Diritti

Ucraina: la Russia accusata di “aver usato la fame come arma”

Lo studio legale Global Rights Compliance sta lavorando a un dossier per fornire alla Corte Penale Internazionale le prove di bombardamenti contro civili al supermercato e distruzione di riserve di cibo e acqua
Credit: Harvard kennedy school
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
28 settembre 2023 Aggiornato alle 08:00

La Russia ha usato la fame come arma di guerra in Ucraina. A dirlo è il gruppo di avvocati per i diritti umani che sta lavorando con il pubblico ministero ucraino per presentare un fascicolo alla Corte Penale Internazionale (Cpi) e accusare la Russia di aver deliberatamente causato la fame in Ucraina dopo l’invasione del febbraio 2021.

L’obiettivo, spiega il Guardian, è elaborare un dossier per fornire le prove e lanciare il primo procedimento penale nel suo genere, che potrebbe incriminare il presidente russo, Vladimir Putin. L’intenzione è quella di effettuare un deposito ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto di Roma, che consente a terzi di inviare informazioni su presunti crimini di guerra al procuratore della Cpi. Spetterà quindi alla procura dell’Aja decidere se procedere.

Bombardamenti attorno ai civili in attesa di fare la spesa al supermarket, intere città lasciate per giorni senza acqua, tonnellate di cibo distrutte: non come conseguenza della guerra, ma come una delle armi a disposizione dell’arsenale russo. Ecco cosa stanno cercando di provare gli avvocati dello studio legale Global Rights Compliance.

Yousuf Khan, avvocato senior, ha spiegato al quotidiano inglese che «l’uso del cibo come arma è avvenuto in 3 fasi», a partire dall’invasione iniziale, periodo nel quale le città ucraine sono state assediate e le forniture alimentari sono state tagliate.

Nella prima fase, le scorte di alimenti per la città sono state tagliate e i corridoi degli aiuti umanitari sono stati bloccati o bombardati, rendendo molto difficile o impossibile la fuga dei civili disperati e affamati.

Successivamente, le riserve d’acqua e gli “oggetti indispensabili alla sopravvivenza della popolazione civile” sono stati distrutti durante i combattimenti, ma non come risultato degli attacchi, bensì come strategia deliberata, spiega Khan: «se stai eliminando oggetti di cui i civili hanno bisogno, come le infrastrutture energetiche nel cuore dell’inverno, c’è una prevedibilità nelle tue azioni».

La terza fase è stata quella dei tentativi russi di impedire o limitare le esportazioni di prodotti alimentari ucraini. «Poi abbiamo visto la Russia attaccare gli impianti di grano sul Danubio e impegnarsi a mostrare i muscoli sul Mar Nero», ha continuato Khan, citando rapporti di funzionari ucraini secondo cui 270.000 tonnellate di derrate alimentari sono state distrutte solo tra la fine di luglio e l’inizio di agosto.

Gli avvocati dovranno non solo identificare i colpevoli, ma decidere se richiedere l’incriminazione di Putin replicando quanto fatto in marzo, quando la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente per aver supervisionato la “deportazione illegale” di bambini ucraini verso la Russia. «Putin potrebbe essere responsabile di aver commesso gli atti direttamente, insieme ad altri e/o tramite altri», ha spiegato Khan, e di non aver esercitato un adeguato controllo sui militari russi o su altri accusati di specifici atti criminali.

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