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Marilisa D’Amico: «I nostri figli hanno diritto a una società più inclusiva»

Professoressa ordinaria di Diritto costituzionale e prorettrice alla Statale di Milano, ha portato avanti battaglie (anche come avvocato) su fecondazione assistita, matrimonio omosessuale, presenza delle donne nelle giunte regionali. L’Italia deve fare un salto di qualità, dice
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5 aprile 2022 Aggiornato alle 22:00

Ci sono incontri importanti, che ci cambiano la vita. È successo anche a Marilisa D’Amico, Professoressa ordinaria di Diritto costituzionale e prorettrice con delega a Legalità, Trasparenza, e Parità di diritti all’Università di Milano. Fin da adolescente, il Diritto Costituzionale la affascina. Lei, capace e intraprendente, incontra lui, costituzionalista. Il suo nome è Nicolò Zanon. Iniziano una carriera insieme, il percorso accademico li unisce non solo dal punto di vista professionale: diventa una svolta anche personale.

Altre persone segnano il percorso di Marilisa D’Amico. I suoi maestri sono gli ex Giudici della Corte Costituzionale e accademici Gustavo Zagrebelsky e Valerio Onida. I loro insegnamenti la spronano ad approfondire con dedizione e costanza le tematiche relative ai diritti fondamentali. Diventa professoressa di Diritto Costituzionale.

Potrebbe bastare, ma c’è qualcosa che rende i suoi passi più pesanti, i gradini che sale più alti di quelli dei suoi colleghi in cravatta: «Nonostante fossi all’apice della mia carriera, in un ateneo importante come la Statale di Milano, mi rendevo conto che l’essere donna condizionava la mia vita. Pian piano e con i miei tre bellissimi figli a cui pensare, ho cominciato ad appassionarmi allo studio e alle azioni concrete per i diritti delle altre donne». Ne ha incontrate due, «fantastiche», che hanno segnato un’altra svolta nella sua vita: la sociologa Bianca Beccalli, impegnata nei temi della rappresentanza e vicina ai movimenti operai, e Eva Cantarella, storica, giurista, sociologa e accademica italiana.

Marilisa cerca non solo di scrivere, ma anche di mettere in pratica ciò che fino a quel momento aveva solo teorizzato. «Mi sono occupata di fecondazione assistita, ho difeso i matrimoni omosessuali e i diritti delle donne davanti alle Corti, quella Costituzionale e quella europea dei Diritti dell’Uomo». Lo ha scritto anche in un libro, pubblicato nel 2020 e intitolato Una parità ambigua - Costituzione e diritti delle donne (Raffaello Cortina), in cui ha parlato dei suoi punti di arrivo, delle difficoltà affrontate prima per sfiorarli, poi per afferrarli con grinta e decisione e infine per realizzare la fatica fatta fino a quel momento.

«Ho parlato della difficoltà, non solo mia, di conciliare il tempo dedicato alla famiglia e al lavoro, dell’odio sessista, del dramma della violenza di genere. Il mio percorso, dalla teoria alla pratica, dai banchi alla cattedra, passando per i tribunali, mi ha fatto toccare con mano ciò che mi appaga personalmente, mi rende viva e mi fa sentire un’attivista», racconta.

Come avvocato Marilisa ha difeso, davanti alle Corti italiane ed europee, questioni relative ai diritti fondamentali, come quelle sulla procreazione medicalmente assistita, «una sentenza importante che ha fatto la differenza per tante donne e tante coppie», poi sul matrimonio omosessuale, sulla presenza femminile nelle Giunte regionali. Vorrebbe che l’Italia facesse un salto di qualità in questo senso. «Ho due femmine e un maschio, e si meritano tutti e tre una società più inclusiva».