Ambiente

Oggi è la giornata internazionale della montagna

Questa è la storia di Adamello, un ghiacciaio destinato a sciogliersi. Secondo ClimADA - progetto che ha studiato la sua evoluzione - se non agiamo subito, rischiamo di perderlo entro i prossimi 80 anni
Adamello, il 06 agosto 2022.
Adamello, il 06 agosto 2022. Credit: ANSA / Filippo Venezia
Tempo di lettura 4 min lettura
11 dicembre 2022 Aggiornato alle 08:00

Il ghiacciaio più profondo d’Italia rischia di sciogliersi entro la fine del secolo: è la triste constatazione cui si è giunti, al termine del convegno L’impatto del cambiamento climatico sui ghiacciai alpini: il caso dell’Adamello, organizzato da Fondazione Lombardia per l’Ambiente in collaborazione con Fondazione Cariplo per fare un bilancio del primo anno di ClimADA, il progetto che si pone l’obiettivo di ricostruire l’evoluzione climatica degli ultimi secoli nelle aree di alta montagna alpina e studiare il passato e il destino dell’Adamello.

ClimADA nasce per approfondire lo stato e la storia del ghiacciaio, concentrandosi sulla ricostruzione delle condizioni climatiche e ambientali che si sono succedute nel corso degli anni, indispensabili per avere informazioni utili in merito agli scenari futuri.

«Si tratta di un progetto unico non solo nel panorama italiano, ma anche in quello europeo e globale - ha commentato Fabrizio Piccarolo, direttore di Fondazione Lombardia per l’Ambiente - Le informazioni derivanti dalle attività di analisi contribuiranno a chiarire quadri di tendenza e prospettive sul piano ambientale di ampi territori della nostra regione alpina, supportando la comunità scientifica e i decisori politici nella definizione di misure di adattamento per le evoluzioni in corso».

Già nel 2021, il progetto aveva dato il via a una serie di iniziative per studiare l’Adamello: tra queste, l’estrazione di un cilindro di ghiaccio (nel gergo, carota) di 224 metri che oggi è conservato all’EuroCold Lab dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, per essere sottoposto ad analisi che permetteranno di costruire il libro del clima degli ultimi 1.000 anni, verificando gli effetti di eventi come la Prima Guerra Mondiale, che si è combattuta sull’Adamello, del disastro di Chernobyl o di grandi incendi sul ghiacciaio.

Per capire quale sarà la storia futura della grande distesa di ghiaccio, invece, gli scienziati di ClimADA hanno inserito nel tunnel lasciato dalla rimozione della carota di ghiaccio una sonda a fibra ottica, che permette di misurare la temperatura e la pressione del ghiaccio. I profili di temperatura rilevati nei mesi estivi 2021 e 2022 con la tecnica Raman mostrano un range di valori sovrapponibile con temperature non inferiori a -1.5 °C, mentre una recente misurazione effettuata nel novembre scorso ha restituito una temperatura all’interno del ghiacciaio decisamente inferiore, intorno a -8 °C.

Nel complesso, dalle analisi svolte, è stato rilevato un aumento delle temperature dal 2006 a oggi con scarse prospettive di sopravvivenza del ghiacciaio per la fine del secolo.

Di questo passo non è solo seriamente compromessa la sopravvivenza dell’Adamello: i primi ghiacciai destinati ad ammalarsi (e poi a morire) saranno i cosiddetti temperati, cioè quelli con temperature del ghiaccio appena sotto lo 0. Si tratta di ghiacciai e nevai esposti a sud e quindi tipici del versante italiano delle Alpi.

Una perdita preziosa non solo a livello ambientale, ma anche storico e culturale: l’Adamello, al pari di molti altri ghiacciai, rappresenta infatti un formidabile esempio di biodiversità, un patrimonio unico che in questi mesi è stato oggetto di diverse attività didattiche che hanno coinvolto circa 700 studenti e numerosi docenti.

«I ghiacciai sono archivi del tempo che custodiscono frammenti della storia del nostro Pianeta. I cambiamenti climatici in atto, particolarmente amplificati nelle aree di quota medio-alta, stanno riducendo le masse di ghiaccio e con loro potrebbero sparire anche le preziose informazioni che essi conservano. Questo ci fa capire quanto il progetto ClimADA sia prezioso ma anche quanto sia urgente e necessario agire, ora, per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti, con politiche e interventi a livello internazionale e nazionale ma anche regionale e locale», ha concluso Elena Jachia, direttrice Area Ambiente di Fondazione Cariplo.

Leggi anche
Cambiamento climatico
di Fabrizio Papitto 3 min lettura
Cambiamento climatico
di Costanza Giannelli 4 min lettura