Bambini

Uk: gli schiaffi ai bambini devono essere vietati?

Il Royal College of Paediatrics and Child Health ha invitato i ministri di Inghilterra e Irlanda del Nord a proibire per legge le punizioni corporali. Il 62% di chi ha risposto a un sondaggio del Mirror, però, non è d’accordo
Credit: Mikhail Nilov 
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
27 aprile 2024 Aggiornato alle 15:00

“Siete d’accordo che si dovrebbe vietare di schiaffeggiare i bambini?”. Quella che sembra una domanda decisamente fuori tempo massimo nel 2024 è invece l’attualissimo sondaggio del quotidiano britannico The Mirror, lanciato pochi giorni dopo che il Royal College of Paediatrics and Child Health ha invitato i ministri ad allineare le legislazioni di Inghilterra e Irlanda del Nord a quelle del resto del Paese, che proibiscono di schiaffeggiare i propri figli.

È “ingiusto, pericoloso e dannoso”, “una completa violazione dei diritti dei bambini” hanno scritto i medici britannici, ed è “uno scandalo” che solo la Scozia e il Galles abbiano bandito questa pratica, che se subita rende i bambini “molto più propensi a soffrire di problemi di salute mentale, a comportarsi male a scuola e a subire aggressioni o abusi fisici”. Per questo, ai genitori non dovrebbe più essere permesso affermare che picchiare i propri figli sia una “punizione ragionevole”.

La maggior parte di chi ha risposto al sondaggio, però, non sembra pensarla come i pediatri che hanno lanciato l’allarme. Nel momento in cui scriviamo, infatti, il 62% dei partecipanti si è dichiarato in disaccordo con la proposta di vietare gli schiaffi. Il 34% si è espresso a favore e il 4% non ha risposto.

Facciamo un esercizio di immaginazione. Come cambierebbe la percezione di quel sondaggio - e delle sue risposte - se invece dei figli si parlasse delle mogli? È uno scenario che forse facciamo fatica a immaginare a un livello così pubblico e plateale (e per fortuna), ma non così improbabile fino a pochi (pochissimi) anni fa.

Basta pensare che lo Ius corrigendi, che permetteva al marito di picchiare la moglie disubbidiente per “educarla”, è stato in vigore in Italia fino al 1963 e che ancora nel 2018 un giudice torinese ha riconosciuto al marito il diritto di picchiare la moglie, purché fossero “atti episodi” e in “contesti particolari”. Senza dimenticare che fino al 1981 è stato in vigore il delitto d’onore, che garantiva attenuanti al femminicida se il movente era “ristabilire l’onore e la rispettabilità di una persona” dopo un tradimento o uno scandalo. Oppure, che ancora nel 2021 3 persone su 10 non consideravano violenza “dare uno schiaffo alla partner se lei ha flirtato con un altro”, un’affermazione di cui era convinto il 20% delle donne e il 40% degli uomini.

Eppure, sono poche le persone che oggi ammetterebbero candidamente e pubblicamente che picchiare la moglie per educarla è non solo sacrosanto, ma anche giusto e nel suo interesse. E, soprattutto, difficilmente questa affermazione o un sondaggio con una vittoria netta di chi si oppone al divieto di questa pratica sarebbero accolte in maniera neutrale come avviene per i bambini.

Bambini che moltissime persone vorrebbero vedere zitti e muti, obbedienti, scattanti, tremanti, a comando, a giudicare da quanti, dai social alle conversazioni quotidiane, si lagnano del lassismo dei genitori di oggi, accusati di rinunciare a disciplinare i loro irrequieti pargoli, e auspicano un ritorno ai bei metodi di una volta: uno schiaffo ben piazzato quando ci vuole o la semplice minaccia che potrebbe arrivare nei casi meno gravi.

Questo nonostante studi ed esperti - i medici del Royal College of Paediatrics and Child Health sono solo gli ultimi di una lunga lista - mettano in guardia da anni sui rischi della violenza educativa, che insegna ai bambini soprattutto la paura, l’obbedienza dettata dal terrore e non dalla comprensione di cosa è giusto o sbagliato e che la violenza è un mezzo per risolvere i problemi.

“Essendo i membri più piccoli e vulnerabili della società, i bambini meritano maggiore, e non minore, protezione dalle aggressioni”, ha scritto Save The Children. Invece l’idea che possano - e anzi debbano - essere sottoposti a un disciplinamento rigido che passi anche attraverso la violenza fisica è solidissima, come testimoniano i risultati del sondaggio.

Si continua a ritenere che sia un diritto dei genitori picchiare i figli per educarli, nascondendosi dietro il refrain “ma è solo uno schiaffo, che vuoi che sia, ai miei tempi…”, al punto che in tutto il mondo più di 2 bambini su 3 sperimentano la disciplina corporale - o violenta - per mano dei loro caregiver. Nel 2021, dice ancora Save The Children, solo il 14% dei bambini era pienamente protetto per legge dalle punizioni corporali.

E il nostro Paese? Rientra nell’86% di quelli che non hanno ancora scelto di fare questo passo.

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