Ambiente

Splash! Lische pesce, incarti cioccolatini, Pluriball: dove si buttano?

Ci sono materiali e prodotti davanti ai quali la raccolta differenziata a volte sembra una lotteria. Ecco la rubrica per non sbagliare bidone
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15 agosto 2023 Aggiornato alle 14:00

L’insegnamento della raccolta differenziata nelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Gli allievi dovrebbero imparare come dividere i rifiuti nei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento di riciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località.

In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare. Dove si butta questo? E quello? Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezza davanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già.

Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica cerca di dissipare la nebbia della raccolta differenziata che avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fare “Splash” nel contenitore giusto.

Le lische di pesce

Il docufilm Seaspiracy ha messo a nudo quanto l’impatto catastrofico del cambiamento climatico sia inesorabilmente condizionato dalla catena di pesca intensiva e dall’esubero di reti da pesca negli oceani.

Forse non ci avete pensato quando, per il menù di Ferragosto, avete optato per una mangiata a base di pesce, soprattutto nelle località vicine al mare.

Probabilmente comunque sulla vostra tavola non sarà finito un filetto stampato in 3D. A realizzarlo è stata un’azienda israeliana che diluisce le cellule estratte dalla cernia, coltivate in laboratorio da una società di Singapore, in uno speciale inchiostro biologico con ingredienti di origine vegetale.

Dove si gettano a ogni modo le lische di pesce, quelle tradizionali? Vanno a finire nel bidone dell’umido e dell’organico.

Resta da dire però che alcuni chef, a esempio in Emilia Romagna, si sono industriati per dare vita a una cucina di recupero a base di pescato. In quel caso siamo nel Mar Adriatico: il risultato all’insegna della sostenibilità e dell’addio agli sprechi è un piatto preparato con le lische essiccate.

Gli incarti dei cioccolatini

Se siete tra coloro che non rinunciano a un cioccolatino nemmeno il 15 di agosto, presumibilmente a fine pasto, questo paragrafo di “Splash” in pieno Ferragosto fa per voi.

È noto infatti che i cioccolatini, ma anche dolcetti come i torroncini e le caramelle, sono spesso formati da due incartamenti diversi, uno esterno e uno più interno. Quest’ultimo di solito è argentato e può somigliare a un piccolo foglio di carta stagnola.

La carta esterna è quasi sempre fatta di plastica e va gettata di conseguenza, mentre quella all’interno non rientra fra i materiali riciclabili, quindi andrà a finire nell’indifferenziata.

Intanto tutti sperano che si arresti l’impennata dei prezzi che nel 2023 riguardato anche il cioccolato: a Pasqua a esempio, secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, i prodotti alimentari hanno registrato un aumento medio dei costi di quasi il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il 2022.

Il Pluriball

Alla fine, forse involontariamente, è uno dei giochi e passatempi più amati dai bambini dalla notte dei tempi. Hai presente il Pluriball? È quel foglio spesso che fa da imballo per la spedizione di oggetti delicati ed è composto da “mille bolle” ammortizzanti e trasparenti, ideali da far scoppiettare.

Tutto sommato credo che questo materiale funzioni anche da anti-stress e come allenamento rinforzante per le dita. a ogni modo, il Pluriball è composto essenzialmente da plastica.

In sostanza si tratta di polietilene, un polimero sintetico proveniente da una resina termoplastica e capace di isolare abbastanza bene il contenuto durante il trasporto.

Quindi, una volta scoppiate tutte le bolle - fino all’ultima, mi raccomando - questi imballaggi sono destinati al bidone che raccoglie la plastica.

Recentemente un’importante casa di moda italiana, specializzata negli articoli di lusso, ha presentato una borsa apparentemente tutta fatta di pluriball. Costa 8mila e 500 euro. È meglio non scoppiettarla…

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