Ambiente

Germania, nucleare: si chiudono le ultime 3 centrali

Sabato verranno spenti i reattori Neckarwestheim, Emsland e Isar 2. Poi, gradualmente, si procederà all’addio al carbone, con la chiusura degli impianti entro il 2038
Centrale di Emsland
Centrale di Emsland Credit: ANSA
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13 aprile 2023 Aggiornato alle 18:00

Si stacca la spina e si accenda la sfida. Sabato 15 aprile la Germania dirà addio al nucleare spegnendo, dopo mesi di rinvii, gli ultimi 3 reattori in nome di una transazione verde. Una scelta precisa che avviene mentre Paesi vicini come la Francia continuano a puntare sull’elettricità ottenuta grazie all’atomo; mentre l’Ungheria di Viktor Orban ha appena preso accordi con la Russia per continuare a operare con la sua centrale; o, ancora, mentre in Italia, nonostante referendum e centrali bandite da oltre 30 anni, c’è chi auspica un ritorno del nucleare per far fronte alla crisi energetica.

La Germania, invece, tira dritto portando avanti una sfida complessa: in un momento critico per i tedeschi a livello energetico, dovuto dalla mancanza del gas russo a esempio, riuscirà il Paese a centrare davvero una transizione basata sulle rinnovabili, ponendo fine al fossile, o continuerà a ottenere il 20% della sua elettricità grazie al carbone come avviene già ora?

Il tema del nucleare ha diviso la Nazione: da un parte chi sosteneva (con l’atomo incluso nella tassonomia green) la necessità di avere una certezza energetica grazie alle centrali; dall’altra chi invece puntava su una addio visti rischi e difficoltà nello smaltimento scorie. Alla fine ha vinto la linea del percorso iniziato oltre 20 anni fa, quando nel 2002 si posero le prime basi per una eliminazione graduale delle centrali, accelerata poi da Angela Merkel dopo l’incidente giapponese di Fukushima nel 2011.

Per questo sabato i 3 reattori ancora attivi del Paese (Neckarwestheim 2 a sud di Baden-Württemberg, l’Isar 2 nell’est bavarese e il complesso di Emsland al confine con l’Olanda) cesseranno le loro funzioni.

Quella tedesca appare come una scelta coerente con le preoccupazioni del passato ma particolarmente complessa nel contesto economico e geopolitico di oggi. Mentre prima Merkel sosteneva che «anche in un Paese ad alta tecnologia come il Giappone, i rischi associati all’energia nucleare non possono essere controllati al 100 per cento» e le centrali possono essere pericolose, l’opinione pubblica, pensando a incidenti e timori di conflitti oltre che a questioni ambientali, sembrava spingere nella stessa direzione necessaria di un addio al nucleare.

Poi, però, dopo l’invasione russa in Ucraina e la crisi del gas, con Mosca che ha chiuso i rubinetti, tutto è cambiato: la grande potenza economica europea si è trovata esposta a scenari difficili capaci di impattare anche sulla vita quotidiana dei cittadini (pensiamo banalmente ai problemi del riscaldamento nelle case). La guerra ha reso evidente la dipendenza energetica da altri Paesi e ha fatto fare i conti in tasca ai tedeschi: per questo il governo di Olaf Sholz ha deciso di prolungare l’attività delle centrali che doveva cessare a fine 2022 in modo da garantire l’approvvigionamento energetico per l’inverno.

Per fortuna il clima mite invernale ha permesso alla Germania di evitare una profonda crisi e ora inizia ufficialmente un altro cammino, senza più nucleare; così come l’impegno contro il collasso climatico in pochi anni porterà anche la chiusura degli impianti a carbone (entro il 2038), sempre se non ci saranno ripensamenti dato che quasi un terzo della produzione di elettricità arriva proprio da questa fonte fossile.

Dopo la chiusura dei primi 16 reattori (nel 2003), gli ultimi 3 impianti ancora aperti hanno fornito il 6% dell’energia del Paese lo scorso anno e ora i tedeschi credono nel mix di energie rinnovabili, la cui quota è salita al 46% rispetto a meno del 25% di un decennio prima.

Serve però una spinta maggiore su solare, eolico e idroelettrico dato che il tasso di progresso nelle energie rinnovabili non soddisfa né il Governo né gli ambientalisti, che chiedono sforzi più importanti per centrare gli obiettivi climatici.

Come riuscirci? Per far fronte all’addio al nucleare basandosi sulle rinnovabili, la Germania ha bisogno di installare «da 4 a 5 turbine eoliche al giorno» nei prossimi anni, ha detto il cancelliere Olaf Scholz.

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