Ambiente

Olanda: per la prima volta gli attivisti ambientali fanno causa a una grande banca

Dopo il caso Shell ora Friends of the Earth Netherlands fa causa a Ing. Nel frattempo negli Usa un primo caso “inverso”: Exxon Mobile accusa azionisti che vorrebbero costringere l’azienda a rivedere i piani climatici
Credit: EPA/JUSTIN LANE  

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24 gennaio 2024 Aggiornato alle 08:00

Il 2024 potrebbe essere un anno cruciale per le climate litigation, tutte quelle cause spesso portate avanti da attivisti ambientali nei confronti di compagnie di combustibili fossili, società, Stati o realtà che continuano ad agire nell’indifferenza, o talvolta nell’inganno, rispetto alle necessità climatiche del Pianeta.

Negli States a esempio a livello di Stati ci sono almeno sette cause importanti in corso, tra Europa e il resto del mondo sono quasi 2.000 i casi ancora aperti.

In diverse occasioni a essere prese di mira sono direttamente le grandi compagnie petrolifere, del gas o del carbone, che ogni anno fanno enormi extra profitti ma che secondo gli ambientalisti non investono a sufficienza in azioni per il clima.

Non sono però solo le multinazionali dell’Oil & Gas al centro delle climate litigation, ma anche le banche.

Per la prima volta in Olanda pochi giorni fa l’associazione Friends of the Earth Netherlands (Milieudefensie) ha infatti fatto causa al gigante bancario Ing.

Il motivo è che Ing sta violando il suo dovere di tutela fornendo sostegno finanziario ai principali produttori di emissioni, e contribuendo così alle pericolose conseguenze della crisi climatica”.

In sostanza gli attivisti vanno alla fonte: senza i finanziamenti di Ing, la più grande banca dei Paesi Bassi che è presente anche in Italia, Germania, Spagna, Regno Unito, Australia, Giappone e Stati Uniti, sostengono che le multinazionali non potrebbero continuare a investire ai ritmi attuali nel fossile.

La nuova causa si basa su un precedente che ha avuto successo: l’azione legale del gruppo olandese contro il gigante dei combustibili fossili Shell, in cui il tribunale ha ordinato a Shell di ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019.

Se dovessero vincerla anche questa volta, il tribunale potrebbe ordinare a Ing di ridurre le proprie emissioni di anidride carbonica” del 48% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019 e di interrompere le collaborazioni con i principali inquinatori”.

Lo scopo è dunque chiaro: se si denuncia l’azione dei finanziatori dell’industria fossile, interrompendo il flusso di denaro e di soldi destinati a progetti ad alte emissioni, si può bloccare la crescita di progetti che fanno male al clima.

“Stiamo facendo causa a Ing in un nuovo caso senza precedenti in materia di clima. Mai prima d’ora una banca era stata citata in giudizio nei Paesi Bassi per l’inadeguatezza della sua politica climatica. Sta accadendo proprio davanti a noi. Tutto ciò per cui noi, come società, abbiamo lavorato, per cui voi avete lavorato, è a repentaglio perché il cambiamento climatico rischia di andare fuori controllo. Sia qui nei Paesi Bassi che in tutto il mondo. Alluvioni, siccità e ondate di calore stanno causando fame, caos e situazioni di emergenza per le persone. I nostri leader politici hanno scelto di voltarsi dall’altra parte e le aziende inquinanti non vogliono cambiare, non per davvero. Le vostre preoccupazioni sono ignorate. Come se la vostra voce non contasse. Insieme abbiamo il potere di cambiare le cose. Abbiamo dato alle aziende inquinanti l’opportunità di preparare e attuare un buon piano per il clima. Non solo quasi nessuna azienda sta facendo progressi, ma la più grande banca dei Paesi Bassi, Ing, non sta facendo abbastanza e continua a emettere troppi gas serra. Ing non ci lascia altra scelta: la porteremo in tribunale”, scrivono gli attivisti raccontando le motivazioni della causa.

Fra le richieste, quella che “Ing dimezzi le sue emissioni totali. Chiediamo inoltre che Ing interrompa la collaborazione con le aziende inquinanti che continuano a mettere a rischio il nostro futuro. Questo include le aziende che non hanno un buon piano per il clima e le compagnie petrolifere e del gas che continuano a espandere i loro progetti”.

Se da una parte in Olanda prosegue la causa in un verso, quello di attivisti che denunciano l’operato dei finanziatori del fossile, contemporaneamente negli States sta però accadendo anche una sorta di caso inverso.

In Texas la potente compagnia petrolifera Exxon Mobil ha infatti fatto causa a due suoi azionisti - Arjuna Capital e Follow This - società di investimenti etici e ambientali che secondo Exxon starebbero impedendo di proporre ad altri azionisti una mozione che mira a costringere l’azienda a ridurre le proprie emissioni di gas serra in termini più alti di quanto promesso finora.

Secondo Exxon le due società vorrebbero addirittura “costringere Exxon Mobil a cambiare la natura del suo business o di farle cessare completamente l’attività”.

Una causa interna abbastanza rara, oltretutto in tempi di elezioni e in cui la partita climatica ha un certo peso, che potrebbe però aprire a dei precedenti relativi agli impegni delle grandi multinazionali statunitensi: in caso di vittoria di Exxon potrebbe esserci una sorta di effetto dissuasivo, per gli azionisti più attenti all’ambiente, a influenzare i piani ambientali delle società.

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