Ambiente

Lo smartphone può essere sostenibile

Creare un telefono con materiali riutilizzati, che non sfrutti la manodopera minorile e a ridotto impatto ambientale? Fairphone ha voluto provarci
Credit: fairphone.com
Tempo di lettura 4 min lettura
12 luglio 2023 Aggiornato alle 19:00

Due terzi della produzione mondiale di cobalto, minerale fondamentale per le batterie al litio di smartphone e auto elettriche, arriva dalle miniere della Repubblica Democratica del Congo.

L’industria elettronica è nota per le cattive condizioni di lavoro: sfruttamento del lavoro minorile, condizioni di lavoro pericolose unite a salari praticamente inesistenti che continuano a perpetuare una situazione di estrema povertà: oltre 18 milioni di persone lavorano nell’industria manifatturiera elettronica e altri 100 milioni lavorano nell’estrazione dei materiali usati per la produzione.

Per la fabbricazione degli smartphone vengono utilizzati carbonio e altri metalli provenienti dal sud est asiatico, dall’Africa centrale e dal sud America; metalli che provengono da miniere in cui lo sfruttamento porta alla distruzione degli ecosistemi, all’inquinamento dell’acqua, dell’aria e del suolo; producendo altissime emissioni di Co2 e aumentando in maniera considerevole l’inquinamento.

Si stima che nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo lavorino circa 40.000 minori (dati Unicef del 2014).

La gran parte di loro lavora in miniere illegali, senza alcuna protezione, a mani nude, per estrarre il cobalto. Il Paese si classifica al 175 esimo posto su 189 Nazioni per indice di sviluppo umano e il 72% delle persone vive in condizioni di estrema povertà con meno di 1,50 euro al giorno, senza accesso ai servizi essenziali.

La condizione delle bambine e dei bambini è catastrofica: il 43% soffre di malnutrizione, il 26,7% dei minori in età primaria è fuori dalla scuola (pari a 3,5 milioni) e l’86% di ragazze e ragazzi alla soglia dei 10 anni, non è in grado di comprendere un testo elementare.

Nel sud del Paese, dove si concentra la maggior parte dell’estrazione mineraria, si registra inoltre il tasso più alto di mortalità infantile del mondo: un bambino su cinque muore prima del compimento dei 5 anni.

Bambine e bambini lavorano in condizioni estreme, alcuni di loro più di dodici ore al giorno, senza alcuna protezione e percependo salari estremamente bassi.

Per questo, oltre ad altre associazioni che da anni lavorano sul territorio, Amnesty International ha promosso una campagna di raccolta firme per fermare lo sfruttamento del lavoro minorile nelle miniere dove bambine e bambini rischiano ogni giorno incidenti sul lavoro a causa di carichi troppo pesanti fino alla morte a causa dei frequenti crolli nelle grotte artigianali.

Il crescente aumento di questo mercato, dovuto alla messa in produzione di modelli di smartphone sempre nuovi non aiuta di certo a diminuire queste logiche di sfruttamento. Per cambiare rotta, serve innanzitutto capire che questi strumenti, fondamentali nella comunicazione, dovrebbero essere durevoli nel tempo.

Occorre, altresì, indagare se ci siano possibilità differenti e più sostenibili, quando ci approcciamo all’acquisto. A questo ha pensato l’impresa olandese Fairphone: nata nel 2013, produce smartphone etici per intervenire in modo graduale sulle sfide sociali e ambientali dell’industria elettronica. Con i loro telefoni, sono intervenuti sulla catena del valore di estrazione dei minerali, sul processo manifatturiero e sul ciclo di vita degli stessi: più lunga è la vita dei telefoni, minore è il loro impatto ambientale.

Proprio per questo l’azienda si impegna nella progettazione di prodotti più longevi (con una garanzia di 5 anni) e di riciclo, puntando sulla modularità e, tramite un kit consegnato con l’acquisto del telefono, ne permette la riparazione diretta da parte delle persone che lo hanno acquistato.

Insieme ai suoi partner studia sistemi per migliorare le condizioni lavorative, per dare opportunità di crescita e per tutelare la salute, la sicurezza delle lavoratrici e lavoratori in tutta l’industria Fairphone.

All’interno del report Fairphone del 2022 Now is the time for change l’azienda si sofferma anche sullo stato di salute delle altre aziende del settore: “La triplice crisi del cambiamento climatico, della perdita di natura e dell’inquinamento continua ad avanzare. Vediamo poche prove di sforzi significativi a livello globale per migliorare il modo in cui i lavoratori vengono trattati, compensati e le condizioni in cui lavorano. Il nostro invito ai colleghi dell’industria a garantire un salario di sussistenza alle persone che producono i nostri articoli è stato in gran parte accolto dal silenzio. La missione di trasformare la nostra industria sta diventando sempre più urgente”.

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