Ambiente

Sostenibilità: per le piccole isole è un traguardo lontano

L’Osservatorio Isole Sostenibili ha presentato i dati del V° rapporto su 27 isole marittime abitate. «Alcune sono sulla buona strada, altre troppo indietro», ha spiegato Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente
Credit: Samuel C.
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26 giugno 2023 Aggiornato alle 09:00

L’Italia fa fatica a contrastare il cambiamento climatico. E, nonostante qualche timido passo in avanti sulla terraferma, sulle isole minori la sostenibilità è un traguardo ancora molto lontano.

Gestione dei rifiuti, mobilità a zero emissioni, ciclo delle acque, energia rinnovabile e lotta al consumo del suolo: sono tra i tanti obiettivi da raggiungere. A dirlo sono i dati del V Rapporto “Isole Sostenibili – Le sfide della transizione ecologica nelle isole minori”, redatto dall’Osservatorio sulle isole minori di Legambiente e Cnr-Iia.

Nello specifico, sono state prese in esame 27 isole marittime abitate ed è stato calcolato l’indice di sostenibilità medio tenendo conto di vari fattori come consumo di suolo, rifiuti, acqua, energia, aree protette, mobilità e regolamenti edilizi. Risultato? Un piccolo 40%.

Alcune isole, però, sono più sostenibili di altre. Per esempio, tra le più avanti nel percorso verso la sostenibilità ci sono le Isole Tremiti, con un indice pari al 53%, seguite dalle Egadi, dalle Eolie e dalle Pelagie, che raggiungono il 49%. Buoni risultati anche per l’isola di Capraia, che si attesta al 47%.

La Maddalena, che presenta un indice al 21%, è una delle isole più in ritardo; fanno seguito l’Elba (26%) e Ischia (29%).

Nel complesso, secondo Legambiente e Cnr-Iia, gli obiettivi che tutte queste 27 isole prese in esame si devono prefiggere, sono 7. Il primo è legato alla governance, ossia l’implemento di un coordinamento tra isole e Ministeri; il secondo è rappresentato dall’adattamento, ossia il puntare a zero consumo di suolo.

Terzo obiettivo la mitigazione, puntando ad avere isole 100% sostenibili entro il 2050; il quarto obiettivo è legato invece ai rifiuti: riduci, riusa, ricicla, recupera. Ma anche zero perdite (quinto obiettivo) con il recupero delle acque piovane, zero pollution, migliorando i sistemi di depurazione e, infine, mobilità sostenibile a zero emissioni.

«Quest’anno il report Isole Sostenibili si è posto come obiettivo quello di tentare di “quantificare” gli sforzi fatti dalle amministrazioni e lo stato attuale di sostenibilità di ogni isola attraverso l’indice di sostenibilità – spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – I valori non sono pienamente soddisfacenti, accanto ai punti di forza sono emersi tanti punti di debolezza».

E prosegue: «Alcune isole sono sulla buona strada, altre sono ancora troppo indietro. Serve un cambio di passo attraverso obiettivi e azioni efficace. Le proposte dell’Osservatorio Isole Minori vanno in questa direzione e attraverso lo strumento dell’indice di sostenibilità vogliamo spronare le amministrazioni locali, ma anche gli altri stakeholder a velocizzare alcuni percorsi consolidati e investire in innovazione e politiche ambiziose».

Ma quali sono le proposte dell’Osservatorio? Vediamole insieme. Per raggiungere i 7 obiettivi prefissati, Cnr-Iia e Legambiente individuano 4 azioni concrete da poter mettere in campo. Prima di tutto suggeriscono la creazione di una cabina di regia unica presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per migliorare e supportare la governance dei territori; poi, di redigere Piani di sviluppo sostenibile al 2030 per le isole Minori.

Ancora, propongono di creare un coordinamento unico sulla gestione dei fondi del Pnrr, per sfruttare al meglio le opportunità che il Piano offre; infine, potenziare il ruolo dell’Associazione Ancim affinché accresca sempre di più il proprio ruolo di coordinamento tra le isole minori e il Governo Centrale.

«Alla base di un progetto ben inserito in un contesto geografico peculiare, è importante che ci sia una fase preliminare che preveda l’ascolto del territorio come comunità locali, amministrazioni, associazioni ambientaliste e di categoria – dichiara Paolo Sammartino, Chief Operating Officer di Renexia – Renexia ha sempre adottato un modello in grado di coinvolgere nelle diverse fasi di avanzamento tutti i soggetti a vario titolo interessati».

Francesco Petracchini, direttore di Cnr-Iia parla invece dell’importanza della tutela della biodiversità nelle isole minori: «Le isole sono dei paradisi di biodiversità, ecosistemi unici ma allo stesso tempo fragili e stressati da flussi turistici condensati nei periodi estivi».

E conclude: «Il Cnr, capofila del centro nazionale per la biodiversità, è in prima linea nello studio anche di simili contesti e nella ricerca di soluzioni ai problemi che tuttora persistono. In tale ottica, le isole si presentano come laboratori ideali per lo sviluppo di idee innovative nella direzione della transizione ecologica e all’incremento della tutela dei propri territori. I fondi del Pnrr isole verdi sono da questo punto di vista un’opportunità unica da cogliere nei prossimi anni per mettere in cantiere progetti virtuosi nel percorso verso la sostenibilità».

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