Ambiente

Installare pannelli fotovoltaici non basta. Dobbiamo anche gestirli

L’esempio dell’India dove solo piccole percentuali degli impianti attivati sono operative per la mancanza di gestione e manutenzione è un monito per lo sviluppo delle rinnovabili nelle aree meno abbienti e più remote
Credit: Money Sharma/AFP
Tempo di lettura 3 min lettura
7 agosto 2023 Aggiornato alle 10:00

La transizione energetica verso un mondo sempre più basato sulle rinnovabili non può funzionare se non si pensa a garantire la manutenzione e il controllo degli impianti e dei materiali.

In questo, come racconta un viaggio del Washington Post nello stato di Jharkhand e non solo, l’India è un esempio chiarissimo.

Per promuovere politiche di decarbonizzazione e il passaggio rapido alle rinnovabili negli ultimi anni nel Paese sono stati installate migliaia di mini-reti basate sul fotovoltaico.

In particolare, i piccoli impianti sono stati pensati per scuole, edifici, case e realtà di lontani villaggi rurali in modo da garantire a tutti energia elettrica.

Una volta installati gli impianti però si è creato una sorta di cortocircuito nella gestione e, senza manutenzione e controlli, molte strutture oggi sono in stato di abbandono o non funzionano più.

Sempre in India uno studio ha rilevato infatti che solo il 5% delle 3.300 mini-reti solari del governo indiano è al momento operativo.

Pannelli, pompe elettriche dell’acqua, lampioni e reti e tutti i sistemi messi in atto per elettrificare anche le zone più povere e remote, hanno infatti bisogno di gestione. Altrimenti, scrive il giornale statunitense, “l’esperienza dell’India è un ammonimento per un mondo che sta correndo verso le energie rinnovabili, installando sistemi di energia solare a una velocità vertiginosa ma con scarsa pianificazione su come mantenerli negli anni a venire”.

Addirittura in certi casi, come nello stato orientale del Bihar, sono stati aperti dei “villaggi solari” con diversi pannelli: inaugurato nel 2014, sette anni dopo era già in decadenza.

Altre realtà avrebbero vissuto una fine simile e, dall’India all’Africa dove su un campione di 30 parchi solari solo tre sono funzionanti, è sempre più necessario ragionare sul mantenimento di queste strutture fondamentali per la decarbonizzazione ragionando sull’intero ciclo-vita.

Tra le sfide per la manutenzione c’è poi sia una assenza di personale e competenze necessarie, sia quella dei materiali, sia una criticità legata ai luoghi spesso difficili da raggiungere.

Inoltre, come in India, spesso il governo fa affidamento su appaltatori privati per l’installazione e la manutenzione, ma gli appaltatori in molte occasioni non trovano economicamente vantaggioso riparare i sistemi solari.

Per questo motivo, dall’India all’Africa, chiunque sia impegnato nella transizione energetica fa un appello a governi e privati: agevolare un sistema che sia in grado di tener conto dell’intero ciclo di vita delle rinnovabili, dalla creazione all’installazione sino e soprattutto alla “durata” e la manutenzione dei prodotti.

Altrimenti potrebbe rivelarsi un cortocircuito pericolosissimo in un Pianeta che ha tanto bisogno di alternative a gas, carbone e petrolio, ma che per essere tali devono poter garantire di “durare nel tempo”.

Leggi anche
energia
di Giacomo Talignani 2 min lettura
Rinnovabili
di Jacopo Gitti 2 min lettura