Ambiente

Exxon aveva previsto da 50 anni il surriscaldamento legato alle emissioni, ma ha taciuto

L’indagine di Harvard pubblicata su Science mostra che l’industria petrolifera aveva predetto esattamente l’andamento della crisi climatica, ma ha negato per interesse quanto indicato dai suoi stessi scienziati
Credit: EPA/REX C. CURRY
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13 gennaio 2023 Aggiornato alle 11:00

Sapevano ma non hanno fatto nulla. Anzi, hanno offuscato e taciuto per evitare di porre freni a un business miliardario. L’accusa, fortissima, arriva direttamente da scienziati di Harvard che in una ricerca pubblicata su Science svelano come gli esperti del colosso petrolifero americano Exxon fossero a conoscenza, già negli anni Settanta, delle conseguenze legate a utilizzo dei combustibili fossili e alle loro emissioni. In sostanza, avevano previsto tutto “correttamente” sull’andamento del surriscaldamento globale. Eppure non hanno fatto nulla per evitare che petrolio, carbone e altri fossili venissero accantonati.

Attraverso una serie di dati, documenti e analisi, i ricercatori della Harvard University e del Potsdam Institute for Climate Impact Research hanno ricostruito come gli scienziati di Exxon abbiano previsto con esattezza già decenni fa gli impatti dell’uso di combustibili fossili. Si tratta di previsioni, quelle fatte tra il 1977 e il 2003, che indicavano già il probabile aumento delle temperature globali di 0,2 gradi ogni decennio, come poi accaduto.

Ad Harvard spiegano di aver dunque trovato la prova che la grande industria petrolifera ha continuato a bruciare e inquinare nonostante i rischi per il Pianeta. «La nostra indagine ha scoperto nuovi dati in vecchi documenti», ha spiegato Geoffrey Supran, uno degli autori dello studio. «Ora abbiamo prove che ExxonMobil aveva accuratamente previsto il riscaldamento globale anni prima dei suoi attacchi agli scienziati. Le nostre scoperte mostrano che la negazione pubblica del cambiamento climatico da parte di Exxon ha contraddetto i dati dei suoi stessi scienziati».

Parte della strategia della grande azienda statunitense finora è stata quella di confutare - in più occasioni di dibattito - la questione che lega a doppio filo le emissioni dovute dal fossile e il surriscaldamento. In sostanza, pur riconoscendo il global warming, si rifiutavano di additare come responsabili primari i combustibili fossili. La nuova ricerca di Harvard mostra però con le proiezioni, i dati e le analisi fatte da Exxon già negli anni Settanta prevedevano una curva verso l’alto delle temperature globali e delle emissioni di CO2: una curva terribilmente vicina a quanto poi si è verificato nella realtà.

Secondo Supran è stato incredibile vedere come le proiezioni della Exxon siano così strettamente allineate con ciò che è accaduto successivamente. «Questo riassume davvero ciò che Exxon sapeva, anni prima che molti di noi nascessero - ha detto - Ora abbiamo la pistola fumante che dimostra che hanno predetto con precisione il riscaldamento anni prima che iniziassero ad attaccare la scienza. Questi grafici confermano la complicità di ciò che la Exxon sapeva e di come l’hanno ingannata».

Il nuovo studio pubblicato su Science si basa sull’analisi di oltre 100 documenti interni di Exxon e pubblicazioni scientifiche sottoposte a revisione paritaria prodotte internamente da scienziati e manager Exxon tra il 1977 e il 2014. Nonostante le sue conoscenze, l’industria ha intrapreso una lunga campagna per minimizzare o screditare ciò che i suoi stessi scienziati avevano confermato: ovvero l’esistenza del surriscaldamento dovuto alle azioni degli essere umani, in particolare dal bruciare combustibili fossili.

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