Diritti

Sheryl Sandberg lascia o raddoppia?

Dopo 14 anni a Meta, la numero due della società ha dato le dimissioni. Tra i motivi ufficiali, la voglia di dedicarsi alla filantropia. Ma forse c’è qualcosa di più
Sheryl Sandberg alla DLD Munich Conference 2019
Sheryl Sandberg alla DLD Munich Conference 2019 Credit: DLD | Verwendung weltweit
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 giugno 2022 Aggiornato alle 17:00

«Oggi condivido la notizia che, dopo 14 anni, lascerò Meta». Così il primo giugno Sheryl Sandberg, la chief operating officer (COO) dell’azienda, ha annunciato il suo ritiro “parziale” in autunno. Come? Tramite un post su Facebook, ovviamente.

Parziale perché, in realtà, Sandberg farà un passo indietro solo per la sua posizione di COO ma, come lei stessa ha specificato, continuerà a far parte del consiglio di amministrazione della società (di cui, tra l’altro, ne è stata la prima donna eletta).

Quando nel 2008 ha iniziato a lavorare con Zuckerberg, non pensava di rimanere più a lungo di cinque anni. Ora, passati 14, ha deciso di voler investire più energie nella filantropia e nella sua fondazione Lean In. La sua mission è aiutare le donne «a realizzare le proprie ambizioni e a lavorare per creare un mondo più equo», fornendo loro le giuste risorse e il supporto necessario.

Il suo impegno nei confronti dell’empowerment femminile si è tradotto anche in un libro, Lean in: Women, Work, and the Will to Lead (2013). Qui si parla di donne e lavoro, di leadership mancate, di soluzioni semplici e convincenti per sanare questa assenza, della sua esperienza, dell’equilibrio (possibile) tra successo professionale e realizzazione personale.

Se da una parte però il libro ha avuto un buon seguito per il messaggio che passa, dall’altra diverse donne hanno messo in rilievo un fatto molto importante riguardo Sandberg e il suo successo: ovvero che la volontà non sempre paga e che spesso i privilegi fanno la differenza (lei è una donna bianca con alle spalle una buona istruzione a Harvard).

In Meta si è occupata della pubblicità, un’attività che ancora oggi rappresenta una delle principali fonti di guadagno per l’azienda. Ma in questi 14 anni ci sono stati alti e bassi a causa degli scandali in cui la società si è ritrovata coinvolta.

Nel 2016 Sandberg e Meta hanno dovuto affrontare le critiche successive alle elezioni presidenziali statunitensi vinte da Trump, relativamente al basso impegno della società nel prevenire la diffusione di notizie false (come riporta il New York Times, in quell’occasione l’imprenditrice era la responsabile della politica e del team di sicurezza dell’azienda).

Poi, nel 2018, è arrivato lo scandalo di Cambridge Analytica, una società che ha utilizzato impropriamente i dati di alcuni utenti di Facebook. Anche in questo caso, Sandberg ha avuto un ruolo cruciale, essendo a quel tempo responsabile delle relazioni pubbliche.

Come ha infatti scritto il giornale statunitense, «Fu ritenuta responsabile delle ricadute e della risposta confusa sulla questione». In quello stesso anno, sia lei che Zuckerberg furono chiamati a testimoniare di fronte al Congresso degli Stati Uniti.

E proprio dopo questi due importanti episodi, Sandberg ha cominciato a pensare di lasciare Meta.

Nel dare la notizia delle sue dimissioni, il Wall Street Journal ha ricordato come, all’inizio di quest’anno, il giornale avesse contattato Meta per avere spiegazioni riguardo alle pressioni che Sandberg aveva fatto diversi anni fa sul Daily Mail per eliminare un articolo sul suo ex fidanzato (Bobby Kotick) e su un ordine restrittivo contro di lui risalente al 2014.

«L’episodio - spiega il giornale - si collegava con un’indagine della società sulle attività di Sandberg, incluso l’uso delle risorse aziendali per pianificare il suo matrimonio con Tom Bernthal».

Secondo la portavoce di Meta Caroline Nolan, nulla di tutto ciò ha delle connessioni con la decisione dell’ex COO di lasciare il suo ruolo (che verrà ricoperto dal prossimo autunno da Javier Olivan).

Un altro elemento molto importante da considerare e al quale fa riferimento il WSJ, è che negli ultimi tempi Sandberg era vittima di burnout, ovvero di esaurimento per il lavoro, essendo diventata la “sacca da boxe” per i problemi dell’azienda. Altro punto, secondo le dichiarazioni raccolte dal giornale Sandberg non è stata del tutto coinvolta nel piano “metaverso”.

«È la fine di un’era», ha commentato Zuckerberg. E intanto, dopo l’annuncio delle dimissioni, le azioni di Meta sono scese del 2,6%.

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