Futuro

Una pastiglia di Ecstasy può salvare il matrimonio?

Nel 1912 il chimico Shulgin scoprì il potenziale empatico della droga. Oggi uno studio pubblicato sulla National Library of Medicine rivela che l’Mdma potrebbe curare il disturbo da stress post-traumatico. E migliorare i rapporti di coppia
Credit: Pexels Cottonbro
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13 febbraio 2022 Aggiornato alle 16:00

Allucinogena, stimolante, tossica, pericolosa, assuefacente. Eppure, in qualche modo, utile. L’Mdma, o 3,4-metilendiossimetamfetamina, conosciuta come Ecstasy, è una sostanza che favorisce l’empatia, cioè la capacità di immedesimarsi nei pensieri e negli stati d’animo di un’altra persona. Il composto semisintetico agisce infatti aumentando la presenza di serotonina e il suo incremento in diverse aree cerebrali può provocare diversi effetti psicologici, da una forte sensazione di benessere alla rimozione di barriere emotive e comunicative.

Sviluppata dalla società farmaceutica tedesca Merck nel 1912, il composto medico dell’Mdma non venne prodotto fino agli anni Settanta, quando il chimico statunitense Alexander Shulgin ne scoprì il potenziale empatico consigliandolo ad alcuni psicoterapeuti.

Nonostante sia stata messa al bando negli Stati Uniti dal 1985 – e in Italia dal 1988 – negli ultimi anni le sostanze psichedeliche sono tornate a esser studiate dalle neuroscienze e dalla medicina per il loro possibile impiego medico. In particolare, per l’assistenza alla terapia di coppia.

Alla fine del 2021 la Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies (Maps) ha comunicato che è ancora in corso la terza fase di un trial clinico in cui l’Mdma viene utilizzata per curare centinaia di soggetti affetti da disturbo post-traumatico da stress (Dpts) derivante da varie forme di trauma.

In uno studio qualitativo pubblicato a gennaio 2022 sulla National Library of Medicine effettuato su 8 coppie che hanno utilizzato l’Mdma per migliorare le loro relazioni, sono stati descritti gli effetti positivi sulla comunicazione di coppia e sul legame intimo instaurato dopo l’assunzione della sostanza.

I risultati degli esperimenti delle Evenings with Molly (altro nome con cui viene chiamata l’Mdma) suggeriscono la possibilità di un uso informato del farmaco tra gli adulti per il loro miglioramento cognitivo e relazionale. Tuttavia, i ricercatori affermano che con un campione così piccolo, non è possibile generalizzare gli esiti.

Ad oggi, è stato pubblicato solo uno studio in cui alcuni partner hanno ricevuto una terapia assistita dell’Mdma in un contesto clinico. La ricerca, condotta a Charleston, nella Carolina del Sud, comprendeva 6 coppie con caratteristiche simili: la diagnosi di disturbo da stress post-traumatico in un membro della coppia (anche i partecipanti senza disturbo da stress post-traumatico hanno assunto il farmaco). Concluso l’esperimento, 5 delle 6 persone con Dpts non avevano più sintomi e mostravano miglioramenti nella soddisfazione relazionale.

Anne Wagner, psicologa clinica di Toronto e una delle ricercatrici dell’indagine, ha affermato che il prossimo step sarà la richiesta di approvazione per una sperimentazione clinica con un massimo di 60 coppie.

Come per lo studio pilota, almeno un membro di ogni coppia dovrà soffrire di un disturbo da stress post-traumatico. Durante l’assunzione di Mdma, «entrambe le persone devono essere pronte ad approfondire [il rapporto] e comunicare tra loro, e non percepirlo come qualcosa che può risolvere i problemi all’interno di una relazione», ha detto la dottoressa Wagner.

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