Futuro

Il videogioco che facilita la lettura ai bambini

Si chiama Skies of Mamawak il game sviluppato da due team universitari di Trento e Ginevra con uno scopo educativo: migliorare le capacità di apprendimento. Senza annoiare
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23 gennaio 2022 Aggiornato alle 12:00

Non chiamatelo solo videogioco, tantomeno passatempo. I ricercatori dell’università di Trento e di Ginevra hanno collaborato insieme alla realizzazione di Skies of Manawak, il videogame d’azione per bambini e bambine per allenare le capacità di apprendimento e di lettura. Ambientato in un Mondo immaginario privo di scene di violenza, i piccoli giocatori incontrano il Raku, una creatura volante che li accompagna in diverse missioni per salvare i Pianeti.

Progettato all’ateneo di Trento, Skies of Manawak (letteralmente i cieli di Manawak, il nome del Pianeta inventato a hoc) nasce da un’idea della ricercatrice Angela Pasqualotto durante il dottorato al Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, sotto la supervisione di Paola Venuti e con la collaborazione di Antonella De Angeli. “Lavorando come psicologa clinica con bambini affetti da autismo e diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento, in particolar modo dislessia” spiega la ricercatrice, “cercavo uno strumento che potesse andare ad allenare le funzioni esecutive, fondamentali per la lettura, ma in modo divertente e coinvolgente senza che diventasse un onere ulteriore rispetto ai compiti o agli interventi clinici di potenziamento”.

Con il supporto dell’università di Ginevra, le prove sperimentali sono state effettuate dal Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione dell’università di Trento su un campione di 150 bambini e bambine tra gli 8 e i 12 anni. Il campione è stato diviso in due gruppi: uno ha giocato con Skies of Manawak, il secondo con Scratch, un game che insegna i principi della programmazione. Due ore di gioco la settimana a scuola per 6 settimane, per testare le abilità di lettura, nonché quelle di attenzione sia prima sia dopo l’allenamento, oltre che a distanza di 6 mesi.

Secondo i risultati pubblicati in un articolo scientifico della rivista Nature Human Behaviour, è stato dimostrato che bastano 12 ore di allenamento e di sessioni di gioco per migliorare l’abilità di bambini e bambine. Inoltre, i progressi nella lettura si mantengono anche a 6 mesi di distanza e si rispecchiano poi in voti d’italiano più elevati.

“Era il 2015 quando nei laboratori del Laboratorio di Osservazione Diagnosi e Formazione (ODFlab) del Dipartimento di Psicologia e Scienze cognitive, Angela Pasqualotto ha iniziato a lavorare a un videogioco per il training delle funzioni esecutive” ricorda Paola Venuti, advisor del progetto. “La letteratura aveva dimostrato l’efficacia di training cognitivi nell’incrementare le abilità utili in diversi ambiti di apprendimento. Questi strumenti, però, presentavano spesso il limite di essere poco appassionanti, se non addirittura noiosi. Quindi ci siamo date l’obiettivo di realizzare un videogioco dinamico e divertente e abbiamo rivolto la nostra attenzione all’effetto che avrebbe potuto avere sulla lettura in bambini di età scolare”.

Per il futuro, Angela spiega che continuerà a lavorare per ottenere altri dati a supporto dell’efficacia del videogioco e per ampliare la categoria di partecipanti coinvolti negli studi. Tra gli obiettivi, quello di ideare una tipologia di strumento che possa essere utilizzato in modo complementare all’attività didattica tradizionale e alle attività riabilitative svolte da bambini con disturbi dell’apprendimento. Non solo, tra i nuovi progetti di sviluppo, anche una versione di Skies of Manawak per adulti con il fine di allenare il controllo intenzionale e le funzioni esecutive adattando la difficoltà alla performance del giocatore ma anche adattando la tipologia di esercizio alla performance del giocatore.