Diritti

La Mappa social dell’Intolleranza

La settima edizione dell’analisi realizzata da Vox - Osservatorio italiano sui diritti rivela un incremento dell’odio sul web contro donne, persone con disabilità e persone omosessuali: più di 9 tweet su 10 sono negativi
Credit: Vaitkecich/ Pexels
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
23 gennaio 2023 Aggiornato alle 19:00

La settima “Mappa dell’Intolleranza” disegna un’Italia carica di un odio sempre più radicalizzato, intenso e polarizzato. Le tra vittime principali, quest’anno, ci sono (ancora) le donne, le persone con disabilità e le persone omosessuali.

L’analisi è stata realizzata da Vox- Osservatorio italiano sui diritti, un’associazione no profit che dal 2015 monitora i linguaggi di odio su Twitter, in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, Sapienza - Università di Roma e IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano.

In 10 mesi di rilevazione, da gennaio a ottobre 2022, sono stati esaminati 629.151 tweet, di cui 583.067 negativi. Si tratta del 93%.

Nel 2021 ne erano stati estratti 797.326, ma quelli critici erano “solo” il 69%. L’analisi è in grado di distinguere tweet ironici da tweet discriminatori: la piattaforma di Social Network Analytics & Sentiment Analysis, progettata dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Bari, utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per comprendere la semantica del testo e individuare ed estrarre i contenuti richiesti.

Sono le donne a ricevere il 43,21% dei tweet negativi, seguite da persone con disabilità (33,95%), persone omosessuali (8,78%), migranti (7,33%), ebrei (6,58%) e musulmani (0,15%, in forte diminuzione rispetto al 19,57% dello scorso anno).

In tutte e 6 le categorie prese in considerazione, la percentuale di tweet negativi è decisamente più alta rispetto alla percentuale di quelli positivi, che non superano mai la soglia del 20%.

«Le vittime di quest’anno non sono solo minoranze, religiose o etniche, ma singole persone di categorie più ampie: donne, persone con disabilità, persone omosessuali», spiega dall’Università degli Studi di Milano la Prorettrice Marilisa D’Amico, costituzionalista e co-fondatrice di Vox Diritti. Le piattaforme come Twitter, inoltre, privilegiano i contenuti negativi perché sono quelli più fortemente polarizzati e implicano una risposta immediata dell’utente.

La Mappa dell’Intolleranza mostra anche l’origine dei tweet di odio, grazie alla loro geolocalizzazione: quello indirizzato alle donne, categoria che si conferma ogni anno al primo posto, è diffuso in tutta Italia, con picchi nelle città di Bologna, Firenze, Roma e nel centro della Penisola.

Le discriminazioni si diffondono, da anni, in concomitanza con le notizie di femminicidi. Ma nel 2022 l’episodio che ha scatenato più tweet di odio contro le donne è stato l’elezione di Giorgia Meloni a Presidente del Consiglio e la sua scelta di usare il maschile per il suo titolo.

«Prima il lessico dell’odio era più legato al bodyshaming, ma dalla pandemia in avanti molti attacchi si sono concentrati sulla competenza e sulla professionalità delle donne. Il lavoro emerge anche quest’anno come co-fattore scatenante dell’hatespeech misogino, così come lo scorso anno», spiega Silvia Brena, giornalista e co-fondatrice di Vox - Osservatorio italiano sui Diritti.

L’hate speech nei confronti delle persone con disabilità “si configura come una vera e propria intolleranza, che coinvolge sempre più giovani e sempre più l’ambito scolastico, sconfinando anche in atti di bullismo”, spiega il rapporto.

Inoltre, la rilevanza del fenomeno parla anche di una distorsione lessicale e sempre più spesso la disabilità viene usata come insulto: termini come “demente”, “mongoloide” e “handicappato” sono stati registrati tra le offese più ricorrenti sui social. A livello geografico i tweet negativi si sono concentrati in Piemonte e a Bologna e Firenze.

I picchi d’odio sono stati registrati a seguito di un’omelia di Papa Francesco che invitava a considerare la disabilità una sfida per costruire insieme una società più inclusiva, oltre alla notizia di un taxista veronese rifiutatosi di prendere a bordo un disabile.

Per quanto riguarda le persone omosessuali, questo cluster torna sul podio dopo anni di indifferenza, o quasi, da parte degli haters online. Anche in questo caso, molti tweet negativi emergono quando accade qualcosa che attira l’attenzione mediatica, come durante il Gay Pride o dopo le polemiche sul Ddl Zan. Nel 2022 i tweet di odio si sono concentrati durante il Festival di Sanremo, quando il comico Checco Zalone ha raccontato la «storia Lgbtq+ ambientata in Calabria» sul palco dell’Ariston, e in generale in concomitanza con aggressioni omofobe. Tra le zone più intolleranti: il Veneto, la Calabria, e la città di Bari.

Dal Nord Italia invece, provengono molti tweet legati all’antisemitismo, così come da Roma. I picchi di odio si registrano in occasione della Giornata della Memoria e ogni qualvolta si verifichino aggressioni contro ebrei, di stampo antisemita. Il 27 gennaio 2022 è stato registrato un picco quando alcuni manifestanti No Vax tra Torino, Perugia e Belluno indossarono le divise dei deportati, distribuendo volantini sulla Shoah e paragonando le norme anti-Covid allo sterminio degli ebrei.

Stranieri e migranti “rappresentano la categoria sociale con una percentuale più alta di incremento di tweet negativi all’interno del cluster rispetto al 2021” (erano al 5,61%). Provengono in particolar modo da Veneto, Lazio e Puglia, e si devono ancora una volta alla forte attenzione mediatica sugli sbarchi e sui profughi, soprattutto in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Mentre i tweet d’odio contro i musulmani, in calo quest’anno, si sono registrati in seguito alla sentenza per l’attentato a Parigi al Bataclan e all’uccisione in Siria di due dirigenti dell’Isis.

Una parte della Mappa dell’Intolleranza è stata realizzata in collaborazione con GIULIA - Giornaliste Unite Libere Autonome, l’associazione di rilievo nazionale che si impegna a modificare lo squilibrio informativo sulle donne e a battersi affinché le giornaliste abbiano pari opportunità nei luoghi di lavoro. Il focus sui media ha preso in considerazione 45 profili di giornalisti, 22 uomini e 23 donne, e 12 testate: su un totale di 726.101 menzioni, il 79,03% è di carattere negativo. Tra le testate più attaccate, FanPage, Libero e Il Fatto Quotidiano, mentre tra i professionisti troviamo al primo posto Angela Caponnetto (Rai) tra le donne e Antonio Socci (Libero) tra gli uomini.

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