Ambiente

I pannelli solari a fine vita diventano un problema? Il caso australiano

Secondo l’Australian Centre of Advanced Photovoltaics e Unsw Sydney, il volume cumulativo previsto di pannelli dismessi raggiungerà quota 1 milione di tonnellate entro il 2035. Per questo, sono necessari centri di riciclaggio più grandi e migliori
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5 aprile 2024 Aggiornato alle 11:00

L’allerta arriva dall’University of New South Wales (Unsw Sydney) e da un rapporto dell’Australian Centre of Advanced Photovoltaics. Il tema è che nel Paese sono necessari centri di riciclaggio dei pannelli solari più grandi e più efficaci entro il 2027, per gestire i rifiuti fotovoltaici.

Si prevede che quella tipologia di rifiuti raggiungerà le 100.000 tonnellate all’anno entro il 2030. I dati a disposizione infatti evidenziano l’esigenza di creare grossi impianti di smaltimento nelle principali città, in grado di occuparsi di 5.000-10.000 tonnellate di pannelli di rifiuti ogni 12 mesi; questo volume dovrebbe poi raddoppiare in ogni impianto nei prossimi sei anni.

Il report Scoping study: Solar Panel End-of-Life Management in Australia” dell’Acap, coordinato proprio dall’Unsw di Sydney, sottolinea che nel complesso il volume cumulativo previsto di pannelli dismessi raggiungerà quota 1 milione di tonnellate entro il 2035.

Commissionato da Neoen Australia, la più grande azienda di energia rinnovabile del Paese, lo studio rivela quindi che il problema è più urgente di quanto si pensasse fino a poco tempo fa e contraddice i risultati precedenti secondo cui volumi significativi di rifiuti non sarebbero apparsi almeno fino a dopo il 2030.

Le stime dicono che inizialmente la maggior parte dei pannelli solari di scarto si concentrerà a Sydney, Melbourne, Brisbane, Perth e Adelaide, prima che i rifiuti fotovoltaici comincino a crescere più velocemente anche nelle aree regionali e remote a partire dal 2030.

La prima ondata di aumento dei rifiuti scaturirà dai pannelli solari sui tetti dismessi. In sostanza sarebbe importante portare a termine un’azione a breve termine per aumentare i livelli di riciclaggio ed evitare che questi materiali finiscano in discarica.

Il servizio nazionale diventerà completo nel tempo con l’aggiunta di ulteriori piccoli siti a Dubbo/Wellington, Townsville, Newcastle, Murrumbidgee, Central Highlands e Busselton.

La professoressa Renate Egan, direttore esecutivo dell’Acap, ha spiegato: «Il valore totale dei materiali dei pannelli solari a fine vita supererà 1 miliardo di dollari entro il 2035. Di conseguenza, la creazione di impianti domestici di gestione dei rifiuti fotovoltaici in Australia rappresenta un’opportunità per il recupero delle risorse. Il riciclaggio offre una porta d’accesso alla riduzione delle discariche, al miglioramento dell’iniziativa di economia circolare e alla creazione di posti di lavoro».

«I pannelli solari sono realizzati con materiali come alluminio, vetro, silicio, argento e rame e possono essere riciclati. Pertanto, i pannelli dovrebbero essere visti come risorse preziose piuttosto che come rifiuti. Tuttavia, sono necessarie soluzioni più scalabili, complete ed economiche per gestire grandi volumi nel prossimo decennio», ha concluso la dottoressa Rong Deng, tra gli autori del rapporto.

Alla luce di tutti questi ragionamenti, secondo il rapporto Acap, le nuove strutture dovrebbero essere dedicate al recupero completo dei materiali, concentrandosi esclusivamente sul riciclaggio dei pannelli solari attraverso processi completi progettati specificamente per lo scopo, con l’obiettivo di ottenere tassi di riciclaggio e ricavi più elevati.

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