Diritti

Domani entrerà in vigore il “Codice Rosso” rafforzato

Il Decreto Legge 122/2023 prevede che le donne che denunciano violenze di genere siano ascoltate entro 3 giorni. Intanto, i femminicidi nel 2023 hanno superato quota 80
Credit: Jacqueline Day
Tempo di lettura 4 min lettura
29 settembre 2023 Aggiornato alle 09:00

Domani, 30 settembre, entra in vigore il Decreto Legge 122/2023 che, dotato di un solo articolo, modifica la cosiddetta Legge “Codice Rosso” (DL 69/2019), formulata per contrastare la violenza di genere e garantire supporto alle vittime.

Il Decreto obbliga i Pubblici Ministeri (PM) ad acquisire informazioni sulle donne vittime di violenza domestica e di genere, pena la possibilità, per i procuratori della Repubblica, di revocare l’assegnazione del procedimento al PM.

La legge “Codice Rosso” ha posto al centro la tempestività degli interventi per evitare conseguenze potenzialmente fatali. Il decreto introdotto, secondo Giulia Bongiorno, prima firmataria e deputata della Lega, «rappresenta in questo senso un importantissimo passo avanti. Adesso, se la vittima di violenza non viene ascoltata entro i 3 giorni previsti dal Codice Rosso, il procuratore potrà revocare l’assegnazione del fascicolo, assegnandolo a chi è invece in grado di intervenire subito».

Altra novità, l’allungamento dei tempi per sporgere denuncia: la vittima ha 12 mesi per farlo e non più 6 come in precedenza. Inoltre, modificata la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Il giudice, poi, al fine di garantirne il rispetto, può predisporre anche il ricorso al braccialetto elettronico.

Dopo l’entrata in vigore del “Codice Rosso”, le misure di prevenzione sono applicabili anche al reato di maltrattamento nei confronti del coniuge o del convivente. Ma bastano tutto ciò?

Dagli “Orientamenti in materia di violenza di genere” della Procura generale della Cassazione del 3 maggio, elaborati dopo un confronto con le Procure generali, emerge che gli strumenti esistono e sono efficaci. Il problema è nella loro applicazione, che fa i conti con criticità organizzative dovute sia allo scarso personale della magistratura e della polizia giudiziaria che, soprattutto, alla carenza di formazione degli operatori, a partire proprio dalla polizia giudiziaria e dai servizi sociali. Queste figure sono importanti affinché si possano identificare i rischi per le vittime e per distinguere casi di violenza domestica da altri di conflittualità familiare.

La parlamentare del M5S Daniela Morfino, in dichiarazione di voto in Aula, ha affermato: «Io questo problema drammatico lo ho vissuto. Conosco bene il dramma che vivono queste donne. Questa legge non risolve il problema. Votiamo a favore ma se vogliamo davvero fermare questa tragedia bisogna fare molto di più».

Il dato sui femminicidi resta drammatico. Dal 1° gennaio al 24 settembre 2023, il Viminale ha registrato 243 omicidi, di cui 84 donne (numero stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso), 69 casi in ambito familiare/affettivo e 48 vittime uccise dal partner o ex-partner, di cui 44 di sesso femminile. E sono aumentati negli ultimi anni tutti i reati “spia” di violenza di genere: maltrattamenti contro familiari e conviventi (+17,8% nel 2022 sul 2019), stalking (+16,2%) e violenze sessuali (+28,8%).

Una flessione sembra registrarsi nei primi 7 mesi di quest’anno, ma i dati sono ancora soggetti a variazioni. Questi reati hanno in larga parte le donne come vittime: nel 91% delle violenze sessuali, nell’81% dei maltrattamenti familiari, nel 74% dei reati di stalking.

In Europa è in atto una stagione di riforme per i reati sessuali: la Spagna ha approvato nel 2022 la legge “Solo Sì è Sì”; il Belgio ha attuato la nuova legislazione sul femminicidio approvata un anno fa; la Francia ha invece introdotto recentemente la norma sull’uguaglianza economica e professionale.

«La violenza di genere inizia spesso da quella economica ed è una delle espressioni di abuso contro le donne più diffuse oggi e tuttavia sottovalutata», afferma Claudia Segre, presidente e fondatrice della Global Thinking Foundation. Secondo lo European Institute for Gender Equality, il costo sociale della violenza sulle donne è di 39 miliardi di euro, «un danno sociale enorme dovuto a un’incapacità di stabilire norme chiare che permettano come minimo di arginare quella carenza di formazione di forze di polizia, avvocatura e magistratura, nonostante questa sia stata resa obbligatoria nella Convenzione di Istanbul e nell’articolo 5 del Codice Rosso», aggiunge Segre.

Il nuovo decreto entrerà in vigore fra qualche giorno, ma ciò che sembra mancare è l’applicazione delle norme già introdotte. Intanto, una donna ogni 3 giorni, è vittima di femminicidio.

Leggi anche
Leggi
di Costanza Giannelli 3 min lettura
Violenza di Genere
di Costanza Giannelli 5 min lettura