Culture

Fotografia, una mostra racconta i disturbi alimentari dei giovani

Fino al 24 ottobre in esposizione al PAC, la mostra, ideata da nove ragazze e un ragazzo, che soffrendo di disturbi alimentari, hanno voluto mettere in luce questa grave patologia così diffusa nelle nuove generazioni
Tempo di lettura 2 min lettura
17 ottobre 2021 Aggiornato alle 09:58

“Ri-scatti, fino a farmi scomparire”. Questo è il titolo della mostra fotografica nata dall’idea di nove ragazze e un ragazzo che, soffrendo di disturbi alimentari, hanno voluto mettere in luce la gravità di questa grave patologia che, ora più che mai nella storia, sta colpendo le nuove generazioni.

La mostra è realizzata dal PAC Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano e da Ri-scatti Onlus in collaborazione con l’Ospedale Niguarda di Milano e l’Associazione Erika, con il sostegno di Tod’s. Sarà visibile al pubblico dal 15 al 24 ottobre 2021, e con essa anche la performance teatrale realizzata in collaborazione con ASL Roma 1 e Associazione La Fenice sulla stessa tematica. Cento fotografie descrivono le storie di Alessandra, Alessia, Anna, Emanuela, Emanuele, Federica, Giulia, Silvia, Sofia e Teresa. Storie impossibili da raccontare: di silenzio, di paura. La magrezza estrema come sinonimo di valore umano e il grido disperato di anime che non si riconoscono all’interno della fisicità in cui sono incastrate.

Poter controllare la fame, sopprimerla e dimenticarla, diventa l’unica realtà valida, l’unica cosa per cui lottare e, proprio grazie a questo, scomparire. Non manca il riferimento al ruolo che la società, guidata e nutrita dai social, riveste in questa lotta contro il corpo; la masochistica logica del confronto imperversa su Instagram, Facebook e Twitter, portando chi ne fa uso a paragonarsi a standard irrealistici e irraggiungibili, con un conseguente senso di inadeguatezza e profondo disagio.

Queste sono le tematiche che i protagonisti di “Ri-scatti”, oggi consapevoli della loro sofferenza, hanno deciso di condividere attraverso l’arte della fotografia, mettendo da parte una volta per tutte la paura di deludere e di fallire che li aveva accompagnati durante la malattia. L’intero ricavato sarà devolto a supportare l’Associazione Erika presso l’Ospedale Niguarda di Milano, a sostegno dei pazienti e delle famiglie.

Leggi anche