Diritti

Iran: il 77% della popolazione non voterà alle prossime elezioni

Il sondaggio dell’istituto Gamaan ha coinvolto 58.015 residenti iraniani di età pari o superiore a 19 anni: si tratta del 90% della popolazione adulta alfabetizzata, chiamata alle urne il prossimo primo marzo
Credit: Rouzbeh Fouladi/ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
22 febbraio 2024 Aggiornato alle 12:00

Il 1° marzo 2024 si terranno le elezioni parlamentari in Iran: saranno le prime da quando le proteste scoppiate dopo la morte della ventiduenne curda Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale per non aver indossato correttamente l’hijab, hanno sconvolto il Paese.

Un sondaggio condotto dall’istituto Gamaan, il Gruppo per l’analisi e la misurazione degli atteggiamenti in Iran, con sede nei Paesi Bassi, ha chiesto agli iraniani come si comporteranno alle urne: circa il 15% degli intervistati intende votare per eleggere i membri dell’Assemblea consultiva islamica, mentre il 77% non lo farà e circa l’8% è indeciso.

Il sondaggio ha coinvolto 58.015 residenti iraniani di età pari o superiore a 19 anni, un campione del 90% della popolazione adulta alfabetizzata del Paese, dal 31 gennaio al 7 febbraio 2024. Tuttavia, l’indagine è stata condotta su Internet, che non è accessibile a tutti gli iraniani: la maggior parte delle persone che utilizzano strumenti di elusione della censura per accedere alla rete, sottolinea Iran International, sono critiche nei confronti del regime.

Il sondaggio “Atteggiamenti degli iraniani verso le elezioni del 2024” mostra che, rispetto a uno di luglio 2023, gli indecisi sono diminuiti del 10%, diventando non elettori: la percentuale di chi voterà infatti, è aumentata solo dell’1%. Circa il 38% della popolazione non era a conoscenza delle tempistiche delle elezioni. Un confronto del comportamento elettorale mostra che il 39% di chi ha votato alle elezioni dell’Assemblea consultiva islamica del 2019 non intende farlo quest’anno. Tra coloro che si recheranno per la prima volta alle urne, il 65% non intende votare, mentre circa il 27% sì.

Domenica il governatore iraniano Ali Khamenei ha lanciato un appello per l’affluenza alle urne.

Alla domanda “Repubblica islamica: sì o no?”, circa il 75% oggi voterebbe “No”, il 16% “Sì” e circa il 9% non è sicuro. Ai partecipanti è stato chiesto anche quale fosse il metodo più efficace per attuare un cambiamento in Iran: un terzo ha optato per le proteste (33,3%), il 13,2% si è detto favorevole alle elezioni e il 33,2% ritiene che nessuno dei due metodi sia efficace per realizzare cambiamenti significativi all’interno della nazione.

Secondo le Nazioni Unite più di 300 persone sono state uccise durante le proteste scoppiate a settembre 2022, tra le quali più di 40 bambini, mentre l’Agenzia di stampa degli attivisti per i diritti umani (Hrana) con sede negli Stati Uniti ha parlato di più di 500 vittime, tra le quali 70 bambini.

Le persone arrestate, secondo la Ong Human Rights Activists in Iran, ammontano a più di 19.700.

Rispetto al proprio orientamento politico, il 40% dei partecipanti è favorevole al rovesciamento della Repubblica islamica come precondizione per qualsiasi cambiamento e il 25% si è espresso favorevolmente su trasformazioni strutturali e una transizione dalla Repubblica islamica, mentre l’11% è favorevole alla preservazione dei principi e dei valori della Repubblica islamica. Il regime della Repubblica Islamica.

Il 9% degli intervistati ha espresso sostegno per riforme graduali nel quadro del sistema della Repubblica islamica e il 14% non si identifica con nessuna di queste opzioni.

L’indagine ha valutato anche le opinioni sul conflitto Israele-Hamas, con circa il 35% che incolpa Hamas come principale responsabile del conflitto, il 20% Israele e il 31% entrambe le parti.

Teheran è stata più volte accusata di aver preso parte all’organizzazione dell’operazione condotta da Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre, ma le autorità iraniane, che rimarcano il diritto alla resistenza dei palestinesi, hanno sempre negato le accuse.

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