Diritti

Usa, armi: mamma repubblicana chiede leggi più severe

Dopo la sparatoria alla Covenant School di Nashville a marzo, dove sono stati uccisi 3 bambini, Melissa Alexander e altri genitori si battono per misure più rigide contro il possesso di pistole e fucili
Kathy Chambers, a sinistra, analista di politica legislativa, al Campidoglio del Tennessee con Melissa Alexander (in camicia bianca) e, da sinistra, Elaine Eisinger, Becky Hansen e Sarah Shoop Neumann.
Kathy Chambers, a sinistra, analista di politica legislativa, al Campidoglio del Tennessee con Melissa Alexander (in camicia bianca) e, da sinistra, Elaine Eisinger, Becky Hansen e Sarah Shoop Neumann. Credit: Joshua Lott/Washington Post
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25 agosto 2023 Aggiornato alle 07:00

A Nashiville, in Tennessee, in una sala conferenze si sono incontrati Melissa Alexander (44 anni) e Gino Bulso (61 anni), entrambi membri del Partito Repubblicano, per discutere urgentemente di sicurezza dei bambini e di armi.

La cultura delle armi è radicata negli Usa: una faccenda tutta americana e legata alla sua storia; un fenomeno di difficile comprensione. Eppure, quando si verificano tragedie che ti coinvolgono personalmente, alcune convinzioni cominciano a vacillare.

Lo scorso 27 marzo, quando il figlio di Melissa Alexander (9 anni) era a scuola, un uomo armato ha fatto irruzione alla Covenant School di Nashville, uccidendo 6 persone, 3 adulti e 3 bambini. La sparatoria ha scatenato una rara esplosione di sostegno per leggi più severe sulle armi; ma nel Tennessee, conservatore, la strada verso il cambiamento è tutta in salita.

E così Melissa Alexander ha deciso di diventare lei stessa attivista, unendosi a quelle voci che già chiedevano al legislatore Bulso di adottare misure più rigorose. Ora lo Stato si trova al cento di una discussione nazionale attorno al tema, che sta portando molti repubblicani conservatori a riconsiderare i diritti dei possessori di armi. Il cambiamento (si spera) potrebbe arrivare proprio dalla spinta dell’opinione pubblica.

Genitori Usa in lotta per la sicurezza nelle scuole

La sparatoria alla Covenant School è stata un evento che ha scosso l’intera comunità, lasciando dolore, paura e domande incolmabili. Ma da quel buio, sembra essersi accesa una luce: quella dei genitori decisi a fare la differenza.

Proprio Melissa Alexander è stata uno dei cuori pulsanti di questo movimento: insieme a Sarah Shoop Neumann ha deciso di organizzarsi in gruppo (genitori, madri e padri degli alunni della Covenant) per incontrare i legislatori, parlare pubblicamente e sensibilizzare sulla questione “armi” attraverso i social media. Il loro obiettivo, però, non è reagire alla sparatoria, ma prevenirne altre.

Infatti, le leggi sulla sicurezza nelle scuole sono al centro del dibattito politico da diversi anni, ma fino a ora i legislatori si sono concentrati sull’aggiunta di agenti di sicurezza armati all’interno degli edifici. Una misura che, secondo Alexander e altri genitori, non è sufficiente.

La strada per arrivare al cambiamento, però, è costellata di ostacoli: i legislatori repubblicani hanno idee diverse ma, all’interno del partito stesso, esistono opinioni divergenti.

Nonostante le difficoltà, Alexander è rimasta determinata, e ha continuato a lottare per il cambiamento. Tra incontri e momenti di riflessioni, ha fatto emergere un aspetto importante: la necessità di comunicare e ascoltare con rispetto, anche quando in disaccordo. E ha cercato di capire il loro punto di vista, di trasmettere il suo messaggio con gentilezza, convinta che il cambiamento potesse scaturire da piccole vittorie.

In questo senso, la sua conversazione con Bulso è stata particolarmente significativa, perché in quel momento è emerso uno dei nodi centrali del dibattito: le armi come causa di violenza contro il declino morale della città. E, nonostante le divergenze di opinione, si è rivelato un desiderio comune nel miglioramento della sicurezza.

Il futuro, in questo senso, rimane però incerto, e le sfide da affrontare sono ancora molte, tuttavia, le voci che si alzano contribuiscono a plasmare il dibattitto sulla sicurezza nelle scuole. E in un’epoca n cui le opinioni sono spesso polarizzate, l’approccio al dialogo aperto e all’impegno costruttivo è un faro di speranza.

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