Diritti

La Danimarca si scusa per gli abusi sulle persone con disabilità

Dal 1933 al 1980, 15.000 bambini e adulti vennero ricoverati in strutture statali e sottoposti a violenze sessuali e sterilizzazioni forzate. La ministra degli Affari sociali Rosenkrantz-Theil: «A nome dello Stato: mi dispiace»
Credit: cottonbro studio
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
14 settembre 2023 Aggiornato alle 08:00

«A nome dello Stato danese, a nome del Governo: mi dispiace». Con queste parole la ministra degli Affari sociali Pernille Rosenkrantz-Theil si è rivolta a un gruppo di circa 50 persone nella città dello Jutland, Horsens, in Danimarca. Le scuse ufficiali sono state presentate a una minima parte dei 15.000 bambini e adulti con disabilità che, dal 1933 al 1980, vennero ricoverati in strutture statali per vari periodi e lì sottoposti ad abusi di vario genere, dalle violenze sessuali alle sterilizzazioni forzate.

«Lo Stato aveva… l’obbligo di sorveglianza e non ha fatto sufficientemente il suo lavoro», ha aggiunto Rosenkrantz-Theil. I maltrattamenti si sono protratti per decenni e hanno lasciato profonde cicatrici emotive e fisiche nelle migliaia di vittime. Una di loro, Klitgaard Larsen, ha detto al quotidiano danese Politiken: «Siamo più numerosi di quanto pensiate, siamo segnati a vita. Le scuse hanno un grande significato oggi, perché si estendono al futuro. E c’è la promessa che non avrete questa visione dell’umanità in futuro».

La ministra l’ha definito “un capitolo crudele nella storia della Danimarca”. Quanto accaduto «è molto lontano dalla Danimarca in cui crediamo. Naturalmente non possiamo cambiare il passato con delle scuse. Ma possiamo assumerci la responsabilità di ciò che è successo e riconoscere che è stato commesso un errore. Non dimenticheremo mai quello che vi è accaduto - e quello che vi è accaduto non avverrà mai più», ha dichiarato Rosenkrantz-Theil.

Gli abusi iniziarono negli anni ‘30: nel corso di quasi 50 anni, fino al 1980, migliaia di bambini e adulti furono internati in strutture statali con la pretesa di proteggere la società. Quello che oggi in Danimarca viene chiamato “servizio speciale di assistenza sociale”, un tempo si chiamava “assistenza per ritardati mentali”: i cittadini che venivano presi in carico potevano essere persone con un quoziente intellettivo inferiore a 75, oppure persone sorde, cieche, con disabilità fisiche, con difficoltà di parola o epilettiche. Dal 1929 al 1967 la legge danese imponeva la sterilizzazione ai pazienti psichiatrici, che fino al 1989 dovevano ottenere il permesso delle autorità per sposarsi.

Come ha riportato l’emittente tedesca Deutsche Welle, le migliaia di persone prelevate dal Governo venivano sottoposte alle cosiddette “cure speciali” per una ragione che si crede affondi le sue radici nelle teorie eugenetiche, che si propongono di ottenere un miglioramento della specie umana, attraverso le generazioni, cercando di impedire la diffusione dei caratteri ereditari sfavorevoli, o disgenici. Queste teorie sono state utilizzate dai nazisti durante l’Olocausto per escludere o prendere di mira alcuni gruppi giudicati inferiori.

Secondo quanto riportato dall’emittente svedese TRT, il precedente Governo danese aveva ordinato un’indagine che, nel 2020, aveva rivelato una serie di abusi nei centri esaminati, tra cui anche violenze, abusi psicologici e sessuali e gravi carenze nei trattamenti medici. Ma le scuse ufficiali tardavano ad arrivare: l’evento si sarebbe dovuto tenere l’8 maggio al Museo danese del Welfare a Svendborg, ma è stato rimandato per via del “grande interesse dimostrato”, aveva annunciato il Ministero in aprile.

Già nel settembre 2022 l’allora ministra degli affari sociali Astrid Krag aveva annunciato che le scuse erano in arrivo. Poi, le elezioni generali di novembre hanno fatto slittare tutto. Ma, a marzo, il nuovo Governo guidato dalla socialdemocratica Mette Frederiksen ha annunciato di volersi attenere ai piani di scuse ufficiali.

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