Ambiente

Catania avrà la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa

Ai blocchi di partenza il progetto d’ampliamento dello stabilimento 3Sun di Enel. Dall’attuale capacità di 200 megawattora si passerà a 3 gigawatt entro il 2024
Credit: EPA/CLEMENS BILAN.
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25 febbraio 2023 Aggiornato alle 20:00

È ai blocchi di partenza il progetto d’ampliamento dello stabilimento 3Sun di Enel a Catania, che farà del polo siciliano la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa. La fabbrica del Sole, nata nel 2010, passerà, infatti, dall’attuale capacità di 200 megawattora a circa 3 gigawatt entro il 2024. Con un percorso a tappe al termine del quale l’impianto catanese sarà tra i più innovativi e grandi in circolazione.

Lo stabilimento 3Sun Gigafactory sorge nella Etna Valley, così denominata per via della presenza di alcune tra le aziende più specializzate in elettronica e semiconduttori. Già a partire dalla sua inaugurazione, nel luglio 2011, il polo catanese era tra i più grandi in Europa grazie a 240.000 metri quadri e a una capacità produttiva di 160 megawatt, con una produzione di pannelli solari in rapida ascesa. Un milione dopo un anno di attività, quasi 7 milioni in 6 anni.

Ora, con l’ingresso del progetto d’ampliamento dello stabilimento tra le sette iniziative selezionate dalla Commissione europea nell’ambito del primo bando dell’Innovation Fund, il percorso è segnato.

Dapprima l’aumento pari a 15 volte della capacità di produzione: tradotto in numeri, saranno prodotti 15.000 pannelli al giorno, 5,5 milioni in un anno. Poi lo sviluppo di tecnologie innovative, come promesso dall’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace. «La nostra tecnologia – ha spiegato l’ad in fase di presentazione - permetterà di costruire i panelli in assoluto più efficienti. L’obiettivo è esportare questo modello in tutto il mondo. Perché il successo e i finanziamenti (europei e dei mercati) si trovano se si fa innovazione di qualità».

Finanziamenti che dovrebbero ammontare a circa 600 milioni di euro, 118 dei quali dal fondo d’innovazione, mentre un’altra porzione potrebbe derivare dall’accesso ai fondi del Pnrr relativi a progetti legati alla rivoluzione green e alla transizione ecologica, per il quale è stato già presentato il piano.

Di sicuro, al momento c’è la creazione di nuovi posti di lavoro. Stimati, in via diretta e indiretta – dunque con le aziende dell’indotto – in circa 1.000 aggiuntivi entro il 2024.

D’altronde l’ambizione sottesa all’ampliamento sta tutta nei numeri che interessano il cantiere, per la realizzazione del quale sono stati spostati 207.000 metri cubi di terreno e usati 20.000 metri cubi di calcestruzzo, e dove una superficie di 5.000 metri quadri ospiterà le strutture di cemento in cui saranno innestati i macchinari da produzione. Così i lavori porteranno dapprima la capacità della fabbrica a 400 megawatt entro il 2023, poi alla piena capacità operativa – i 3 gigawatt promessi – entro l’estate successiva, nel 2024.

Un progetto a cui le istituzioni nazionali ed europee puntano molto, con l’obiettivo di sottrarre la leadership nella filiera alla Cina.

Secondo i dati del rapporto sulle rinnovabili dell’International Energy Agency, pubblicato a luglio dell’estate scorsa, nell’arco di dieci anni la Repubblica Popolare Cinese è divenuta il principale produttore di pannelli fotovoltaici, sia per uso residenziale che commerciale, scavalcando così Europa, Giappone e Stati Uniti.

Gli investimenti sulla produzione di fotovoltaici dei cinesi in 10 anni, a partire dal 2011, hanno raggiunto quota 50 miliardi di dollari, con 300.000 posti di lavoro creati. Non a caso, dunque, al lancio del progetto, oltre all’ad Starace hanno partecipato anche il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e la direttrice generale energia della Commissione europea, Ditte Juul Jørgensen.

«Il significato politico forte di questo investimento – ha detto per l’occasione Pichetto Fratin - è la sua funzione di affrancamento del nostro Paese dall’estero, e segnatamente dalla Cina, anche sul fronte della produzione di impianti per l’energia rinnovabile. Una indipendenza che passa per la qualità e l’innovazione, per la capacità di produrre elementi migliori, più performanti, più durevoli, più facili da smaltire e da riciclare».

Sulla stessa linea la rappresentante della Commissione, che ha puntato l’attenzione sulla necessità di affrancarsi dalla dipendenza di terzi. «Di iniziative come questa abbiamo bisogno più che mai. - ha spiegato Juul Jørgensen - Il solare è una delle strategie Ue per evitare future dipendenze energetiche. La 3Sun Gigafactory conferma la leadership di Enel nelle energie rinnovabili e candida la Sicilia, ricca di sole e di innovazione, ad assumere la leadership come area produttiva di queste tecnologie. L’Europa si è data l’obiettivo di produrre 30 gigawatt l’anno di pannelli fotovoltaici entro il 2025».

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