Culture

Le video installazioni di Candice Breitz a Modena

Le opere dell’artista sudafricana saranno esposte fino al 18 settembre alla Fondazione Modena Arte Visive con alcune delle sue opere rivoluzionarie
Candice Breitz, Never Ending Stories, Love Story ph ©Rolando Paolo Guerzoni
Candice Breitz, Never Ending Stories, Love Story ph ©Rolando Paolo Guerzoni
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12 giugno 2022 Aggiornato alle 17:00

È la più grande mostra dedicata da un’istituzione italiana a Candice Breitz. L’esposizione, ospitata da FMAV - Fondazione Modena Arti Visive, durerà dall’8 giugno al 18 settembre 2022.

Raccoglie alcuni dei lavori più significativi dell’artista sudafricana e si snoda attorno a diversi nuclei tematici, come la riflessione sugli strumenti e sul linguaggio dei mass media, ma anche la digitalizzazione e le dinamiche attraverso le quali tutta la realtà che ci circonda viene racchiusa e proiettata online.

Tre in particolare le opere più importanti: la prima è Love Story (2016), una video installazione con oltre 20 ore di interviste a profughi e rifugiati, tra cui Sarah Mardini, sfuggita dalla guerra in Siria, José Maria João, un ex soldato bambino angolano, Mamy Maloba Langa, sopravvissuta a uno stupro nella Repubblica Democratica del Congo, Shabeena Saveri, attivista transgender indiana, Luis Nava Molero, dissidente politico del Venezuela e Farah Abdi Mohamed, giovane ateo somalo.

Nella sala successiva alcuni frammenti delle interviste sono reinterpretati dalle star hollywoodiane Alec Daldwin e Julianne Moore e montati insieme. Un’opera che si sofferma non solo sulle grandi crisi globali dei rifugiati ma anche sull’insensibilità della cultura mediatica e sul disinteresse generale per le persone che hanno affrontato determinate avversità.

Poi c’è Digest (2020), un’installazione che si compone di 1001 videocassette colorate, con su scritti i titoli di film realizzati negli anni d’oro dell’home video e del videonoleggio. Portato a termine durante la pandemia, rievoca proprio l’esposizione dei nastri nei negozi di videonoleggio, mentre la struttura seriale si ispira a Le Mille e una notte e a Sharazad, che l’artista considera una sorta di proto-femminista, in grado di sfuggire alla violenza del sultano Sharayar grazie all’incredibile dono del racconto.

Infine, Labour, un insieme di 6 videoinstallazioni, avviate nel 2017 e ancora in divenire, che approfondiscono il tema della nascita e della autorità riproduttiva. Si susseguono le immagini di 6 donne durante il parto, ma la sequenza viene mostrata in modalità rewind, per cui allo spettatore sembra di assistere a una scena surreale di neonati che tornano dentro il grembo materno.

Candice Breitz, Never Ending Stories, Love Story ph ©Rolando Paolo Guerzoni
Candice Breitz, Never Ending Stories, Love Story ph ©Rolando Paolo Guerzoni
Candice Breitz, Never Ending Stories, Love Story ph ©Rolando Paolo Guerzoni
Candice Breitz, Never Ending Stories, Love Story ph ©Rolando Paolo Guerzoni
Candice Breitz, Never Ending Stories, Love Story ph ©Rolando Paolo Guerzoni
Candice Breitz, Never Ending Stories, Love Story ph ©Rolando Paolo Guerzoni
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