Ambiente

L’energia del Niger: un mix di petrolio e pannelli solari

La politica energetica del Paese nel cuore dell’Africa sta mirando con forza all’auto-produzione e alla crescita economica
Credit: ANSA/PAT
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22 febbraio 2023 Aggiornato alle 21:00

Il Niger, nel cuore dell’Africa, punta sull’energia per la sua crescita, dalle riserve petrolifere alle potenzialità solari e idrauliche. Un reportage di Stanislas Poyet per la sezione economia del quotidiano francese Le Figaro ha spiegato così la strategia del Paese.

Il Niger sta provando infatti a implementare la sua natura principalmente agricola con una decisa politica energetica: se fino a oggi dipendeva dalla diga di Kainji della Nigeria per il 75% dei rifornimenti elettrici, il Governo vuole sviluppare la propria auto-produzione sia tramite fonti rinnovabili solari e idrauliche sia termiche, sfruttando le riserve di carbone e petrolio. Riguardo a quest’ultimo, l’obiettivo è raggiungere i 110.000 barili al giorno entro la fine dell’anno, per circa 760 milioni di euro di introiti.

D’altronde nell’area sudorientale del Paese, precisamente nella regione di Gaya, è in fase di costruzione l’oleodotto che con i suoi 2.000 chilometri è il più lungo del continente e che ha visto collaborare sul sito squadre locali e la Cina - presente in loco da almeno 15 anni -, per collegare i giacimenti petroliferi di Agadem al porto di sémè in Benin. Grazie a questa linea d’indirizzo generale, nel 2022 il Niger ha registrato una crescita economica del 6,5% e quest’anno, secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, potrebbe toccare quota 7,3%.

Per quanto concerne l’intenzione di focalizzarsi sui pannelli solari, in particolare, l’idea è già una realtà concreta sull’altopiano di Guru Banda, tra le alture di Niamey, dove ne sono sorti a centinaia: è il nuovo impianto di 27 ettari che la società Nigelec ha creato e che è pronto per essere inaugurato il 2 aprile.

Presentandolo ai delegati venuti a visitarlo durante un summit economico dell’Unione europea, il direttore generale Halid Alhassane ha indicato chiaramente nell’energia l’asset per il futuro di tutto il Niger, dall’industria alla sanità fino all’economia statale complessiva.

Intanto presto verranno installati altri due impianti fotovoltaici in quella stessa zona, mentre ne sta sorgendo un altro ancora ad Agadez.

È assodato quindi che il Paese si stia muovendo in questa direzione da qualche tempo, sia per alimentare lo sviluppo delle aziende sia per rispondere alla richiesta di energia che cresce del 10% l’anno.

Tra le preoccupazioni del Governo c’è infatti quella di fornire elettricità a buon prezzo per supportare la produzione delle coltivazioni, della pastorizia, delle grandi imprese e di quelle medio-piccole: non è un caso che sia previsto proprio un ministro dell’Energia ad hoc, Ibrahim Yacouba.

La strategia include un grosso lavoro sulle infrastrutture, a partire dalla diga di Kandadji sul fiume Niger che da sola potrebbe incrementare del 50% la produzione nazionale, mentre i pannelli solari faranno la loro parte.

Per tutto questo naturalmente servono fondi: il Paese guarda agli aiuti istituzionali allo sviluppo ma anche a sponsor privati. D’altra parte, alla fine del 2022 è bastato riunire a Parigi gli investitori che credono in questa politica energetica per radunare oltre 45 miliardi di euro.

Se l’Occidente percepisce ancora i territori africani come instabili politicamente e incerti sul piano giuridico, la Cina e la Turchia ci hanno visto luoghi ricchi di potenzialità. Queste nazioni hanno usufruito delle riforme di liberalizzazione attuate dagli ultimi governi nigerini, a partire dalla produzione di elettricità: si parla di agevolazioni fiscali e amministrative che hanno reso fruttuoso collocare qui le proprie imprese.

Com’è noto, il desiderio di profitto spesso contrasta con il rispetto del Pianeta. Continua infatti la battaglia delle comunità del Delta del Niger, che chiedono alla multinazionale petrolifera Shell di farsi carico dell’inquinamento prodotto nell’area ma anche un risarcimento per il danno arrecato alla salute e all’ambiente.

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