Futuro

Basta doomscrolling, che ti fa male!

Secondo la Texas Teach University, navigare compulsivamente sul web alla ricerca di cattive notizie può danneggiare la nostra salute, mentale e fisica
Credit: Uday Mittal
Tempo di lettura 4 min lettura
9 settembre 2022 Aggiornato alle 11:00

Quante volte al giorno ci capita di scorrere le news, preoccupati, sul nostro smartphone? Secondo uno studio realizzato da alcuni ricercatori della Texas Tech University, potrebbe non essere sano per la salute mentale e fisica.

Il doomscrolling, la tendenza a continuare a muovere il dito su e giù per leggere le cattive notizie, anche se sono scoraggianti o deprimenti, è una tendenza che per molti è nata durante la pandemia e, probabilmente, rimarrà. Lo studio pubblicato sulla rivista Health Communication, intitolato Catturati in un mondo pericoloso: il consumo problematico di notizie e la sua relazione con il malessere mentale e fisico, citato dal Guardian, ha rilevato che il 16,5% dei 1.100 adulti statunitensi intervistati ha mostrato segni di un consumo di notizie “gravemente problematico”. Più leggevano news, più crescevano l’ansia, lo stress e la cattiva salute.

L’ultimo report di Datareportal sull’utilizzo di Internet nel mondo ha mostrato un sensibile aumento dell’uso della rete e dei social, con una media di 6 ore e 58 minuti al giorno, ovvero il 40% del tempo che passiamo svegli.

Secondo il ricercatore presso la Texas Tech University Bryan McLaughlin, autore principale dello studio, i canali e la possibilità di fruire notizie per 24 ore al giorno potrebbe portare a un «costante stato di allerta in alcune persone, facendo sembrare il mondo un posto oscuro e pericoloso». Questi individui potrebbero entrare in un loop, un circolo vizioso in cui, invece di estraniarsi, vengono attirati sempre di più, «ossessionati dalle notizie e controllando continuamente gli aggiornamenti per alleviare il loro stress emotivo. Ma in realtà non aiuta, e più controllano le notizie, più queste interferiscono con altri aspetti della loro vita», ha aggiunto McLaughlin.

Circa il 27,3% degli intervistati ha segnalato livelli “moderatamente problematici” di consumo di notizie, il 27,5% è stato colpito in modo minimo e il 28,7% non ha riscontrato problemi. Non tutti i lettori mostrano effetti psicologici tangibili, ma una parte rilevante ha ottenuto un punteggio elevato su 5 dimensioni problematiche del consumo di notizie elencate dai ricercatori: essere assorbito dal contenuto delle news, essere preoccupato per le notizie, tentare di ridurre l’ansia consumando più notizie, avere difficoltà a evitare le notizie e l’interferenza del consumo di notizie nella loro vita quotidiana.

Per queste persone è risultato “significativamente più probabile” sperimentare una cattiva salute mentale e fisica, con il 74% di loro che ha riferito di avere problemi di salute mentale e il 61% che ha segnalato problemi fisici rispetto all’8% e al 6,1% di tutti gli altri partecipanti allo studio. «Ci aspettavamo che una parte considerevole del nostro campione avrebbe mostrato segni di consumo problematico delle notizie. Tuttavia, siamo rimasti sorpresi di scoprire che il 17% dei partecipanti allo studio soffre del livello più grave», ha spiegato McLaughlin.

Sul sito di news The Conversation il professore di Coaching e Psicologia positiva Christian van Nieuwerburgh ha stilato una lista di suggerimenti per “ottenere ciò di cui abbiamo bisogno dalle nostre interazioni con le notizie”, piuttosto che evitarle del tutto: scegliere una finestra temporale in cui informarsi, essere consapevole che leggiamo determinate notizie perché confermano ciò che già pensiamo, escludendone altre; controllare la fonte, ricordare che le notizie non sono sempre bianche o nere, e infine cercare notizie positive per bilanciare la nostra fruizione quotidiana delle news.

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