Ambiente

Treni: la transizione ecologica è troppo lenta

Il quadro emerge dal nuovo rapporto di Legambiente “Pendolaria”, che evidenzia ritardi, mancati investimenti e un servizio pubblico inadeguato nel settore ferroviario
Credit: Mingwei Lim
Tempo di lettura 4 min lettura
23 febbraio 2023 Aggiornato alle 20:00

Transizione ecologica nei trasporti? Italia, non ci siamo.

Questo è il quadro che emerge dal nuovo rapporto “Pendolariadel 2023, redatto da Legambiente.

Nel documento si evidenzia la mancanza dei treni necessari per soddisfare l’utenza, i costanti ritardi o soppressioni delle corse, la mancanza di nuove tratte ferroviarie, i continui disagi per i pendolari e un quadro notevolmente deteriorato soprattutto nel Sud Italia.

Un mix di problemi che porta la nazione a essere indietro rispetto agli altri Paesi europei sul trasporto su ferro.

Invece di investire su nuove linee, dal 2010 al 2020 si è preferito privilegiare il trasporto su gomma, con la costruzione di 310 km di autostrade e altre migliaia di km di strade nazionali, rispetto ai 91 km di metropolitane e 63 km di tranvie. Aumentando ulteriormente l’inquinamento, le emissioni di gas alteranti e una pesante cementificazione di diverse parti d’Italia.

I fondi del Pnrr sono insufficienti per la transizione necessaria e Legambiente suggerisce di destinare 500 milioni di euro l’anno per rafforzare il servizio ferroviario regionale e 1,5 miliardi per realizzare nuove linee metropolitane, tranvie e linee suburbane.

In sintesi, 2 miliardi di euro all’anno fino al 2030: «Il processo di riconversione dei trasporti in Italia è fondamentale. Lo è se vogliamo rispettare gli obiettivi del Green Deal europeo, del taglio delle emissioni del 55% entro il 2030 e del loro azzeramento entro il 2050, visto che il settore è responsabile di oltre 1/4 delle emissioni climalteranti italiane che, in valore assoluto, sono addirittura cresciute rispetto al 1990. Per questo è fondamentale invertire la rotta e puntare su importanti investimenti per la “cura del ferro” del nostro Paese, smettendola di rincorrere inutili opere come il Ponte sullo Stretto di Messina», ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

I dati specifici riguardanti la situazione della regione Lombardia sono stati poi illustrati in un incontro pubblico a Cascina Nascosta di Parco Sempione, a Milano, nella mattinata di mercoledì 22 febbraio. La presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto ha introdotto la tematica e i vari ospiti, partendo da Gabriele Nanni dell’ufficio scientifico di Legambiente, che ha illustrato le condizioni preoccupanti del sistema ferroviario lombardo.

A seguito della pandemia, dal 2019 al 2021 si è registrato un calo del 30,5% di viaggiatori su i treni regionali, e per il 2022 è stato stimato che 1 utente su 5 ha abbondato il treno. Sia per effetto dello smartworking che per il ritorno all’uso dell’automobile.

Le linee più carenti della regione sono concentrate nel pavese, mentre la linea Milano-Mortara risulta fra le peggiori in assoluto in Italia. Il tratto da Albairate a Mortara, di circa 26 km, è tuttora a singolo binario dopo oltre 150 anni, dall’inaugurazione nel lontano 1870, mentre continuano a mancare i finanziamenti per il raddoppio.

Nel dibattito sono poi intervenuti Franco Aggio, dell’associazione MiMoAl, Stefano Marchionna e Andrea Mazzuccotelli, che hanno delineato i problemi presenti nelle varie province, fra disservizi, mancanza di corse frequenti, bus sostitutivi non funzionanti e treni nuovi con il pesante difetto di essere poco capienti.

Successivamente Antimo De Col, presidente di Federconsumatori Lombardia, ha elencato i dati dell’indagine “Il servizio lombardo funziona?”, che mostrano la composizione dei pendolari, le tratte principali, gli orari interessati, ma anche l’opinione prevalentemente negativa dei viaggiatori di Trenord. I quali bocciano il servizio ferroviario offerto, soprattutto a causa dei ritardi, soppressioni, affollamenti e mancanza di pulizia su i vagoni. Elencate infine varie soluzioni che potrebbero migliorare la qualità e l’efficienza del servizio nei prossimi anni.

L’incontro si è chiuso con un auspicio di Federico Del Prete, responsabile della Mobilità Legambiente Lombardia, il quale ha affermato che «il trasporto collettivo è il futuro. È il futuro non solo delle transizione ecologica, ma anche dell’innovazione economica, dell’innovazione sociale. Noi dobbiamo recuperare il senso di comunità. E non c’è cosa come il trasporto collettivo che ci farà fare questo salto».

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