Diritti

Scuola: in arrivo la stretta contro le violenze verso docenti e personale

Il 30 marzo entrerà in vigore la “Legge Sasso” che prevede aggravanti e pene più severe per chi aggredisce insegnanti e collaboratori e istituisce un Osservatorio nazionale per monitorare il fenomeno
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
28 marzo 2024 Aggiornato alle 08:00

“Emergenza senza fine”. “Sport del tiro al docente”. “Boom di violenze a scuola”. “Ipotesi Forze dell’ordine negli istituti scolastici”. “Far west”. Lo dicono i titoli dei quotidiani. Lo dicono le cronache. Lo dicono i dati. La violenza nei confronti dei docenti e del personale scolastico sta aumentando.

A crescere, però, non sono le violenze degli studenti contro i professori, alle quali secondo un’indagine di Skuola.net del 2023 ha assistito almeno 1 giovane su 3, ma quelle dei genitori. Che, dice la stessa analisi, solo in 2 casi su 10 (22%) danno ragione comunque all’insegnante. E se la metà (49%) vuole prima valutare il caso, quasi 1 genitore su 3 (29%) tende ad appoggiare il figlio a prescindere.

Da gennaio a oggi, dice un’altra analisi di Skuola.net, circa il 20% degli studenti ha assistito ad almeno un’aggressione. «Ormai il fenomeno dei docenti sotto attacco non può più considerarsi episodico: al di là dei fatti di cronaca, è estremamente diffuso lo sport del tiro al docente. E purtroppo le famiglie sono tra le prime responsabili di questo fenomeno: sia perché di solito tendono a preferire la difesa dei propri figli rispetto a quella del docente sia perché in casi estremi sono loro stessi a essere protagonisti di condotte violente. Un atteggiamento favorito dal processo di delegittimazione sociale a cui è stata sottoposta la figura del docente che, inoltre, è stato accompagnato anche da una politica stipendiale che ha preferito puntare più sulla quantità che non sulla qualità dell’insegnamento», ha detto Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

1 docente su 10 ha subito violenza da parte dei genitori, secondo il secondo Rapporto sulla Scuola e l’Università di Eurispes. Non solo: 1 insegnante su 5 ha assistito a comportamenti violenti dei bambini/ragazzi ai danni del personale docente e quasi 1 su 10 ha ricevuto minacce.

Secondo il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, le aggressioni sono aumentate del 110% nell’ultimo anno. «Nell’ultimo anno scolastico avevamo avuto 36 casi, ora dopo neanche cinque mesi siamo a 27, ma se guardiamo solo alle aggressioni da parte dei familiari c’è già un aumento del 111%. Per gli episodi di cui sono responsabili gli studenti invece si registra un leggero calo, -11%», ha detto a inizio marzo, aggiungendo che questo «fa pensare che c’è una responsabilità educativa forte delle famiglie. Ecco perché, se un genitore aggredisce o prende a pugni un docente o un preside, deve risponderne nei confronti non solo dell’aggredito, ma anche dello Stato. È lo Stato a subire un danno di immagine e reputazionale, e dunque ha il diritto di essere risarcito».

La stretta è in arrivo. Dal 30 marzo entra infatti in vigore la “Legge Sasso”, più correttamente la Legge n. 25 del 4 marzo 2024, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 63 del 15 marzo 2024, che prevede aggravanti e pene più severe, ma anche sensibilizzazione e monitoraggio del fenomeno. La legge ha modificato l’articolo 61 del codice penale che regola le “circostanze aggravanti comuni” di reato, aggiungendo tra le casistiche “l’avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola, a causa o nell’esercizio delle loro funzioni”.

Oltre all’istituzione di un Osservatorio nazionale sulla sicurezza del personale scolastico che avrà il compito di monitorare e analizzare il fenomeno, oltre a diffondere buone pratiche e vigilare sulla sull’attuazione di misure di prevenzione, la legge ha istituito per il 15 dicembre di ogni anno la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti del personale scolastico, volta a sensibilizzare la popolazione promuovendo una cultura che condanni ogni forma di violenza contro il personale scolastico.

Ad aggravarsi sono anche le pene: modificando l’articolo 336 del Codice Penale (“Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale”), la “Legge Sasso” stabilisce che la pena, da 6 mesi a 5 anni, è aumentata “fino alla metà se il fatto è commesso dal genitore esercente la responsabilità genitoriale o dal tutore dell’alunno nei confronti di un dirigente scolastico o di un membro del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico o ausiliario della scuola”. Lo stesso vale per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, punito da 6 mesi a 3 anni secondo l’articolo 341-bis del Codice penale.

La “Legge Sasso”, però, non è l’unica misura di contrasto alla violenza nelle scuole prevista. A questa dovrebbe aggiungersi il cosiddetto “Ddl Valditara”, che sta per completare l’iter al Senato per passare poi alla Camera. Non solo si va verso il rafforzamento del voto in condotta (che torna anche alle medie) e delle sospensioni ma prevede una multa da 500 fino a 10.000 euro (in aggiunta al risarcimento dei danni) per chiunque riceva una condanna con sentenza penale per aver aggredito presidi, professorǝ o personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario)

Se il Ddl verrà approvato, sul voto in condotta (che sarà espresso in decimi e farà media) peseranno eventuali aggressioni o violenze ai danni di docenti e personale scolastico. Con l’insufficienza, l’alunnǝ è bocciatǝ. Alle superiori il 6 si traduce in un debito scolastico in educazione civica che dovrà essere recuperato a settembre. Il voto in condotta inciderà anche sui crediti per l’ammissione all’esame di maturità: non sarà possibile ottenere il massimo del punteggio se questo non è pari o superiore a 9.

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