Bambini

Device digitali: quanto incidono sulla salute dei piccoli?

Molti genitori durante i pasti distraggono i bambini da 0 a 2 anni con smartphone e tablet. Ma uno studio promosso dalle associazioni di pediatri Acp, Fimp e Sip ha denunciato le conseguenze di questa scelta
Credit: Giu Vicente/ Unsplash
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
4 dicembre 2022 Aggiornato alle 17:00

Mentre i piccoli dagli 0 ai 2 anni sono a tavola, il 72% dei genitori ammette di scrollare i social o chattare, e il 26% lascia addirittura che i bambini stessi utilizzino i device in completa autonomia.

Il corretto utilizzo del web da parte dei minori incide profondamente sulla loro salute psicofisica e proprio per questo le associazioni di pediatri Acp, Fimp e Sip hanno voluto indagare il rapporto con il digitale all’interno delle famiglie con figli di età compresa tra 0 e 15 anni, tramite uno studio interno al progetto Connessioni delicate, volto a sensibilizzare gli adulti rispetto all’uso indiscriminato dei device con i bambini.

L’osservazione, portata avanti in collaborazione con Meta e Fondazione Carolina, ha coinvolto circa 800 famiglie a livello nazionale, sottoposte a un questionario anonimo sulle abitudini e i comportamenti online.

Ad emergere sono state la scarsa consapevolezza da parte degli adulti e una generalizzata condizione di solitudine dei bambini. Se nella fascia 0-2 anni, il 26% delle famiglie consente ai figli di utilizzare i dispositivi da soli, la percentuale sale in proporzione all’età: al 62% dai 3-5 anni, all’82% nella fascia 6-10 anni, fino al 95% tra gli 11 e i 15 anni.

Gli effetti negativi di un uso particolarmente precoce, intenso e senza supervisione degli adulti, dei dispositivi elettronici sono però molti e si riversano su sonno, vista, apparato muscolo-scheletrico, apprendimento e sviluppo cognitivo. I potenziali danni si amplificano all’aumentare del tempo trascorso online e possono comprendere anche ansia, depressione, problemi di peso che possono sfociare in veri e propri disturbi del comportamento alimentare, cyberbullismo, grooming online, problemi comportamentali, cefalea e carie dentali.

Meglio bandire dunque smartphone e tablet sotto i 2 anni, limitarne l’uso a 1 ora al giorno, tra i 2 e i 5 anni e al massimo a 2 ore giornaliere fino agli 8 anni, anche se di generazione in generazione i bambini sono sempre più abituati e sempre prima alla presenza di questi dispositivi, fin dalle primissime fasi di vita.

Una famiglia su 4 nella fascia 0-2 anni e una su cinque, in quella 3-5 anni, ricorre a esempio alle ninna nanne riprodotte dagli assistenti vocali per far addormentare il proprio bimbo. Per non parlare dei momenti di svago o gioco: il 35% dei genitori di bambini tra 0 e 2 anni affida ai device il compito di leggere le fiabe al figlio, percentuale che arriva all’80% nella fascia 3-5 anni.

«Il cervello di un adolescente non è come quello di un adulto, tanto che la quantità di mielina raddoppia e questo comporta una più rapida propagazione dei messaggi nervosi. L’esposizione a fattori traumatici e tossici può quindi alterarne lo sviluppo cognitivo. Per esempio, la riduzione delle ore di sonno per l’utilizzo dei mezzi digitali comporta spesso problemi nel rendimento scolastico. Inoltre, un uso non regolamentato dello smartphone rischia di causare dipendenza e scarse relazioni sociali in un momento della vita in cui la socialità, reale e non virtuale assume un ruolo importante per lo sviluppo di autonomia, senso critico, nonché della personalità. I genitori di oggi, di fronte a queste problematiche complesse, devono essere supportati nell’assumere posizioni educative più appropriate», commenta Stefania Manetti, Presidente Acp (associazione culturale pediatri).

Circa il 50% dei genitori coinvolti nel questionario anonimo ammette di non sapere l’età sotto la quale è sconsigliato l’uso della tecnologia, né quante ore bambini e ragazzi possono essere esposti ai monitor secondo la comunità scientifica. Per questo il 70% di coloro che hanno figli nella fascia 0-2 e l’87% di quelli nella 11-15 anni vorrebbe maggiori informazioni da parte dei pediatri, che si dimostrano sulla stessa lunghezza d’onda.

L’87% di coloro che hanno preso parte all’iniziativa infatti ritiene necessaria una formazione scientifica in ambito di salute digitale dei minori.

«Un passaggio epocale in termini di prevenzione – conclude il Segretario generale di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi – alla stregua di quanto accaduto 30 anni fa con l’obbligo di usare seggiolini e cinture di sicurezza in auto per i bimbi. Allo stesso modo, tra qualche anno, a chiunque sembrerà folle lasciare bambini e preadolescenti senza tutele nel mare magnum del web».

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