Futuro

E se le scuole avessero tutte i pannelli solari?

La proposta è del presidente dell’Associazione nazionale dei dirigenti pubblici: a oggi, solo il 26% degli istituti ha un impianto fotovoltaico sul tetto. Con i fondi del Pnrr, si potrebbero far diventare le strutture scolastiche delle piccole centrali elettriche
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
7 marzo 2022 Aggiornato alle 19:50

Se con i fondi del Pnrr si installassero impianti solari fotovoltaici sui tetti delle scuole, si realizzerebbe una sorta di centrale elettrica diffusa. È questa la proposta che Antonello Gianelli, presidente dell’ANP (Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola), ha presentato al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Al momento, a fronte di 40.000 istituti presenti in Italia, solo 9.462 (26,3%) sono dotati di pannelli solari. Un intervento di questa portata, se attuabile, potrebbe rivelarsi una strategia vincente per contenere l’emergenza energetica, che rischia di acuirsi con il conflitto in Ucraina.

“La scuola ha dimostrato, durante l’emergenza sanitaria, grandi capacità di reazione e di tenuta. Ha sostenuto il sistema sanitario grazie al lavoro immane dei dirigenti scolastici e del personale tutto” ha dichiarato Gianelli al termine dell’incontro col ministro. L’idea del presidente ANP è far diventare le scuole “un esempio concreto di transizione ecologica e sostegno per il Paese, oltre a essere un’opportunità educativa per studenti, alunni e famiglie”.

Gli interventi di edilizia scolastica previsti dal Pnrr sono ingenti: 800 milioni di euro saranno destinati alla progettazione di 195 scuole innovative e sostenibili, 710 milioni per mettere in sicurezza e riqualificare edifici esistenti e altri 700 milioni per mense, palestre e impianti sportivi a uso scolastico.

Secondo un recente report della Fondazione Agnelli, circa due terzi delle infrastrutture scolastiche in Italia sono state costruite prima del 1976 e più dell’8% (3.110 edifici) presentano problemi strutturali importanti, legati ai solari, alle coperture e alle parti portanti.

I pannelli fotovoltaici non sono gli unici interventi auspicabili: considerando una media di 1.000 metri quadri di superficie, se si sostituissero gli impianti di riscaldamento a combustione con altri a condensazione, le lampade fluorescenti con quelle a LED, si inserissero gli aeratori sui rubinetti e si riducessero le cacciate dei wc, si potrebbe risparmiare dal 36% (Nord) al 42% (Sud) del costo annuo complessivo per ogni singolo istituto, dai 5.000 ai 3.400 euro.

Il comitato Priorità alla Scuola ha accolto positivamente la notizia, auspicando però che le opere di costruzione e ristrutturazione non si esauriscano nell’ottica del bonus, ma abbiano degli effetti strutturali e permanenti. “Il fotovoltaico rappresenta una percentuale minima degli interventi necessari sul piano dell’efficientamento energetico dell’edilizia scolastica. Non deve finire come il bonus facciate”.

Parlando in termini numerici, se ciascun plesso riuscisse a produrre tra i 10.000 e i 60.000 Kw all’anno – queste le stime dell’associazione riportate da Il Sole 24 Ore - si genererebbero circa 2 miliardi di watt. Se pensiamo che per ogni kWh prodotto dal sistema fotovoltaico si evita l’emissione di 0,531 kg di CO2 come riportato da Legambiente, i risultati sarebbero notevoli. Ma occorre affrettarsi per far sì che gli edifici nuovi o ristrutturati siano ultimati entro il prossimo autunno.

“I giovani, da tempo, ci chiedono di impegnarci di più per salvare il nostro Pianeta” dice il presidente dell’ANP. “Iniziare dalle scuole sarebbe non solo molto utile ma avrebbe anche un altissimo valore simbolico”.