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Chatti mentre cammini per strada? Sei a rischio caduta

Un nuovo studio ha confermato una verità che non ci stupisce. Ma che dovrebbe comunque farci riflettere sui rischi che corriamo ogni giorno, camminando con la testa chinata
Credit: Karl Hedin
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
11 agosto 2023 Aggiornato alle 09:00

Scrollare sui feed dei social network o sulle pagine dei siti di informazione è un gesto talmente consolidato che ormai ognuno di noi lo fa senza nemmeno rendersene conto. Così come digitare compulsivamente per mandare messaggi.

Automatismi, triangolazioni tra mano, smartphone e occhi che si compiono praticamente in ogni momento della giornata ma che, in certi frangenti, possono costare caro.

È questa la conclusione, per la verità abbastanza scontata, alla quale è giunto uno studio pubblicato sulla rivista Heliyon, che ha confermato che chi manda messaggi mentre cammina per strada ha maggiori probabilità di avere infortuni o incidenti.

A passeggiare con lo sguardo fisso al proprio smartphone sarebbe fino all’80% delle persone, sia giovani che meno giovani, un dato alto e indubbiamente poco rassicurante che ha spinto l’autore della ricerca, il neuroscienziato e ingegnere presso l’Università del New South Wales (Australia) Matthew Brodie, a «indagare sui pericoli di questo comportamento. Volevo sapere se sono reali o immaginari e misurare il rischio in modo ripetibile».

Insieme a una squadra di ricercatori ha quindi reclutato 50 studenti universitari, ai quali ha chiesto di camminare lungo una passerella creata appositamente e dotata, a un certo punto, di una piattaforma realizzata in modo che chiunque la calpestasse scivolasse.

Per evitare infortuni reali i ragazzi e le ragazze hanno indossato un’imbracatura di sicurezza, dotata di sensori utili per raccogliere i dati relativi ai loro movimenti, poi è stato chiesto loro di camminare inviando messaggi.

Prima di iniziare agli studenti è stato anticipato che sarebbero potuti scivolare ma non quando, così da consentire ai ricercatori di studiare se e come avrebbero cercato di prevenire< questa eventualità. Alcuni hanno rallentato e camminato con un passo più cauto, altri hanno invece accelerato.

Questi comportamenti diversi hanno confermato che non esiste un approccio unico alla prevenzione degli incidenti e che, soprattutto, la prudenza non basta a contrastare il rischio di caduta o infortunio. I ricercatori hanno infatti scoperto che l’angolo medio del tronco, durante una caduta, aumenta significativamente se questa avviene mentre si messaggia.

Trovarsi di fronte a piccoli o grandi ostacoli fisici quando si cammina e non essere in grado di vederli perché con lo sguardo fisso verso il basso, non è ovviamente l’unico rischio di una messaggistica compulsiva on the road.

Non guardare dove si va, infatti, impedisce anche di vedere la segnaletica stradale o la presenza di altre persone sulla nostra traiettoria.

Lo studio non rivela una novità assoluta, visto che la distrazione che deriva dall’uso di dispositivi tecnologici sulle strade è nota, in auto ma anche a piedi. Alcuni mesi fa il vocabolario Treccani aveva perfino coniato un termine ad hoc, smombie, che indica “chi cammina per strada senza alzare lo sguardo dallo smartphone, rischiando di inciampare, scontrarsi con altre persone, attraversare la strada in modo pericoloso”.

Le persone, dunque, ne hanno piena consapevolezza ma la dimensione digitale ha assunto un’importanza talmente grande nelle nostre vite che sembra impossibile disfarsi del cellulare anche per solo per pochi minuti.

E se proprio per questo le campagne di sensibilizzazione negli anni si sono dimostrate inefficaci, i ricercatori hanno suggerito una nuova via: dotare gli smartphone di una funzione che rilevi che il soggetto è in movimento e che automaticamente blocchi lo schermo, impedendo l’invio di messaggi di testo fino alla sosta.

In attesa di capire se qualche big del settore tech raccoglierà il suggerimento, non resta che riflettere in autonomia, posare il telefono mentre si cammina e rimandare le conversazioni epistolari a un secondo momento.

Anche perché, come se non bastasse, nello stesso studio è stato scoperto che anche la qualità dei messaggi scritti mentre si cammina diminuisce rispetto a quelli di quando si è fermi.

Oltre al danno anche la beffa.

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