Ambiente

Nucleare, a Montecitorio c’è una risoluzione della Lega

Nella commissione Ambiente della Camera il deputato del Carroccio Gianpiero Zinzi ha depositato un testo che guarda al cosiddetto nucleare di quarta generazione
Credit: Armin Weigel/dpa
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21 marzo 2023 Aggiornato alle 20:00

Sul nucleare «non intendiamo intraprendere» alcuna azione «in assenza di un eventuale, chiaro atto di indirizzo del Parlamento».

Il 15 marzo la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spiegato che sull’«eventuale autorizzazione di centrali nucleari, l’atteggiamento del Governo rimane pragmatico», ispirato al «principio di neutralità tecnologica». Senza un atto parlamentare «non potremmo assumere alcun impegno a livello internazionale», ha dichiarato Meloni durante il suo primo Premier question time nell’aula della Camera.

E proprio a Montecitorio nelle scorse settimane un partito della maggioranza ha mosso “qualche passo” sull’energia atomica. La Lega, con il suo capogruppo in commissione Ambiente Gianpiero Zinzi, ha presentato una risoluzione che vuole impegnare il Governo sul cosiddetto nucleare di quarta generazione. «L’indipendenza energetica dell’Italia è essenziale per il futuro», ha dichiarato in una nota lo stesso Zinzi, spiegando che «il nostro Paese non può continuare a dipendere solo dall’import dell’energia».

Il testo

L’atto parlamentare è all’esame della commissione Ambiente di Montecitorio e contiene cinque richieste indirizzate all’Esecutivo guidato da Meloni.

Uno degli impegni presenti nel testo chiede di “promuovere e sostenere la collaborazione e il supporto tecnologico tra le imprese industriali italiane ed enti di ricerca con altri partner europei e statunitensi”, per realizzare “futuri possibili progetti di sviluppo di nuove tecnologie e impianti nucleari in Europa e in Italia”.

Progetti nel settore della fusione nucleare, in particolare “su reattori di terza generazione avanzata come gli small modular reactors (Smr) e su reattori di quarta generazione come i lead cooled fast reactor (Lfr), con minima o nulla produzione di rifiuti nucleari”.

Tra le altre cose la risoluzione chiede di adottare iniziative per “supportare anche a livello economico e finanziario la creazione sul territorio nazionale di impianti prototipali di ricerca”. Lo scopo è quello di “permettere al sistema industriale italiano di sviluppare importanti e comprovate capacità tecnologiche in ambito nucleare”.

Il testo presentato dalla Lega impegna l’Esecutivo a “istituire idonei percorsi di ricerca e sviluppo al fine di recuperare il ruolo dell’Italia nel campo dello studio e dello sviluppo tecnico in materia nucleare”. Un intervento da portare avanti anche attraverso convenzioni con atenei e centri di ricerca per “la creazione di appositi corsi universitari”.

Inoltre i deputati del Carroccio puntano all’avvio di “una campagna di informazione oggettiva, basata su rigore scientifico” per affrontare il “problema dell’accettazione sociale”, una “tappa essenziale” prima dell’eventuale realizzazione di qualsiasi impianto sul nucleare.

La risoluzione impegna il Governo a definire “un piano energetico nazionale a lungo termine” in cui inserire anche “la strategia nucleare di ultima generazione nel mix energetico bilanciato fra tutte le fonti”.

L’energia atomica “si dimostra la fonte energetica con un impatto climatico sempre minore e con maggiore potenziale di crescita, su cui puntare potenziando la ricerca nell’ottica di sviluppo del nucleare di quarta generazione”, si legge nelle premesse del testo depositato a Montecitorio dalla Lega.

Il tema al centro della risoluzione è molto caro a Matteo Salvini. “Chi dice di no all’energia nucleare, una delle più pulite e sicure, dice di no al progresso, al futuro, all’ambiente”, ha scritto su Twitter il vicepremier e segretario della Lega lo scorso 11 marzo.

Mentre il 16 marzo Salvini ha detto - sempre via Twitter - che “l’impegno pro-nucleare e pro-futuro della Lega si intensificherà”.

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