Reddito cittadinanza, il primato della Campania
Si torna nuovamente ad affrontare il tema tanto discusso del reddito di cittadinanza, strumento che, dal momento della sua introduzione, ha sempre suscitato opinioni forti e contrastanti sotto vari aspetti.
Stando alla definizione offerta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si tratta di una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’inclusione sociale.
Consiste in un sostegno economico integrativo dei redditi familiari in concomitanza con un percorso di reinserimento nel mondo del lavoro e di inclusione sociale.
Infatti, il Piano nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, basato proprio sul reddito di cittadinanza, persegue l’obiettivo di trovare un punto di incontro bilanciato tra un sostegno economico e un percorso di inclusione sociale personalizzato, progettato per far fronte ai bisogni specifici del nucleo familiare che lo richiede.
La prospettiva finale è quella di sostenere gli individui nella lotta contro la povertà, assicurando pari servizi sociali a livello nazionale e offrendo programmi di inclusione sociale sulla base delle condizioni e delle esigenze di ognuno di essi.
La domanda per usufruire del beneficio, la quale può essere accettata o respinta in base a particolari condizioni, deve essere effettuata da uno dei componenti del nucleo familiare; nel caso in cui quest’ultimo sia composto da uno o più soggetti di età pari o superiore ai 67 anni prende il nome di pensione di cittadinanza.
Passando all’analisi di alcuni dati per avere un quadro completo di quale sia effettivamente l’uso di tale misura nel nostro paese, secondo il Report offerto dall’Osservatorio sul Reddito e Pensione di Cittadinanza dell’Inps, a presentare domanda per usufruire del RdC nel 2019 sono stati ben 1,64 milioni di nuclei familiari, numero maggiore rispetto a quello registrato per il 2020 che ammonta a 1,46 milioni; nel 2021 si registra ancora un calo, con un numero pari a 1,16 milioni di nuclei familiari, circa 97.000 nuclei al mese.
Relativamente poi all’analisi dei casi in cui la proposta è stata accolta, stando ai dati finora registrati per i primi 7 mesi del 2022, sono quasi 2,5 milioni i nuclei beneficiari, per un totale di persone coinvolte pari a 3,5 milioni. Inoltre, tali numeri dimostrano un netto calo rispetto al costante aumento degli anni precedenti: nel 2019, infatti, sono circa 1,1 milioni i nuclei che hanno beneficiato di almeno una mensilità, portando a un totale di 2,7 milioni di persone coinvolte nella misura, passando a 1,6 milioni di nuclei nel 2020, che ha portato a un totale di 3,7 milioni beneficiari, per finire nel 2021 dove si registra un ulteriore aumento, con 1,8 milioni di nuclei beneficiari di almeno una mensilità, per un totale di circa 4 milioni di soggetti.
Per quanto riguarda l’importo medio mensile, dipendente da vari indici, è in costante aumento, partendo da una media di 492 euro nel 2019 a una media di 555 euro nel 2022.
Inevitabilmente, parte delle domande presentate viene respinta, principalmente per la mancanza o il venir meno di uno o più requisiti necessari per avere accesso al RdC; infatti, il diritto è stato revocato o respinto a circa 190.000 nuclei nei primi 6 mesi del 2022, a fronte dei 257.000 nel 2020 e dei 346.000 nel 2019, con la causa più frequente della variazione dell’Isee e della variazione dei componenti del nucleo.
Dati interessanti riguardano poi, in particolare, la distribuzione del reddito di cittadinanza a livello territoriale e ponendo particolare attenzione alle caratteristiche dei beneficiari.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, secondo i dati Inps di agosto 2022, i beneficiari totali della misura ammontano a 2,5 milioni, di cui la maggior parte, circa 1,7 milioni, risiedono al Sud e nelle Isole, 442.801 risiedono al Nord e 340.241 risiedono nel Centro Italia. Infatti, entrando nello specifico, la regione dove sono presenti più beneficiari è proprio la Campania con 628.750 soggetti (25,2%); è seguita, poi, da Sicilia con 516.000 (20,7%), Puglia con 241.000 (9,7%) e Lazio con 232.000 (9,2%). Al contrario, la regione dove si registra il minor numero di beneficiari è, invece, la Valle d’Aosta con 1.453 beneficiari, seguita da Trentino-Alto Adige con 7.433 beneficiari e Molise con 11.515.
Relativamente, invece, alle caratteristiche dei beneficiari soggetti al Patto per il Lavoro, che hanno diritto quindi al RdC, secondo il Report fornito dall’Anpal, il genere femminile continua a predominare, rappresentando il 52,7% del totale; da un lato si nota, poi, una maggiore presenza femminile nelle regioni del Nord, con una quota pari al 53,6% del totale di riferimento, mentre dall’altro la minor presenza si registra, invece, nelle Isole, dove la quota è pari al 52%.
Con riferimento all’età, i dati affermano che, a beneficiare della misura, sono principalmente i giovani; infatti, i beneficiari con età inferiore ai 29 anni sono pari 38,6% del totale, a livello nazionale, e il 56% ha un’età inferiore ai 40 anni. Questi dati confermano la presenza di beneficiari mediamente più giovani nelle regioni del Sud e nelle Isole, rispettivamente con il 40,5% e il 38,5%, a fronte di beneficiari più adulti al Nord, dove la percentuale degli under 40 è pari al 48,3%.
Nonostante i pareri contrastanti su questa misura, però, una cosa è certa; secondo quanto affermato nel Rapporto Annuale 2022 dell’Istat, le misure di sostegno economico, tra cui il Reddito di Cittadinanza, avrebbero contribuito, nel 2020, a evitare il superamento della soglia della povertà assoluta a circa 1 milione di cittadini, ricoprendo un ruolo fondamentale anche nella riduzione dell’intensità della povertà, la quale, in assenza di sussidi, avrebbe sfiorato i 10 punti percentuali in più, raggiungendo il 28,8%, a fronte, invece, del 18,7% osservato.
Resta comunque una figura molto dibattuta e controversa nel nostro paese di cui, dopo aver fotografato la sua distribuzione, è possibile affermare che, al momento, i maggiori beneficiari sono i residenti al Sud e nelle Isole, le donne e i più giovani.