Culture

Il trend topic che manca all’appello

Se non è possibile scegliere di cosa di parlare, quanto meno voglio tentare di proporre, in un’agitata settimana, un punto: la prossima Cop28 è a rischio!
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 4 min lettura
14 gennaio 2023 Aggiornato alle 07:00

Nella logica dei commenti #trendtopic oggi sarei due giorni in ritardo per commentare il generoso gesto nei confronti dell’Associazione Dire di Chiara Ferragni - e la relativa risposta piccata di Selvaggia Lucarelli - nonché ben tre giorni in ritardo per scrivere del libro del principe Harry che pure ho acquistato, scritto dal biografo di Agassi (Open) e anch’esso - lo sapevate? - pensato in gran parte come opera di beneficienza.

Se per Ferragni si parla di cifre intorno ai 100.000 euro, il duca di Sussex nell’incipit del suo libro dichiara l’elargizione di un 1 milione e mezzo di dollari a Sentebale, associazione che si occupa di aiutare bambini vulnerabili e giovani affetti da HIV in Botswana and Lesotho.

Inoltre, Harry verserà 300.000a sterline all’ente non-profit WellChild, che si occupa di assistenza domiciliare di giovani e bambini.

Forse, poi occorrerebbe controbattere a Letizia Moratti che il suo “mea culpa” sul Pride arriva un po’ tardino, lamentarsi per la questione accise perché sulla benzina è un gran casino - anche se il discorso di 15 minuti del diario di Giorgia su Instagram è scuola di dialettica - e poi, ancora, rimbrottare al PD di non aver saputo trovare un accordo degno sulle votazioni online (solo gli sfortunati abitanti vicino al centro andranno quindi ai gazebo!).

Ancora, preoccuparsi per il “povero” senatore Richetti che si è sentito un po’ male in aula: ci ricordiamo vero dello scandalo pre-elezioni di Fanpage, finito nel dimenticatoio immediatamente dopo il voto? E poi ancora, rallegrarsi per la chiusura della piattaforma It’s Art, ringraziando Giampaolo Rossi e Fabrizio Salini che, quando erano in Rai, non hanno sposato l’investimento, e criticare la scelta di un ministro che ha già le sue difficoltà, con un sottosegretario come Vittorio Sgarbi.

Sì, per aver pensato di aumentare il prezzo dell’ingresso agli Uffizi è stato accolto come una follia, così come è stata applaudita l’iniziativa di non dare fondi alle aziende in cui sia stata riscontrata violenza nei confronti delle donne. Io, invece, la penso come Sangiuliano, che non conosco personalmente e con cui non condivido pressoché nulla. Però credo che il patrimonio artistico italiano sia un motore importante per lo sviluppo del Paese, e penso che si potrebbero studiare diverse tariffe diverse, giocate a seconda di chi ne fruisce.

In modo che entrare in un museo italiano diventi una sorta di “privilegio” per gli stranieri. Cosa che già - di fatto - è, essendo i fortunati titolari delle opere d’arte e del patrimonio artistico più importante del mondo. In questo modo, forse, si potrebbero pagare un po’ meglio i precari della cultura, che oggi, nei musei come altrove, soffrono di remunerazioni troppo basse. E curare un po’ meglio i luoghi.

Non era nei trend topic della settimana, invece, una cosa che a mio parere è davvero importante, e che in pochi hanno commentato in questo venerdì 13 gennaio. Siamo stati i primi, come quotidiano, ad aver dato la notizia che la prossima Cop28 sarà probabilmente guidata da un signore delle oil company degli Emirati.

È stata ripresa da diversi giornali e singoli ambientalisti, ma non è nei titoli di testa dei telegiornali come le proteste di Ultima Generazione. In questo senso, continueremo a fare informazione puntuale sull’ambiente, ma una voce in più, a destra o a manca, ci vorrebbe, su quanto sta accadendo. Noi ci vediamo settimana prossima, con Davos!

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