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Cosa fare in caso di guerra nucleare?

L’invasione russa ha riportato a galla questa possibilità. Così - nella speranza che questa guida non serva affatto - vediamo come comportarsi durante e dopo un attacco atomico
Credit: Banksy, bomb love

Con il conflitto in Ucraina si è concretizzato il timore di una possibile guerra nucleare, che potrebbe coinvolgere molti Paesi dell’Unione Europea ma non solo. La paura è che la Russia possa mettere mano agli armamenti atomici e agire con armi di distruzione di massa nucleari.

In concreto l’esplosione nucleare consiste, se prodotta per esempio da una bomba, nella liberazione di un’enorme quantità di energia in seguito a una reazione a catena e cioè nella scissione e unione di atomi, che porta a un’enorme ondata di calore, di luce, di pressione dell’aria e di radiazioni nocive per la salute.

Cosa fare in caso di guerra nucleare?

Visto il pericolo possibile derivato dal conflitto ucraino, dal Ministero della Giustizia sono state rese note le indicazioni, dirette ai vertici della magistratura italiana, contro minacce “biologiche, chimiche, radiologiche, nucleari”, che spiegano le norme di comportamento nell’ipotesi di eventi simili.

Il Piano nazionale per eventi con armi o agenti di tipo chimico, biologico, radiologico o nucleare definisce “le minacce, individua i possibili scenari, stabilisce le misure da adottare”. Il passaggio che riguarda il rischio di possibili radiazioni cita: “Si consigliano 4 regole. Cercare riparo al centro di una stanza priva di finestre. Il luogo ideale che può essere considerato sicuro dal pericolo di radiazioni Gamma è quello in cui non è possibile la ricezione di trasmissioni radio in modulazione di frequenza”.

Inoltre, “Se possibile, riscaldare la stanza in quanto l’aria calda determina pressioni positive e ostacola la penetrazione dei contaminati”.

Infine, “Usare le risorse disponibili per proteggere i polmoni e difendere il corpo dalle radiazioni muovendosi dietro un muro” e “Chiudere gli accessi d’aria, ivi comprese le fessure degli infissi, anche con metodi speditivi. A esempio carta, nastro adesivo e altro”.

Questa è la teoria, ma nel concreto cosa fare in caso di guerra nucleare?

Ci sono alcuni comportamenti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Se ci si trova vicino l’esplosione, quindi a diretto contatto, bisogna subito voltarsi e chiudere gli occhi per evitare lesioni immediate alla retina, sdraiarsi a terra a faccia in giù, con le mani sotto il corpo per non lasciarle esposte e mantenere questa posizione finché il calore e le onde d’urto non siano passate.

Se si è all’aperto bisognerebbe trovare qualcosa con cui coprire bocca e naso, a esempio una mascherina, una sciarpa e un pezzo si stoffa, e rimuovere la polvere posatasi sui vestiti spazzolandoli.

Per sfuggire all’onda d’urto delle bombe o all’esplosione di una centrale, si deve dunque cercare riparo sottoterra, nelle cantine, metro, rifugi di fortuna: trovare insomma un’area sotterranea, preferibilmente lontana dalla direzione in cui soffia il vento. Il materiale radioattivo infatti si deposita all’esterno degli edifici e le aree sotto terra sono quelle lontane pareti esposte.

Bisogna poi liberarsi degli indumenti usati e farsi una doccia il prima possibile con shampoo e bagnoschiuma ma evitare il balsamo, che potrebbe trattenere le particelle (che invece è meglio lavare via).

Se si è al chiuso restarci fin quando le autorità non indicano il contrario, proteggersi comunque naso e bocca durante tutta la fase di fallout (la ricaduta radioattiva del materiale tossico).

La ricaduta dei materiali inizia entro pochi minuti dall’esplosione: bisogna quindi sbarrare nella maniera più efficace possibile porte e finestre; per almeno 24 ore è necessario evitare qualsiasi spiraglio d’aria; spegnere eventuali sistemi di ventilazione e sigillare porte e finestre, fino a che non sia terminata la caduta del pulviscolo.

Se si è costretti a uscire anche per breve tempo, coprire bocca e naso con un asciugamano umido. Se ci si trova in auto durante un’emergenza radioattiva, cercare di riparo in una casa perché i veicoli non forniscono una protezione sufficiente. Anche per gli animali domestici valgono le stesse precauzioni, doccia compresa.

Kit sopravvivenza nucleare

Nel capire quali sono le prime cose da fare dopo un attacco nucleare, ci sono anche degli oggetti che è meglio avere con sé, un vero kit sopravvivenza nucleare.

I beni primari sono acqua (la quantità raccomandata è di circa 4 litri a persona e al giorno, per almeno 3 giorni) e cibo. Occorrono riserve per almeno 3 giorni di alimenti già sigillati e che non rischino di andare a male.

Si può tentare di tamponare le radiazioni assumendo delle compresse di ioduro di potassio che forniscono protezione alla tiroide che tende a fissare lo iodio radioattivo 131. Una compressa agisce per 24 ore e risulta essere efficace se assunta fino a 3 o 4 ore dopo l’esposizione.

Importante avere una radio a batteria o a caricamento manuale, una torcia elettrica con batterie extra, un kit di primo soccorso, un fischietto per segnalare la propria presenza, una mascherina antipolvere, un telo di plastica e del nastro adesivo per costruire un rifugio. E ancora salviettine umide, sacchetti dell’immondizia e fascette di plastica per l’igiene personale, una chiave inglese o delle pinze per abbandonare i locali, un apriscatole manuale per il cibo, telefono cellulare con caricatore, un invertitore di corrente o un caricatore a energia solare.

I materiali che bloccano le radiazioni nucleari

In caso di attacco nucleare non si può agire sulla sorgente ma possiamo farlo su altri aspetti, come tempo, distanza e schermatura per ridurre al minimo l’esposizione alla radiazione ionizzante.

Per i fattori tempo e distanza è necessario allontanarsi il più possibile dalla sorgente. Per schermarci esistono dei materiali che bloccano le radiazioni nucleari, come barriere di piombo, cemento o acqua che forniscono una protezione dai penetranti raggi gamma e raggi X. Inserire questi materiali fra sé e la sorgente può aiutare a ridurre notevolmente la dose che si riceve e probabilità di effetti sulla salute.

I vari tipi di radiazioni hanno capacità penetranti differenti: i raggi alfa e beta possono essere fermati da strati comparativamente sottili di materiale, i raggi gamma (ed anche i raggi X, come quelli usati in ambito radiologico) sono molto più difficili da assorbire. Le radiazioni alfa e beta possono essere fermate da pochi millimetri di alluminio, ma hanno un elevato potere ionizzante nel loro breve percorso attraverso la materia. I raggi gamma, al contrario, non ionizzano e questo li rende relativamente difficili da assorbire nella radioprotezione.

Bomba atomica: gli effetti sull’essere umano

Un attacco nucleare ha conseguenze chiaramente su tutta la società, come il collasso della civiltà e la ricaduta delle radiazioni, che renderebbe una parte o tutta la Terra inabitabile.

Oltre alla distruzione immediata delle città, le conseguenze potrebbero essere innumerevoli: dalle tempeste di fuoco a un inverno nucleare, fino alle malattie causate dalle radiazioni. Basta andare indietro al 1986, quando le radiazioni emesse dalla centrale di Chernobyl, hanno provocato un gran numero di casi di cancro alla tiroide (portando a un aumento di 100 volte nella zona della Bielorussia) e di leucemia.

La bomba atomica ha effetti sulle persone considerati devastanti: lesioni fisiche gravi, morte immediata a causa della travolgente onda d’urto, traumi, ustioni, cecità causata dalla luce liberata con l’esplosione, l’avvelenamento da radiazione che si può manifestare poco dopo con nausea e vomito, mal di testa e diarrea. Dopo una fase iniziale è possibile osservare un certo miglioramento ma che, in realtà, spesso nasconde un nuovo peggioramento, con sintomi di gravità variabile in base alla dose di radiazioni subite. I sintomi sono perdita di appetito, affaticamento, febbre e in casi gravi convulsioni e coma.

Il trattamento consigliato in questo caso è il trattamento delle infezioni, con il mantenimento dell’idratazione dell’organismo e la gestione di lesioni e ustioni. Il midollo osseo è la sede della produzione degli elementi cellulari del sangue (globuli rossi, bianchi e piastrine): molto importanti quindi le terapie in grado di supportare la sua funzione. La distruzione del midollo osseo è di solito la vera causa della morte in questi casi, che porta a infezioni, provocate dalla riduzione dei globuli bianchi circolanti ed emorragie interne, a causa della riduzione delle piastrine.

Ci sono conseguenze meno evidenti nell’immediato, come un aumento della probabilità di sviluppare tumori nel tempo e danni genetici che potrebbero fare la loro comparsa nelle generazioni successive (nei figli non ancora nati o concepiti). Altrettanto pericolosa è poi l’esposizione interna a fonti radioattive, a esempio consumando acqua o alimenti contaminati, o respirando aria contenente pulviscolo radioattivo.

Ci sono conseguenze a lungo periodo soprattutto nei bambini e adolescenti, che sono più sensibili agli effetti cancerogeni delle radiazioni rispetto agli adulti, perché il loro organismo sta ancora crescendo e quindi la proliferazione delle cellule è molto più intensa. In più, perché hanno in media una durata di vita maggiore avanti a loro, un periodo di tempo superiore in cui possa manifestarsi il tumore. Lo stesso discorso vale anche per le donne che aspettano un bambino, in questo caso il rischio maggiore per il feto è quello del primo trimestre di gravidanza.

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