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Aumentano gli alunni con disabilità: la scuola sa stare al passo?

Un’analisi Istat rivela criticità, progressi e nuove sfide all’orizzonte per il sistema scolastico italiano
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17 febbraio 2024 Aggiornato alle 20:00

Negli ultimi anni, le scuole italiane hanno visto un significativo aumento degli studenti con disabilità.

Come evidenziato dal rapporto Istat, che ha fotografato la situazione basandosi su un campione rappresentativo di 5.994 scuole e 26.799 alunni, quelli registrati nell’anno scolastico 2022/2023 sono stati 338.000, il 7% in più rispetto all’anno precedente.

La disabilità intellettiva è una delle condizioni più comunemente identificate, seguita da disturbi dello sviluppo psicologico e difficoltà nell’apprendimento.

Al fine da supportarne lo sviluppo e l’apprendimento, i ragazzi e le ragazze interessate da queste diagnosi necessitano di approcci scolastici personalizzati e specializzati, ma nonostante il quadro normativo nazionale promuova l’inclusione, la realtà delle aule documentata dall’Istat mostra che il cammino verso l’effettiva integrazione di persone con disabilità è ancora lungo.

Da un lato, il rapporto numerico alunno-insegnante di sostegno migliora (1,6% alunni per insegnante di sostegno) dall’altro, la carenza di insegnanti specializzati e il ritardo nella loro assegnazione rappresentano criticità da non sottovalutare.

Inoltre, le differenze territoriali che emergono nel rapporto relativamente all’assegnazione delle ore di sostegno e alla disponibilità di assistenti all’autonomia e alla comunicazione, evidenziano una disparità di opportunità educative tra nord e sud del Paese.

Anche l’accesso a tecnologie educative e ausili didattici specifici resta un ambito in cui molto deve essere fatto per garantire a ogni studente gli strumenti necessari a un apprendimento efficace.

A fronte dei progressi nell’inclusione scolastica, esistono però molte criticità, anche a causa della disparità di genere e della maggiore incidenza di pluridisabilità che richiede attenzione specifica.

Come se non bastasse, mentre la quasi universale certificazione di disabilità facilita l’accesso al sostegno, l’esistenza di alunni senza certificazione che ricevono sostegno evidenzia la flessibilità delle scuole nel fornire assistenza, ma anche la potenziale variabilità nell’accesso ai servizi.

Per migliorare la situazione è impellente la necessità di migliorare la formazione degli insegnanti e la dotazione di risorse per garantire un’effettiva inclusione scolastica.

Oltre 68.000 assistenti dedicati all’autonomia e alla comunicazione collaborano con il personale docente per fornire sostegno, di cui il 4,5% è formato nell’uso della lingua dei segni italiana (Lis). Questi professionisti, sostenuti finanziariamente dagli enti locali, contribuiscono a elevare il livello dell’educazione offerta, agevolando le dinamiche di comunicazione e interazione per gli studenti con disabilità e promuovendo lo sviluppo delle loro competenze in vari ambiti dell’autonomia.

Si osserva, tuttavia, una notevole variabilità territoriale nella disponibilità di questi assistenti. Mentre la media nazionale è di 4,4 studenti per ogni assistente, nel Sud Italia questo rapporto aumenta a 4,7, toccando il picco di oltre 9,5 studenti per assistente in Campania.

Al contrario, nelle regioni centrali, la situazione migliora con un rapporto di 3,7 studenti per assistente, indicando una maggiore concentrazione di risorse e supporto. Nelle regioni settentrionali, si registra un incremento delle ore dedicate alla didattica extracurriculare per gli studenti con disabilità, che evidenzia l’importanza delle interazioni con i pari sia per lo sviluppo relazionale che per l’apprendimento.

Per questo, è essenziale che le lezioni coinvolgano tutta la classe, favorendo un ambiente inclusivo che prevenga l’isolamento degli studenti con disabilità. La maggior parte del tempo a scuola per gli studenti con disabilità è trascorso in classe con i propri compagni, per un totale di 28 ore a settimana. Le ore dedicate a lezioni individuali con l’insegnante di sostegno sono relativamente poche (3,2 ore settimanali), ma per gli studenti con limitazioni più severe, queste ore aumentano significativamente a 7,2, con marcata variazione territoriale (9,7 ore al Nord contro 5,6 ore al Sud).

L’analisi per grado scolastico rivela che nella scuola dell’infanzia si fa maggiore ricorso alla didattica individuale, con le ore trascorse lontano dai compagni che si raddoppiano (otto ore per tutti gli studenti e 12 ore per quelli con gravi limitazioni). Negli altri livelli scolastici, le ore passate fuori dalla classe si allineano alla media nazionale.

Circa un terzo degli studenti (29%) beneficia di un approccio didattico che coinvolge l’intera classe, promuovendo un’educazione inclusiva. Per la maggior parte (52%), l’insegnante di sostegno si concentra principalmente sull’alunno con disabilità, pur mantenendo un approccio che incoraggia la collaborazione tra compagni. Rimane tuttavia un 17% di studenti per cui l’intervento dell’insegnante di sostegno è esclusivamente individuale, senza distinzioni significative tra i vari gradi scolastici.

La carenza di insegnanti specializzati per il sostegno rappresenta un problema per l’inclusione scolastica in Italia. Sebbene il rapporto alunno-insegnante sia migliorato, il ricorso a insegnanti curricolari per il sostegno sottolinea la necessità di aumentare la formazione specialistica. Inoltre, le discrepanze regionali nell’assegnazione del sostegno, con un maggiore numero di ore nel Mezzogiorno, riflettono disuguaglianze territoriali che non possono essere trascurate.

A preoccupare, anche la carenza di formazione degli insegnanti nelle tecnologie educative, la limitata diffusione di ausili didattici per gli alunni con disabilità e la partecipazione agli ambiti extracurriculari e alle gite scolastiche, particolarmente bassa nel Mezzogiorno.

La frequente collaborazione tra famiglie e insegnanti nella stesura dei PEI (Piani educativi individualizzati) e la partecipazione a laboratori professionali indicano, tuttavia, passi avanti verso un approccio più collaborativo e pratico all’educazione inclusiva.

Infine l’accessibilità nelle scuole italiane per gli alunni con disabilità rimane una sfida importante, con solo il 40% delle strutture adeguatamente attrezzate. La situazione varia significativamente tra le regioni, con il Nord che mostra migliori livelli di accessibilità rispetto al Mezzogiorno.

Ostacoli come ascensori non idonei e la mancanza di segnalazioni per studenti con disabilità sensoriali, documentate nel rapporto, evidenziano la necessità di interventi mirati. L’impegno verso l’abbattimento delle barriere architettoniche è in corso, con la speranza che i fondi del PNRR possano accelerare il processo verso scuole più inclusive.

Solo attraverso un rafforzamento delle politiche di inclusione e un adeguato investimento in formazione e risorse sarà possibile costruire un sistema educativo che rispetti davvero il diritto all’istruzione di ogni studente, indipendentemente dalle sue abilità. O forse partendo proprio da quelle.

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