Diritti

Usa: perché il Comstock Act del 1873 mette in pericolo l’aborto?

Una norma di 150 anni fa, nata per bandire “l’oscenità” e il “vizio”, potrebbe essere sfruttata dai conservatori per impedire la libertà riproduttiva negli Stati Uniti
Anthony Comstock, che diede il nome al Comstock Act
Anthony Comstock, che diede il nome al Comstock Act
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
22 agosto 2023 Aggiornato alle 16:00

Comstock Act è una legge vecchia 150 anni che, fuori i confini degli Stati Uniti (e, probabilmente, anche dentro), pochissimi hanno sentito nominare. Eppure, i conservatori americani potrebbero sfruttarla per colpire l’aborto. Infatti, è stata invocata nella causa del Texas contro il mifepristone e persino citata nelle minacce fatte contro le farmacie, per impedire loro di dispensare farmaci abortivi.

Ma questo, dicono gli esperti legali e chi si occupa di diritto all’aborto, potrebbe essere solo l’inizio. I conservatori, infatti, vogliono utilizzare la legge, nata durante una crociata decennale, contro ciò che i conservatori religiosi consideravano “osceno” per vietare la libertà riproduttiva in tutto il Paese. Ma come nasce il Comstock Act e, soprattutto, dove potrebbe portare il diritto all’aborto negli Usa?

Partiamo dall’inizio: il Comstock Act (o, come si chiama ufficialmente, An Act for the Suppression of Trade in, and Circulation of, Obscene Literature and Articles of Immoral Use) è stato emanato nel 1873 e prende il nome da Anthony Comstock, uno dei più zelanti evangelisti morali e crociati anti-vizio dell’epoca. Convinto che le leggi esistenti non fossero sufficienti per affrontare il “male mostruoso” dell’oscenità, fece pressioni per una legge federale per eliminare il “comportamento peccaminoso”.

Approvato frettolosamente, il Comstock Act (il “primo del suo genere nel mondo occidentale”) criminalizzava l’uso della posta per qualsiasi “libro, opuscolo, immagine, carta, stampa o altra pubblicazione oscena o lasciva, o qualsiasi articolo o cosa progettata o destinati a impedire il concepimento o a procurare l’aborto”, punendo chi contravveniva con multe tra 100 e 5.000 dollari, “reclusione ai lavori forzati” da 1 a 10 anni o entrambi.

Sul modello dello statuto federale, dopo la sua approvazione più della metà degli Stati ha votato le Little Comstock Laws per combattere il vizio e, soprattutto, il sesso non procreativo. Alla base di queste normative, infatti, spiega Jessica Valenti nella sua newsletter Abortion, Every day, c’erano le “idee di purezza e sul bene sociale come veniva inteso da una particolare forma di protestantesimo americano che considerava un peccato qualsiasi sesso che non fosse associato alla procreazione”.

Ma questo non era l’unico obiettivo della legge: per dirla con le parole della professoressa della Yale Law School Priscilla Smith, lo statuto è «radicato in visioni arcaiche dell’espressione sessuale delle donne e del loro ruolo sottomesso nella famiglia» ed è «progettato per controllare l’attività sessuale delle donne». Un’arma che potrebbe dimostrarsi ancora incredibilmente efficace, nonostante diverse sentenze (nel 1936 prima e 1965 poi) abbiano stabilito che fosse legale per i medici spedire e distribuire contraccettivi e informazioni su di essi.

Oggi lo statuto proibisce l’uso della posta per qualsiasi “articolo osceno, lascivo, lascivo, indecente, sudicio o vile” nonché qualsiasi “articolo, strumento, sostanza, droga, medicina o cosa pubblicizzata o descritta in modo calcolato per indurre un altro a usarlo o applicarlo per produrre l’aborto”. Inoltre, vieta a chiunque di utilizzare “consapevolmente” qualsiasi “vettore comune” (ad esempio una compagnia ferroviaria o di autotrasporto) per trasmettere questo tipo di articoli.

Dopo la sentenza della Corte Suprema Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization del 24 giugno 2022, il servizio postale degli Stati Uniti aveva chiesto al Dipartimento di Giustizia se la pillola abortiva potesse essere spedita ai sensi del Comstock Act. In una nota di 21 pagine pubblicata nel dicembre dello stesso anno, il Dipartimento ha concluso che spedire la pillola abortiva è legale, a condizione che il mittente “non abbia l’intenzione che il destinatario delle droghe le usi illegalmente”.

Ma il Comstock Act è una legge federale (che quindi supera le leggi nazionali) che potrebbe essere interpretata in modo diverso per ostacolare l’aborto. Come? “Letta in un modo, a esempio, il Comstock Act potrebbe impedire l’invio di mifepristone a casa di una persona, indipendentemente dal fatto che questa persona viva in uno Stato in cui l’aborto è legale - spiega Valenti - L’impatto potrebbe potenzialmente essere ancora più vasto se si capisse che lo statuto impedisce la spedizione non solo del mifepristone, ma di qualsiasi altra pillola abortiva, come il misoprostolo: ciò renderebbe gli aborti farmacologici praticamente inaccessibili in tutto il Paese, anche negli Stati che lo fanno non vietare l’aborto”.

Ma la situazione potrebbe essere ancora più estrema: “una lettura ancora più ampia del Comstock Act, che interpreterebbe “l’articolo” utilizzato per gli aborti includendo qualsiasi strumento medico utilizzato per eseguire aborti chirurgici, potrebbe limitare l’accesso a tutte le forme di aborto in tutta la contea e persino la spedizione di strumenti medici di base utilizzati durante qualsiasi aspetto di ostetricia o ginecologia, incluso uno speculum”.

Un’applicazione estesa, inoltre, non riguarderebbe solo il servizio postale, ma anche le “società espresse” (come FedEx e Ups) e il trasporto commerciale e le spedizioni intestatari.

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