Culture

Stephen King: 3 imperdibili libri del “Re”

Il racconto di un futuro ormai presente, tra game show sadici e realtà distopiche; la storia del pagliaccio (spaventoso) più famoso del mondo e quella fantasy dell’ultimo membro di un ordine di cavalieri
Credit: teleterapia.fi
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
17 settembre 2023 Aggiornato alle 11:00

Più di 60 romanzi pubblicati, 13 raccolte di racconti, decine e decine di storie edite e inedite, più di 100 adattamenti cinematografici e televisivi delle sue opere, una lista lunghissima di premi e riconoscimenti. C’è un motivo - anzi, ce ne sono decisamente tantissimi - per cui Stephen King è considerato il Re.

Maestro indiscusso e prolifico della letteratura horror, se è così amato non è (solo) perché è riuscito a far tremare intere generazioni ma perché le sue sono molto più che semplici storie di paura. Sono storie di formazione, capaci di raccontare in modo straordinario l’infanzia, la perdita dell’innocenza, l’importanza dell’amicizia e dalla solidarietà, il valore dell’essere “perdenti”.

Storie che raccontano la paura, la violenza, gli abusi, la lotta tra il bene e il male. Quel male che non arriva (o non sempre) da lontano, ma che è molto, molto più vicino, nel quotidiano.

Ma King è anche molto altro. È, per dirla con le parole di Michela Murgia - che ha dedicato una puntata del suo podcast Morgana proprio a questo “Morgano” «uno degli scrittori più femministi della letteratura moderna - che con i suoi personaggi femminili come Carrie, Annie Wilkes, Bev, Dolores - fa giustizia a secoli di letteratura misogina».

Da poco in libreria con il suo nuovo romanzo, Holly, tra qualche giorno il Re spegnerà 76 candeline. Noi vogliamo prepararci al suo compleanno suggerendoti 3 libri di Stephen King da leggere (o rileggere) assolutamente.

L’uomo in fuga, Sperling & Kupfer Editore, 272 p., 9,99 euro

Prima di Hunger Games, prima dell’epoca d’oro del Grande Fratello e dei talent, prima dell’onnipotenza della tv, c’è stato L’uomo in fuga, pubblicato con lo pseudonimo di Richard Bachman, sotto la cui firma King ha fatto uscire 7 romanzi.

Scritto nell’arco di 72 ore secondo quello che King racconta nell’introduzione (una settimana, stando al saggio On writing: Autobiografia di un mestiere, un altro testo kinghiano imperdibile per chi vuole lavorare con le parole e non), il libro è ambientato in un futuro ormai non molto lontano, gli Stati Uniti del 2025. In questo mondo dove i poveri sono sempre più poveri e sfruttati e i ricchi sempre più opulenti e annoiati, dove la tri-vu, la televisione tridimensionale, domina incontrastata, i giochi televisivi hanno il compito di distrarre i cittadini dall’orrore della realtà, attraverso altrettanto orrore. Niente attori né copioni: a rischiare la vita in format sempre più cruenti e sadici sono persone vere.

Come Ben Richards, il protagonista, che per curare la figlia Cathy e impedire alla moglie di continuare a prostituirsi, decide di partecipare a The running man: 12 ore per fuggire e nascondersi, poi un gruppo di “cacciatori” proverà a ucciderlo, mentre i telespettatori e i comuni cittadini ricevono denaro per segnalare la sua presenza e aiutarli nell’obiettivo.

It, Sperling & Kupfer Editore, 1218 p., 17 euro

È impossibile suggerire dei titoli irrinunciabili di Stephen King è non citare It. Non perché sia probabilmente la sua opera più conosciuta, ma perché se è uno dei suoi testi più famosi è perché racchiude molte delle tematiche che nel tempo sono diventate il simbolo della letteratura kinghiana in un racconto da cui è impossibile staccarsi, pagina dopo pagina.

Non conoscere la storia (raccontata anche in una miniserie tv della Abc e in un film del 2017) è difficile: a Drarry, un paesino nel Maine, si aggira Pennywise, un mostro con le sembianze di un pagliaccio che assume la forma delle nostre peggiori paure. Dopo averlo sconfitto da bambini, Bill, Richie, Stan, Ben, Beverly e Eddie – “i perdenti” – devono tornare nei luoghi della loro infanzia per affrontarlo una volta per tutte, 27 anni dopo, guardando di nuovo in faccia alle loro paure più grandi.

Ma la trama è solo uno degli aspetti che rende questo romanzo dell’orrore, popolato e animato dalla cultura americana, un cult indiscusso del genere e uno dei capolavori di King, nonostante gli aspetti che possono risultare più disturbanti: It è un romanzo di formazione e sull’innocenza perduta, sull’inesorabile passaggio all’età adulta e sul valore profondo e salvifico dell’amicizia.

La torre nera, Sperling & Kupfer Editore, 816 p., 16 euro

Questo è un suggerimento che ne vale 8. La torre nera, infatti, non è un romanzo, ma una serie, definita “l’opera magna” di King. Ispirata ai poemi Childe Roland alla Torre Nera giunse di Robert Browning – il cui testo integrale è stato incluso in appendice all’ultimo romanzo – e The Waste Land di Thomas Stearns Eliot, la saga intreccia fantasy, fantascienza, horror e western.

Di cosa parla? Per farla molto, molto breve, Roland è l’ultimo membro vivente dell’ordine dei cavalieri Pistoleri (gunslingers) e l’ultimo discendente di Arthur Eld, l’equivalente del nostro Re Artù. Il suo obiettivo è raggiungere la Torre nera – il perno dei mondi, in cui spazio e tempo si incontrano – accompagnato dal suo ka-tet.

La Marvel, sotto la supervisione di King, ha adattato La Torre Nera in una serie di fumetti; nel 2017, Nikolaj Arcel ha portato la storia sul grande schermo, in un film con Idris Elba e Matthew McConaughey.

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