Bambini

Invalsi: quanto sono preparati gli studenti?

Mentre gli effetti della pandemia continuano a influire sull’apprendimento, il Sud registra i risultati più bassi, con conseguenze negative per la dispersione scolastica “nascosta” (oggi all’8,7%)
Credit: Max Fischer
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14 luglio 2023 Aggiornato alle 11:00

Il rapporto Invalsi 2023 ha coinvolto oltre 12.000 scuole italiane, sottoponendo più di 1 milione di allievi della scuola elementare, circa 570.000 delle scuole medie e oltre 1 milione delle superiori a test di valutazione per sondare il loro livello di preparazione.

I risultati complessivi mostrano una situazione di maggiore difficoltà nelle scuole del Sud, dove si fatica già dalle elementari a raggiungere gli obiettivi di apprendimento stabiliti come minimi. A livello nazionale, tuttavia, 3 studenti delle medie su 5 hanno una preparazione soddisfacente, mentre alle superiori il 50% è carente in matematica e il 49% in italiano. Va meglio con l’inglese: in questo caso la crescita nel livello di preparazione nel Reading e nel Listening è costante dal 2021.

Secondo la ricerca, genere, regolarità negli studi, contesto economico-sociale della famiglia di provenienza e l’ambiente geografico in cui si vive influiscono sui risultati che gli studenti hanno conseguito nel test. In particolare, se il genere è meno rilevante sul fronte delle materie umanistiche (le ragazze hanno l’1% in più del punteggio rispetto ai maschi), in matematica le studentesse raggiungono fin dalle elementari il 6% in meno dei risultati rispetto ai loro compagni e il divario si mantiene costante fino alle superiori.

Il luogo di origine è, tuttavia, il fattore che pesa maggiormente. Già dalla scuola primaria si osservano esiti inferiori nel caso di studenti che hanno un background migratorio: questi raggiungono punteggi del 22% in meno rispetto ai loro compagni nati e cresciuti in Italia, una differenza che scende al 16% quando gli studenti sono “stranieri di seconda generazione”. Alle medie il divario per coloro che sono da poco in Italia cresce fino al 27% per poi tornare al livello delle elementari quando gli studenti accedono alle superiori. Per la matematica, invece, la differenza è quasi dimezzata.

Allo stesso tempo, dalle elementari fino alle superiori, Sud e Isole riportano una situazione più critica nei risultati in confronto al Nord Italia. I picchi riguardano soprattutto le materie scientifiche. Sebbene la maggior parte degli studenti della scuola primaria raggiunga almeno una fascia individuata dalla ricerca come livello di conoscenza base in matematica, in alcune Regioni meridionali i risultati del test sono inferiori del 40% rispetto a quelli raccolti nelle scuole del Settentrione. Anche alle medie le notizie non sono buone. In regioni come Calabria e Sicilia, infatti, i punteggi si rivelano più bassi del 50%.

Il rapporto Invalsi 2023 può inoltre rappresentare una lente per leggere gli effetti della pandemia sui giovani studenti. Il calo rilevante tra i risultati registrati in italiano alle elementari come alle superiori tra 2019 e 2023, per esempio, sembra mostrare uno strascico delle conseguenze del lockdown sull’apprendimento e la preparazione degli allievi che va oltre il breve periodo.

Ma a pesare su bambini e ragazzi è anche la dispersione scolastica. Oltre al problema rappresentato da chi lascia la scuola prima di concludere gli studi, il report fotografa un altro aspetto della dispersione: anche chi conclude il ciclo scolastico non possiede sempre il bagaglio di competenze minime che avrebbe dovuto raggiungere nel suo percorso. Questa situazione può mettere il giovane in difficoltà quando entra nel mondo del lavoro e impedire a lui o lei di raggiungere i risultati sperati.

In questo caso si parla di “dispersione implicita o nascosta”, un fenomeno che nel 2019 si attestava al 7,5% e al 9,8% nel 2021, probabilmente a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 la dispersione ha iniziato a ridursi e quest’anno segna l’8,7%. La maggiore fragilità scolastica colpisce però ancora una volta il Sud, soprattutto in Campania, dove la mancanza di interventi strutturali condanna quasi 1 studente su 5 a non possedere le conoscenze di base quando finisce le superiori.

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