Bambini

Svezia: basta tablet a scuola

Nel Paese scandinavo il Governo ha deciso che a scuola i bambini più piccoli dovranno abbandonare i device a favore di penne e quaderni. Una scelta che migliorerebbe il loro sviluppo
Credit: Yan Krukau
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16 settembre 2023 Aggiornato alle 17:00

Il nuovo anno scolastico in Svezia è cominciato ad agosto con alcune novità importanti. I bambini fino ai 6 anni, dovranno cominciare ad abituarsi nuovamente all’utilizzo di quaderni, penne e libri, tralasciando tablet e altri dispositivi digitali.

Questa è la decisione del governo, dettata da alcune analisi e constatazioni cruciali, che rappresenta un vero e proprio cambio di rotta, visto che il Paese, insieme a Estonia e Finlandia, è stato fino a oggi promotore dell’uso dell’innovazione tecnologica anche negli edifici scolastici soprattutto durante la pandemia da Covid-19 che ha inciso fortemente nell’adozione sempre più massiccia del digitale.

Oggi invece, il ministro dell’Istruzione Lotta Edholm, Ministro dell’Istruzione ha affermato che «gli studenti hanno bisogno di più libri di testo - e che - i libri fisici sono importanti per l’apprendimento».

Anche numerosi docenti hanno espresso parere favorevole al ritorno al sostegno cartaceo e alla scrittura classica, al fine di limitare l’uso dei dispositivi tecnologici, anche alla luce del fatto che proprio a causa della loro eccessiva diffusione si sta assistendo a un peggioramento di alcune abilità basilari e al conseguente disinteressamento ad alcune azioni come la lettura di un libro stampato e la stesura di un testo sul quaderno, per dare spazio a nuove materie in linea con il contesto socio-culturale attuale.

Secondo una ricerca pubblicata sull’Italian Journal of Pediatrics, l’uso della tecnologia può generare effetti negativi sugli infanti se non viene monitorato dai genitori ma anche positivi per l’apprendimento e lo sviluppo cerebrale e cognitivo, come dimostrato in un altro studio dell’Università del Vermont. A livello formativo però i benefici sembrerebbero inferiori.

Tornando alla situazione della Svezia, il quotidiano britannico The Guardian ha diffuso la notizia che il Progress in International Reading Literacy Study, uno studio internazionale sui risultati nella lettura degli infanti, ha evidenziato un calo generale nella capacità di lettura tra le bambine e i bambini nel periodo che va dal 2016 e il 2021.

Forte preoccupazione è stata manifestata anche dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura che nell’ultimo rapporto Reimagining our futures together: a new social contract for education, in merito alle ripercussioni della cosiddetta educational technology parla di un passo indietro notevole che sta portando, di conseguenza, a un regresso nel rendimento scolastico.

Il report si sofferma soprattutto sulla disparità globale della formazione tra i Paesi più avvantaggiati e le regioni in cui perdura una forte povertà e dispersione scolastica. La tecnologia ha messo in risalto maggiormente questo spaccato sociale e ciò che è successo nel corso della pandemia lo ha dimostrato. Tante famiglie in quel periodo non hanno avuto la possibilità di comprare un computer o non disponevano di molti dispositivi da condividere con i propri figli.

Secondo i ricercatori o per migliorare la situazione risulta necessario ridare priorità all’insegnamento in presenza e allontanarsi dalle piattaforme online; analizzare le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale per capirne i reali benefici prima di applicarle concretamente nella didattica; mettere al centro i discenti al fine di comprendere appieno le loro ambizioni ed esigenze; dare più spazio agli insegnanti in maniera tale che possano indirizzare gli infanti verso una passione moderata della scienza tecnologica.

Nel nostro Paese nel frattempo il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno avviato il programma Scuola digitale 2022-2026 orientato a rinforzare e sostenere i vari iter di innovazione delle Istituzioni scolastiche al fine di renderle più accessibili, efficaci, moderne e funzionanti.

Vedremo cosa succederà e se anche gli alunni in Italia usufruiranno sempre meno di tablet, computer e altre apparecchiature digitali durante gli orari scolastici.

Nel frattempo sorge una domanda: quando eravamo piccoli quanto era divertente e piacevole riuscire a scrivere le lettere dell’alfabeto in ogni riga nel miglior modo possibile con la Bic cancellabile?

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