Ambiente

L’isola delle tartarughe felici

Nell’arcipelago eoliano, grazie a uno speciale pronto soccorso, gli esemplari di Caretta caretta hanno trovato un porto sicuro dove rinascere. Tornando alla vita più forti di prima
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
29 luglio 2022 Aggiornato alle 09:00

Sulla più antica delle isole eoliane, tra distese di fichi d’india, capperi, assenzio e cisto marino, sorge una casa per la fauna in difficoltà. È il caso di Rainbow e Baby, due esemplari di tartaruga marina comune (Caretta caretta) di, rispettivamente, 15 e 3 anni.

Dopo essere state ritrovate in mare, la prima con una pinna impigliata in una lenza da pesca che le ha causato una frattura scomposta dell’omero (incidente che, con ogni probabilità, non le permetterà di riprodursi) e la seconda, debilitata e gravemente sottopeso, con il carapace infestato da crostacei, ora beneficiano delle cure e dell’attenzione di volontari ed esperti, come la biologa marina Monica Blasi, che al Filicudi Wildlife Conservation - Pronto Soccorso Tartarughe Marine mettono a disposizione il loro tempo. La loro pazienza. E l’amore per la vita a cui questi animali non intendono certo rinunciare.

Dalle cure riabilitative quotidiane a base di bendaggi, cicatrizzanti, antibiotici e disinfettanti (per le operazioni chirurgiche e gli esami diagnostici la struttura si rivolge al centro veterinario di Lipari) fino all’attenzione verso una dieta pensata e adattata ai gusti delle tartarughe degenti (Rainbow ama i totani mentre la piccola Baby sembra prediligere i piccoli crostacei), il Pronto Soccorso di Filicudi è l’esito di un progetto pensato oltre dieci anni fa, e da due supportato da E.on - gruppo energetico internazionale - per strappare alla morte decine di questi rettili acquatici, tra i più antichi e longevi tetrapodi viventi. Spesso vittime di inquinamento, scontri con barche, navi, gommoni e attrezzatura da pesca (ami di palangaro soprattutto), distrattamente o intenzionalmente abbandonata in mare. Ma anche delle ripercussioni del cambiamento climatico.

Ogni anno dalle 30 alle 60 tartarughe trovano qui un porto sicuro, sull’isola nota nell’antichità come terra “ricca di felci”, in riferimento a una particolare palma nana tuttora presente.

In una terra ricca di biodiversità, che ospita il falco della regina, la lucertola delle Eolie, il tursiope e la stenella, il Pronto Soccorso è attivo tutto l’anno, se pur con qualche difficoltà logistica. «Tuttavia - ha spiegato alla Svolta Monica Blasi - il supporto di E.on ci può aiutare a rendere il centro più operativo non solo nei mesi estivi».

Il sostegno del gruppo energetico rientra nel progetto Energy4Blue, intrapreso dall’azienda nel 2019 per combattere l’inquinamento da plastica nei fondali e sulle coste italiane, preservando gli habitat naturali, inclusi gli animali in via di estinzione, come le tartarughe marine, i capodogli e altre specie. «Il coinvolgimento attivo di associazioni radicate sul territorio è uno degli scopi di Energy4Blue: è fondamentale continuare ad attivare progetti con realtà internazionali, nazionali e locali impegnate in prima linea nella salvaguardia della fauna e della flora marina. Dando al tempo stesso un supporto alla scienza affiancando gli studiosi esperti di biodiversità», ha spiegato a La Svolta Davide Villa, Chief Customer Officer di E.on Italia.

La biologa marina Monica Blasi e Baby, il cucciolo di tartaruga salvato al largo di Filicudi
La biologa marina Monica Blasi e Baby, il cucciolo di tartaruga salvato al largo di Filicudi

L’associazione Filicudi Wildlife Conservation, nata nel 2004 per tutelare le popolazioni di cetacei - tursiopi, stenella striata, capodoglio - e tartarughe marine dell’arcipelago eoliano, e presieduta dalla biologa marina Blasi, che indirizza le fasi di monitoraggio della fauna marina, recupero in mare e Pronto Soccorso, dedica grande attenzione alle attività di citizien science, educazione e sensibilizzazione ambientale rivolte ai turisti (e non solo).

Ogni settimana, infatti, gruppi di volontari dell’alternanza scuola lavoro, studenti e appassionati di mare fanno capolino a Filicudi per diventare parte integrante di un progetto che ci ricorda quanto tutto sia collegato.

Un mare reso malato, anche a causa della nostra volontà, non potrà che generare flora e fauna compromesse, in un circolo vizioso che tocca tutti noi. Rischiando di minare la sopravvivenza di forme viventi bellissime e cruciali per la nostra stessa esistenza.

L’obiettivo di questa iniziativa ambientale è comprendere il valore della salvaguardia degli ecosistemi marini, anche grazie alle escursioni in compagnia dei biologi marini dell’associazione.

La sede operativa del centro di Primo Soccorso Tartarughe Marine è situata a Pecorini Mare, a circa 40 metri dal mare. «Il progetto è iniziato recuperando informazioni e dati su questi animali, poi pubblicati sulle riviste scientifiche e utilizzati per progetti di conservazione», ha spiegato la biologa.

Rainbow al Pronto Soccorso tartarughe di Filicudi
Rainbow al Pronto Soccorso tartarughe di Filicudi

La Caretta caretta, specie comune nel Mediterraneo, depone principalmente in Grecia, Turchia, Cipro e Nord Africa. «In Italia abbiamo diversi nidi ma l’80% degli esemplari che osserviamo in mare sono nati in lidi lontani da noi. Tuttavia, abbiamo registrato un fenomeno inedito: l’aumento dei tentativi di deposizioni sulla Penisola. Non a caso, da quest’anno, insieme a E.on abbiamo deciso di implementare il nostro progetto accorpando al recupero e soccorso della fauna in difficoltà il monitoraggio delle spiagge. Decidendo così di attivare corsi, come il Discovery turtle beach, indirizzati ai bambini delle scuole eoliane per riconoscere le tracce di risalita delle tartarughe. E individuare, grazie alla “mappa della biodiversità”, la sede della deposizione delle tartarughe. In questo modo, gli uomini e le donne del futuro adottano la spiaggia. Prendendosene cura per tutto il periodo estivo».

«Il nostro impegno - ha continuato Blasi - è dedicato, tutto l’anno, alla formazione delle nuove generazioni. Attraverso campagne di ricerca e monitoraggio, ogni settimana arrivano circa 10-15 volontari, che la mattina partecipano alle attività di ricerca direttamente in mare mentre il pomeriggio imparano al Pronto Soccorso le tecniche veterinarie, di recupero e soccorso. Dando voce all’amore per questi animali».

Ma a Filicudi i progetti non finiscono mai. Il prossimo? Monitorare lo stato di salute dell’intero ecosistema marino eoliano. «Proprio qui, a Filicudi, il nostro sogno è quello di istituire un’area marina protetta». Celebrando la vita che chiede riscatto. Presenza. E rispetto.

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