Bambini

Ucraina: quanti sono i bambini rapiti dai russi?

È impossibile stabilire il numero esatto, in continuo aggiornamento: oltre 9.000, stima il sito Figli di guerra. Un’inchiesta di AP News prova a fare chiarezza
Credit: Ahmed Akacha
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
30 ottobre 2022 Aggiornato alle 09:00

Fin dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le notizie sui bambini ucraini deportati si sono susseguite con costante drammaticità. Ora, una lunga inchiesta di Sarah El Deeb, Anastasiia Shvets e Elizaveta Tilna per Associated Press svela che molti sarebbero stati portati via senza il consenso dei genitori o dei tutori, ancora vivi e reperibili.

Stabilire il numero esatto di bambini ucraini deportati in Russia è impossibile. Già in marzo l’ambasciata Usa aveva rilanciato l’accusa di quella di Kyiv, secondo cui 2.389 bambini sarebbero stati rapiti dall’esercito russo solo nelle zone di Donetsk e Luhansk. In luglio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva riportato una cifra incredibilmente alta: nel suo intervento alla conferenza internazionale dell’Aia, infatti, aveva spiegato «si sta ancora stabilendo quanti bambini le forze russe abbiano rapito e portato fuori dall’Ucraina. La cifra preliminare è terribile: circa 200.000».

Le stime dei funzionari ucraini e del sito Figli di guerra – che riporta anche il numero dei bambini morti, scomparsi, feriti, ritrovati e restituiti – sono molto più contenute, nondimeno si parla di oltre 9.000 bambini nel momento in cui scriviamo. I numeri sono in aggiornamento continuo e la crescita è sensibile. La Russia non ha fornito un numero complessivo, ma i funzionari annunciano regolarmente l’arrivo di orfani ucraini su aerei militari russi.

Secondo la Russia, i bambini portati oltreconfine sono quelli i cui genitori sono stati uccisi nei bombardamenti che hanno dilaniato città come Mariupol, quelli accolti da orfanotrofi delle regioni separatiste come il Donbas o ospitati da famiglie affidatarie, noti come “figli dello stato”: non avrebbero, quindi, genitori o tutori reperibili che possano prendersi cura di loro.

Associated Press, però, grazie a dozzine di interviste con genitori, bambini e funzionari - sia in Ucraina che in Russia - email, lettere, documenti e media statali russi “ha scoperto che i funzionari hanno deportato bambini ucraini in Russia o nei territori controllati senza consenso, hanno mentito loro dicendo che non erano desiderati dai loro genitori, li hanno usati per la propaganda e hanno dato loro famiglie e cittadinanza russe”.

Fino a quale mese fa, la legge russa vietava esplicitamente l’adozione di bambini stranieri. A maggio, però, lo stesso Putin – che ha esplicitamente sostenuto le adozioni – ha firmato un decreto che rende più facile adottare e dare la cittadinanza ai bambini ucraini che non hanno cure parentali, e che contemporaneamente rende più difficile per l’Ucraina e i parenti sopravvissuti riportarli indietro.

La propaganda russa descrive l’adozione di bambini ucraini – insistendo sul fatto che non abbiano genitori o tutori – come un atto di generosità: il Paese, si dice, offre nuove case e risorse mediche ai minori indifesi, che i media mostrano mentre vengono accolti tra le braccia dei funzionari locali che li abbracciano e baciano mentre consegnano loro il passaporto russo.

Non solo: per ogni bambino ucraino che ottiene la cittadinanza, la Russia paga fino a $1.000 le famiglie adottive. A questo si aggiungono campi estivi per orfani ucraini, corsi di educazione patriottica e persino una linea diretta per accoppiare famiglie russe e bambini del Donbas.

Secondo Maria Lvova-Belova, difensore civica russa per i diritti dei bambini, questi figli della guerra «hanno bisogno dell’aiuto della Russia per superare il trauma che li porta a dormire male, piangere di notte e disegnare scantinati e rifugi antiaerei». Anche se spesso sono critici nei confronti di chi li ha accolti, con il supporto delle famiglie adottive e dello Stato, però, le loro rimostranze si sono «trasformate in amore per la Russia».

Peccato che molti di questi bambini abbiano una famiglia che li aspetta e li cerca. A rendere la situazione particolarmente complicata, ha spiegato AP, non è solo il fatto che i bambini siano stati portati via con la forza dall’esercito - ed è pertanto impossibile sapere se abbiano una famiglia in vita - ma anche che “molti di quelli presenti nei cosiddetti orfanotrofi ucraini non sono affatto orfani. Il governo ucraino ha riconosciuto alle Nazioni Unite prima della guerra che la maggior parte dei bambini dello stato non sono orfani, non hanno malattie o condizioni gravi e si trovano in un istituto perché le loro famiglie si trovano in circostanze difficili”.

C’è un altro aspetto, però, che merita di essere considerato. Indipendentemente dal fatto che abbiano o meno genitori, crescere i figli della guerra in un altro Paese, con un’altra cultura, può essere un tentativo di cancellare l’identità stessa di una nazione nemica. Un segno di genocidio, dicono le autrici dell’inchiesta, che secondo gli accusatori potrebbe far capo proprio al presidente russo.

Non è la prima volta che la Russia è accusata di aver rapito bambini dall’Ucraina: “nel 2014, dopo che l’annessione della penisola di Crimea, più di 80 bambini di Luhansk sono stati fermati ai posti di blocco e rapiti. L’Ucraina ha citato in giudizio la Russia e la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ritenuto che i bambini fossero stati portati in Russia ‘senza supporto medico o la burocrazia necessaria’”. Il numero effettivo dei deportati, però, era molto più alto.

Da marzo, 96 bambini sono stati rimpatriati in Ucraina. Ma altre migliaia non sono rintracciabili. «Non possiamo chiedere alla Federazione Russa di restituire i bambini perché non sappiamo chi dovrebbero restituire» ha affermato Rashevska di Regional Center for Human Rights.

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