Diritti

Estrema destra: con l’aumento dei costi energetici, gli olandesi diventano più conservatori

Secondo l’analisi della Georgetown University, la polarizzazione è il risultato della crescita delle spese per le bollette; situazione simile anche in Europa e Stati Uniti. Perché?
Credit: Damiano Baschiera
Tempo di lettura 4 min lettura
8 maggio 2024 Aggiornato alle 10:05

Più di 10 anni fa, i Paesi Bassi avevano intrapreso un piano per ridurre le emissioni di carbonio. In quest’ottica, sono state aumentate le tasse sul gas naturale, utilizzando il denaro guadagnato per incentivare i cittadini olandesi a installare pannelli solari. Il piano ha funzionato: nel 2022 il 20% delle case disponeva di un’alimentazione derivante dai raggi del sole, rispetto al 2% circa del 2013. A diffondere la notizia è il Washington Post, che afferma anche che, sebbene l’obiettivo fosse la sostenibilità, i prezzi del gas, nel frattempo, sono aumentati di quasi il 50%.

Proprio per questo motivo, la situazione politica si sta polarizzando: gli olandesi più soggetti a conseguenze con gli aumenti del gas, in particolare le persone che pagano direttamente le proprie bollette, si sono spostate a destra. Ovvero, le famiglie che devono affrontare l’aumento dei costi energetici domestici sono diventate dal 5% al 6% più propense a votare per uno dei partiti di estrema destra. «Questa situazione ha ampliato la coalizione dell’estrema destra», ha confermato Erik Voeten, professore di geopolitica alla Georgetown University e autore dello studio che ha rilevato il dato.

Questa tendenza non si sta verificando solo nei Paesi Bassi, ma in tutta Europa: ciò avviene perché i partiti di estrema destra si oppongono alle politiche verdi. In Germania, il partito Alternative für Deutschland ha acquisito consensi dopo la proposta di una legge per imporre ai proprietari di casa di installare pompe di calore. Sono note, poi, le proteste degli agricoltori sui trattori a Parigi per contestare le regole agricole dell’Unione Europea; e anche gli automobilisti che, in Italia e Gran Bretagna, hanno manifestato contro i tentativi di vietare le auto ad alto consumo di benzina dai centri urbani. Questo cambiamento mostra anche come, poiché le politiche climatiche toccano sempre più la vita dei cittadini, anche i Paesi i cui gli elettori sostengono l’uso dell’energia pulita potrebbero trovarsi in difficoltà. In Svezia, i ricercatori hanno scoperto che anche le famiglie a basso reddito che devono affrontare prezzi elevati dell’elettricità avevano maggiori probabilità di schierarsi con l’estrema destra.

E, mentre la maggior parte delle persone (spesso) non presta attenzione a come ottiene l’elettricità, i cambiamenti nella guida, nel riscaldamento domestico e nell’agricoltura stanno iniziando a influenzare i singoli cittadini, suscitando critiche e reazioni avverse. «Stiamo iniziando a entrare in settori che inevitabilmente toccano la vita delle persone - ha affermato Luke Shore, direttore strategico di Project Tempo, organizzazione di ricerca senza scopo di lucro che sta valutando come le politiche climatiche influenzano i modelli di voto in Europa - Siamo arrivati ​​al punto in cui la situazione sta diventando personale e, per questo motivo, anche più politica».

Il problema, dicono i ricercatori, si verifica quando i singoli consumatori sentono che il costo della transizione energetica grava sulle loro spalle, piuttosto che su quelle dei Governi e delle aziende. «Le persone si sentono come se fossero la punta della lancia del cambiamento, come se fossero costretti a portare il peso del cambiamento e non è giusto», ha affermato Pandora Lefroy, Ceo di Project Tempo.

Questa tendenza di voto si è verificata anche negli Stati Uniti. Secondo lo studio del politologo Alexander Gazmararian di Princeton, le comunità carbonifere storicamente democratiche che hanno perso posti di lavoro nel passaggio al gas naturale hanno aumentato il loro sostegno ai candidati repubblicani del 5%. Gazmararian ha affermato che, sebbene il negazionismo climatico e la disinformazione sui combustibili fossili abbiano sicuramente avuto un ruolo, molte persone sono motivate dalle proprie difficoltà finanziarie: «Si trovano in una situazione economica in cui non hanno molte opzioni».

Per questo, si prevede un ampio spostamento a destra nelle elezioni europee di giugno. Se ciò accadesse, si potrebbe rallentare la transizione verde in Europa. «Potremmo vedere una forte riduzione di nuove azioni in questo ambito», ha detto Voeten.

La soluzione, dicono gli esperti, è progettare politiche che evitino di imporre oneri finanziari eccessivi ai singoli cittadini. Lee Beck, direttore senior per l’Europa e il Medio Oriente presso il think tank energetico Clean Air Task Force, ha affermato che inquadrare le politiche climatiche attorno ai benefici economici e alla sicurezza energetica potrebbe essere un percorso ottimale verso un cambiamento a lungo termine. È stato questo l’approccio del presidente Biden, che si è concentrato maggiormente sui crediti d’imposta e sui benefici delle politiche verdi.

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