di malattia sia insolitamente alto per questo periodo dell’anno, ha scritto il giorno dopo l’Oms, non è insolito che l’inverno porti malattie respiratorie. Per questo, la raccomandazione è quella di indossare mascherine, restare a casa quando si è malati, lavarsi le mani regolarmente e, in generale, prendere precauzioni di base per ridurre il rischio, ma al momento non sono necessarie restrizioni di viaggio.

“Sono disponibili informazioni limitate e dettagliate per caratterizzare pienamente il rischio complessivo di questi casi segnalati di malattie respiratorie nei bambini. Tuttavia, a causa dell’arrivo della stagione invernale, si prevede un trend in aumento delle malattie respiratorie; La co-circolazione di virus respiratori può aumentare il carico sulle strutture sanitarie”, spiega la nota diffusa.

Il micoplasma pneumoniae, che causa la polmonite tra i bambini di età pari o superiore a 5 anni, ha scatenato epidemie in Cina periodicamente, ogni 2 o 4 anni. Secondo la società di analisi dei dati sanitari Airfinity Ltd riportati da CnbcTv, però, l’ultimo tasso di positività al micoplasma a Pechino (pari al 40%) è circa 1,3 volte superiore rispetto al picco del 2019: è stato tenuto sotto controllo in Cina per quasi 2 anni grazie alle contromisure Covid che da allora, però, sono state revocate.

Una delle possibili motivazioni dell’amento del numero dei ricoveri legati polmoniti sarebbe proprio la fine delle restrizioni dopo un lungo periodo di isolamento: rendendo meno frequenti i contagi di malattie come l’influenza, infatti, si sono abbassati l’esposizione alla malattia e la risposta immunitaria, rendendo i sintomi più seri.

C’è anche un altro aspetto: alcune di queste infezioni, infatti, devono essere trattate con antibiotici. La Cina, però, ha la più alta incidenza al mondo di micoplasma pneumoniae resistente alla classe di antibiotici chiamati macrolidi: “Fino al 60-70% dei casi negli adulti e fino all’80% dei casi nei bambini non rispondono allo Zithromax e a farmaci simili, ha detto Yin Yudong, un medico di malattie infettive dell’ospedale Chaoyang di Pechino, il principale centro nazionale per le malattie respiratorie”, ha spiegato il New York Times.

Ma non solo in Cina: anche in Francia cominciano a diffondersi polmoniti sospette. Secondo i dati forniti dalle autorità sanitarie di Parigi, gli accessi in pronto soccorso e gli interventi d’emergenza per polmonite nei bambini under 15 anni hanno raggiunto livelli molto anni, che non si vedevano da 10 anni. I sospetti principali rimandano al Mycoplasma pneumoniae.

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