Bambini

Torna il voto in condotta ma la scuola, purtroppo, non dà sempre il buon esempio

È cominciato l’anno scolastico e il Presidente della Repubblica e il Ministro dell’Istruzione vogliono mettercela tutta per lottare contro l’abbandono scolastico e le ingiustizie. Ce la faranno?
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23 settembre 2023 Aggiornato alle 09:00

Se io fossi la Ministra dell’Istruzione e del Merito, per prima cosa cambierei subito il nome del mio ministero. Lo chiamerei così: Ministero dell’Istruzione e della Sbocciatura. La scuola della sbocciatura non sarebbe il contrario della scuola della bocciatura ma la scuola in cui si sboccia e si fiorisce come tante belle piante.

Non sono mica solo io a pensare che la scuola debba essere come un grande vivaio dove prendersi cura dei semini piccoli - i bambini dell’asilo nido - fino a farli diventare dei giovani virgulti forti e belli con l’esame di maturità in mano. Lo pensano tutte le maestre e i maestri, le professoresse e i professori, addirittura il Ministro dell’Istruzione (quello vero, che si chiama Giuseppe Valditara) e il Presidente della Repubblica.

Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica, ha detto nel giorno di inaugurazione dell’anno scolastico: «La scuola è la prima e la più importante risposta al degrado». Il degrado di cui parla si chiama povertà educativa e, per evitarla, bisogna fare in modo che tutti i ragazzi e le ragazze d’Italia - dal Nord al Sud passando dagli 800.000 studenti di origine straniera - possano studiare il più a lungo possibile. Solo così si può infatti sperare di fare da grandi un lavoro bello, che ci piaccia e che sia pagato bene.

Stare a scuola, poi, non vuol dire solo studiare. Tra i banchi s’impara anche quando non si studia: si impara a stare insieme, ad ascoltare gli altri con attenzione e a trovare la propria voce per parlare forte e chiaro quando è il momento giusto.

L’attuale Ministro dell’Istruzione e del Merito crede che il comportamento che si ha in classe sia molto importante. Per questo, ha recentemente proposto un disegno di legge che prevede il ritorno del voto in condotta sin dalle scuole medie. A partire da quel momento, comportarsi male o bene farà ottenere un punto da 1 a 10. Se un alunno o un alunna dovesse prendere 6, riceverà un’insufficienza in educazione civica e dovrà recuperare a settembre. Altrimenti, rischia la bocciatura.

Un altro cambiamento del Ministro Valditara riguarda sempre il comportamento. Per quelle persone che si sono comportate così male da meritare due giorni di sospensione, questi non verranno fatti a casa (troppo comodo!) ma in una struttura che abbia a che fare con la grossa stupidaggine che hanno fatto. Lo scopo, dice il Ministro, è imparare a migliorarsi vedendo da vicino le conseguenze dei propri atti.

Queste proposte del Ministro piacciono tanto ad alcuni che pensano che questi cambiamenti possano davvero servire a insegnare il rispetto ai giovani. Piacciono molto meno ad altri che pensano che punire non sia un buon modo per insegnare le cose e che, dietro un comportamento sbagliato, si nasconde spesso una situazione difficile da sbrogliare con un votaccio.

La scuola, questo grande vivaio di piantine speciali, ha molte sfide davanti a sé. Bisogna che diventi un posto più giusto ed equo perché adesso non lo è. I ragazzi e le ragazze del sud Italia non godono degli stessi servizi che ci sono al nord: meno mense, meno nidi, meno parchi e palestre. Finiscono per abbandonare la scuola e i loro sogni prima degli altri per mancanza di alternative.

Bisogna anche che la scuola diventi un posto più sicuro perché adesso non lo è. Molte sono vecchie e malconce, spesso cadono letteralmente a pezzetti. Andrebbero rimesse a nuovo le vecchie e costruite scuole nuove di zecca.

La scuola pubblica e obbligatoria dovrebbe essere gratuita perché adesso non lo è del tutto. Obbliga le famiglie a pagare tantissimi soldi per i libri e il materiale scolastico. Non tutte possono permetterseli, figuriamoci le gite e le ripetizioni.

La scuola dovrebbe essere un posto che permette alle mamme e ai papà di lavorare senza dover gestire i tre lunghissimi mesi di vacanze estive. La scuola dovrebbe essere un posto dove gli insegnanti e le insegnanti lavorano con contratti stabili e stipendi giusti.

Ogni tanto, sai, è la scuola che dovrebbe ricevere un voto in condotta. Così com’è in questo inizio d’anno, ha della strada da fare per meritare la sufficienza. Però se s’impegna davvero come chiede a te d’impegnarti, chissà che alla fine non sbocci davvero.

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